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I genitori senza tempo i loro figli senza (vere) scuole
Di Rassegna Stampa - 04/02/2008 - Scuola educazione - 1242 visite - 0 commenti
L' Italia del Risorgimento ha fatto un enorme sforzo per istruire gli italiani costruendo un gran numero di scuole elementari e medie. Queste scuole si limitavano a fornire l'istruzione nelle aule, più qualche palestra e qualche giardinetto per la ricreazione. Ma erano le esigenze di allora. I giovani andavano a lavorare prima e le madri stavano a casa e si occupavano dei figli. Oggi le esigenze sono cambiate. La famiglia è fragile ed esausta, il bisogno di istruzione ed educazione immenso. Due genitori che lavorano entrambi o una donna sola che lavora non riescono a prendersi cura dei figli. La natalità non diminuisce solo perché i giovani non vogliono rinunciare a stare con gli amici, alle happy hour e alle vacanze spensierate. La maggior parte di loro si ferma perché ha un lavoro precario e ha bisogno di una reale assistenza ai figli. Non basta diminuire le tasse o dare contributi. Dobbiamo dare alle giovani coppie la sicurezza che troveranno asili nido, scuole materne ed elementari che si prendano cura dei bambini dalle 8 del mattino fino a quando hanno finito di lavorare. E magari anche nel mese di luglio, quando ci sono le vacanze. Ma hanno problemi anche i genitori con figli adolescenti, perché le nostre scuole medie e superiori finiscono all' una del pomeriggio o al massimo offrono un doposcuola di appoggio. E sono ancora le vecchie scuole progettate solo per l'insegnamento in aula. Oggi avremmo bisogno di college diurni in cui i ragazzi fanno letture, scrittura, sport, teatro, cinema, imparano attività artigianali che nessuno più insegna loro. Una scuola che richiede edifici scolastici nuovi o completamente riadattati e un corpo insegnante serio, autorevole e preparato. Senza di essa i giovani resteranno a «cazzeggiare» o a instupidirsi davanti alla televisione. Nessun governo del dopoguerra ha fatto per la scuola uno sforzo simile a quello compiuto all'inizio del secolo ventesimo. Anzi nessun governo l'ha messa nell'elenco delle infrastrutture di base come le autostrade, i porti, l'alta velocità e le centrali elettriche. Ma non si può rimandare oltre. La famiglia, da sola, non ce la fa più e la vecchia scuola perde credito ogni giorno, ha quasi smesso di educare. Dobbiamo prenderne atto, non chiudiamoci gli occhi. Occorre uno sforzo immenso per sorreggere i genitori, ricostruire il prestigio dell' educazione, dare nuovo slancio al nostro sviluppo economico e culturale! Francesco Alberoni - Corriere della Sera 04/02/2008
 
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