Omelia di padre Konrad
sul valore del Silenzio
Natale 2010
In nomine Patris, et Filii et
Spiritus Sancti
"Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte giungeva a
metà del suo corso, la Tua Parola onnipotente è
scesa dal Cielo dal Tuo
trono regale".
Questa frase iniziale della
santa Messa di oggi, suggerisce che tutto il
creato facesse silenzio
per riverenza alla Venuta del Suo Creatore e Re,
facesse silenzio per
riceverLo come piccolo Bambino, come Luce nelle
tenebre, e come Parola
che tutto il creato aveva tanto desiderio di sentire.
E anche le
persone di questo fanno silenzio davanti al mistero insondabile
della
Sua nascita; nessuno parla in questa scena di pace presentata agli
occhi del nostro spirito; Maria e Giuseppe e l'Infante giacente nella
Mangiatoia (non parla la Sua dolce Madre, non parla il Suo padre
putativo),
non parlano i Pastori; e quando più tardi arrivano i tre
Magi, non parlano
neanche loro ma cadono in ginocchio e Lo adorano
offrendoGli i loro doni,
mentre "la Sua Madre conservava tutte queste
cose e le meditava".
Noi dobbiamo imparare il s i l e n z i o dalla
Santa Famiglia o, in altre
parole prese dal Deuteronomio: conoscere il
tempo di parlare e il tempo di
tacere.
Ciò comporta con se tre
vantaggi.
Il primo è che il silenzio limita le occasioni di peccato:
bisogna essere
consapevoli del pericolo di peccare nelle nostre parole.
Pensiamo quanti
sono i peccati con la lingua: la bestemmia, la
menzogna, l'inganno, la
superbia, la malizia, l'impazienza, la critica
distruttiva. O davanti a una
persona o dietro alle sue spalle (quando
distruggo anche la sua reputazione
e do l'occasione di peccato a colui
che mi ascolta), la seduzione, le parole
impure, consigliare il
peccato, assecondare il peccato altrui, eccetera....
Quando riflettiamo
su questi peccati vediamo la necessità urgente di
moderare e temperare
la nostra lingua, di meglio tacere.
Se riusciremmo in questo (e ciò
faremo colla grazia di Dio), avanzeremo
molto sulla strada della
perfezione, san Girolamo dice che colui che non
pecca colla lingua è
uomo perfetto.
Il secondo vantaggio del silenzio e che col silenzio
evitiamo le parole
inutili.
La Sacra Scrittura ci insegna che in molte
parole non manca la colpa, e il
Dottore della Chiesa sant'Alfonso ci
insegna che discorsi lunghi sono sempre
inutili.
Una sana ricreazione
(anche con allegria) è una cosa bella e utile, ma la
moderazione è
necessaria anche qui.
Lo stesso vale per il silenzio interno, cioè per
i nostri pensieri. Bisogna
evitare pensieri inutili.
Cosa pensiamo
quando camminiamo nella strada, per esempio? Meditiamo
un'offesa (vera
o immaginata) che abbiamo sofferta? Una cosa buona che
abbiamo fatto,
forse? Ci figuriamo progetti fantastici per il futuro! Tutto
questo non
serve a nulla! Meglio è tenere il silenzio nella mente e alzare
il
nostro cuore a Dio.
Questo è difatti il terzo vantaggio del silenzio,
ossia, che ci permette
di lasciare le cose di questo mondo e alzare il
cuore a Dio.
Non è facile questo nel mondo moderno, caratterizzato dal
chiasso e dalla
musica moderna che celebra incessantemente e
dappertutto la natura caduta e
i valori del mondo, come l'incessante
amore dei sensi e le loro idolatrie.
Ma quando mortifichiamo la nostra
lingua ed immaginazione e ci ritiriamo dai
discorsi e pensieri cattivi,
o inutili, ci sentiamo arrivare alla presenza
di Dio, che secondo un
autore spirituale, è indistinguibile dal silenzio.
L'ideale verso il
quale camminiamo così è vivere nel silenzio interno, nella
presenza di
Dio. Così il nostro cuore sarà come la terra silenziosa alla
nascita di
Gesù Cristo, come la Santa Famiglia silenziosa nella stalla di
Betlemme per accogliere la Parola di Dio.
San Giovanni della Croce
scrive: “Il Padre pronunciò una Parola, che fu Suo Figlio, e sempre la
ripete in un
eterno silenzio, perciò in silenzio essa deve essere
ascoltata dall'anima.
In questa maniera possiamo finalmente anche noi,
accogliere e sentire la
Parola di Dio”.
In nomine Patris et Filii et
Spiritus Sancti
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