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La provincia di Trento nutre un esercito di consulenti.
Di Rassegna Stampa - 31/01/2008 - Politica Trentina - 1641 visite - 0 commenti

La logica di una provincia ricca come il Trentino sembra essere quella della spartizione della torta: si distribuiscono a piopggia i milioni di euro, per coltivare l'orticello elettorale e nutrire gli amici.

"Se si sommano gli incarichi esterni affidati dalla Provincia con quelli dei suoi enti e società si scopre che sulle casse pubbliche negli ultimi due anni questo costume di dare lavoro a chi dipendente pubblico non è ha pesato per 53.184.000 euro.

 È riduttivo guardare solo alle consulenze e alle collaborazioni che la Provincia affida ogni anno direttamente, con delibera della giunta o con determinazione dei dirigenti, per avere un'idea del panorama di coloro che ricevono incarichi dall'ente pubblico e soprattutto della cifra che viene destinata a questo scopo, perché il totale delle risorse impegnate raddoppia se solo si considerano anche le società controllate e gli enti funzionali della Provincia, che fino a ieri erano sfuggite alla lente dell'opinione pubblica. I numeri parlano da soli: nel 2006 piazza Dante ha affidato all'esterno consulenze e incarichi di progettazione per un totale di 18.181.000 euro, secondo quanto emerge dalla risposta del presidente Dellai all'interrogazione presentata dal consigliere provinciale Mauro Delladio (Forza Italia). Ma se si aggiungono anche gli incarichi affidati per i lavori pubblici nel primo semestre del 2007 , che sfiorano i 4 milioni di euro, più le consulenze affidate dagli altri servizi nel corso dello stesso anno si arriva a un impegno di spesa - nella maggior parte spalmato su due-tre anni - che si aggira sui 28 milioni e 670 mila euro.

 A questi vanno sommati altri 11.410.000 euro di consulenze affidate negli ultimi due anni dalle società controllate, come anticipato ieri dall' Adige nel dettaglio e 13.104.338 euro relativi alle consulenze e collaborazioni degli enti funzionali che sono: Azienda sanitaria, Centro di ecologia alpina, Castello del Buonconsiglio, Mart, Parco di Paneveggio, Parco naturale Adamello Brenta, Iprase, Istituto culturale mocheno, Isituto culturale ladino, Istituto agrario di S. Michele, Museo di scienze naturali, Museo degli usi e costumi di S. Michele. Se si sommano dunque gli incarichi esterni affidati direttamente dalla Provincia con quelli dei suoi enti e società - i cui bilanci dipendono comunque in toto dai trasferimenti provinciali - si scopre che sulle casse pubbliche negli ultimi due anni questo costume di dare lavoro a chi dipendente pubblico non è ha pesato per 53.184.000 euro, una somma colossale. A consentire di avere, per la prima volta, un quadro più completo di questo genere di spese sostenute dall'ente pubblico, è stata la risposta all'interrogazione di Delladio, nella quale si chiedeva appunto anche l'elenco dettagliato delle consulenze affidate dalle società controllate. Infatti, la giunta Dellai, nonostante i ricorrenti annunci, non ha mai reso pubblici di sua iniziativa gli elenchi delle consulenze e delle collaborazioni provinciali, che evidentemente preferisce custodire gelosamente e «scuce» solo se costretta. Altrettanto poco trasparenti sono le società controllate, che nei loro bilanci in genere indicano solo la cifra complessiva ma si guardano bene dall'evidenziare nel dettaglio a chi vengono affidate le consulenze. Clamoroso fu ad esempio il caso, emerso l'anno scorso, della consulenza record da 1 milione e 500 mila euro che era stata affidata da Tecnofin , la finanziaria della Provincia alla E. Capital Partners spa, per accompagnare la procedura di trasformazione di Itea da ente funzionale a società per azioni. L'incarico di consulenza era stato affidato dal Cda di Tecnofin nel 2004 ma, appunto, i cittadini trentini ne sono potuti venire a conoscenza solo tre anni dopo, anche in questo caso solo grazie a un'interrogazione presentata da un consigliere provinciale azzurro, Walter Viola, al quale era giunta una segnalazione.

Un altro elemento significativo che emerge da questa pratica diffusa della consulenza è il fatto che i «beneficiati», ovvero coloro che ricevono gli incarichi, sono un vero esercito. Nell'elenco dei «collaboratori» della Provincia, ovvero coloro che al momento hanno un incarico in corso con l'ente pubblico, è di 695 nomi, ai quali si aggiungono 493 consulenti. In totale dunque si tratta di 1.188 persone che ricevono soldi da piazza Dante. A questi si possono aggiungere anche i 1.368 incarichi affidati dagli enti funzionali nell'ultimo biennio, anche se tra questi va considerato che possono esserci nomi che ricorrono con più di un incarico esterno. Ieri, a proposito di consulenze, il consigliere provinciale Pino Morandini (Udc) ha ricordato che su sua proposta il consiglio provinciale aveva approvato una legge nel 2006 che impegnava a ridurre il numero di consulenze e il ricorso a collaborazioni esterne, ma dalle cifre che emergono non sembra che negli ultimi due anni si sia registrato un significativo contenimento di questo genere di spese. Intanto, Ermanno Monari, segretario generale della Uil, chiede alla Provincia un segnale forte nella lotta agli sprechi e si chiede: «Ha senso incentivare l'esodo dei dirigenti con importi considerevoli per ridurre il numero delle strutture (e quindi degli stessi dirigenti) per poi affidare alle stesse persone un incarico di co.co.co da 100.000 euro l'anno, come a Paola Matonti?»

 Luisa Maria Patruno L'Adige, 31/1/2008

 
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