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Perchè fraintendiamo Darwin.
Di Umberto Fasol - 11/11/2008 - Darwinismo - 1627 visite - 0 commenti
L’ultima opera del filosofo Pievani, scritta in collaborazione con uno psicologo cognitivo e un neuroscienziato, in libreria dal 4 novembre, si intitola: “Nati per credere” con il sottotitolo originale ed ambizioso: “Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin”. Già nell’introduzione si chiarisce l’obiettivo del testo e il senso del suo sottotitolo. “Perché la teoria di Darwin – si chiedono gli Autori - stenta ad essere accettata dalla gente comune, la quale preferisce parlare di creazione, di disegno e di finalità?” “Forse che la teoria è troppo difficile?” “No”, rispondono subito. “E’ molto più difficile la teoria della relatività; eppure ha consensi praticamente unanimi. C’è solo un’altra teoria che riscontra la stessa difficoltà: quella per cui i nostri processi mentali sono totalmente riducibili alla dimensione biologica del cervello.” Che cosa può essere accaduto nella storia evolutiva dell’uomo, per spiegare questa ritrosìa ad accettare la verità? Secondo Lewis Wolpert, secondo Richard Dawkins e secondo numerosi psicologi cognitivi è accaduto che la selezione naturale ha premiato nell’uomo il sospetto e la paura di un nemico dietro l’angolo, che si sono sviluppate anche quando non c’era pericolo reale, per potersi difendere. L’uomo ha dovuto sviluppare l’attenzione ai movimenti attorno a lui, anche di oggetti inanimati come le foglie o le fronde degli alberi, attribuendo loro un’intenzionalità, per predisporre ed affinare meccanismi di difesa. Ha dovuto prevedere; prevenire è sempre meglio che curare.

 La morte dei propri cari ha trovato quindi un terreno fertile ed ha rafforzato l’idea di un Creatore che li accoglie e che conforta i viventi dando loro un futuro. Per questo l’uomo fatica ad accettare una teoria che escluda disegni e finalità: li ha sempre cercati, per poter vivere e per questo crede che esistano per davvero. Il disegno, la finalità e il rapporto di causa-effetto che tante volte gli uomini riconoscono alla natura, non esistono: sono stati creati dal nostro cervello che vede semplicemente rapporti di contiguità temporale tra gli eventi e li unisce in modo improprio. Lo fa solo perché è stato abituato a farlo per difendersi dal nemico e per esorcizzare la paura che altrimenti lo immobilizzerebbe. Se qualcuno ragiona ancora come S.Tommaso e ipotizza un Dio pensato come causa prima di ogni movimento, cade in contraddizione, perché ripropone la premessa che voleva risolvere: che cosa muoverebbe Dio, il primo motore? E ancora: se Dio è la spiegazione della complessità irriducibile, come affermano i sostenitori dell’Intelligent Design, dev’essere ancora più complesso della complessità che intende spiegare; quindi è una soluzione più complicata del problema. Non abbiamo alternativa: siamo nati per credere; a tutto, ma non, ahimè, alla teoria di Darwin. A questo punto il mio cervello, non so se predisposto o no, mi suggerisce tre considerazioni in merito. La prima. Ogni volta che uno studente dichiara di non aver capito, lo si invita ad approfondire la ricerca, oppure gli si presenta una spiegazione più dettagliata e argomentata del fatto; mai gli si rivela che il suo cervello non è capace di seguire il ragionamento dell’insegnante, per colpa dei suoi avi. La seconda. E’ veramente uno scherzo beffardo quello che la natura ci ha fatto, predisponendo il nostro cervello a credere alle fate, a babbo Natale e ad una serie infinita di Divinità, e non ad una lineare teoria scientifica che, in fondo, con sole due parole, tra l’altro concrete e non astratte, come la mutazione e la selezione naturale, ci spiega come è nata la vita, come sono comparsi gli elefanti e perfino gli uomini. Il cervello ci fa credere in Dio, che non vedo, e non nella scienza, che vedo e che faccio! La terza. Perché mai il cervello di alcune persone, tra cui ovviamente gli autori di questo libro, non è stato predisposto, come quello di tutti gli altri, a fraintendere la teoria di Darwin? E’ grazie a loro, infatti, che possiamo essere coscienti di questo fatto. Che cosa mai avranno fatto queste persone per essere preservate da questo peccato originale che accomuna tutti gli uomini di tutte le generazioni apparse sul Pianeta fino ad oggi? Perché non ci svelano il segreto, così che possiamo diventare anche noi come loro? O forse è meglio che restiamo così come siamo, noi, gente comune, e continuiamo a fraintendere la verità, perché così la selezione naturale continuerà a premiarci come ha fatto con i nostri predecessori e potremo così fare figli e dare un seguito all’evoluzione. C’è da aver paura a capire come stanno le cose: la selezione ti potrebbe eliminare!

 
 
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