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Cari prof., imitate Sarkozy e buttate fuori il ’68 dalle scuole
Di Rassegna Stampa - 22/06/2007 - Scuola educazione - 1211 visite - 0 commenti
Dall’insegnante processata per aver punito un bullo, al genitore che piomba in classe per “salvare” la figlia dall’interrogazione, nelle nostre aule ormai impera il caos. Alla faccia dei (tanti) docenti che si impegnano davvero. la colpa? Soprattutto dei loro colleghi. E di tutto quello che hanno tollerato in questi quarant’anni DUE SETTIMANE FA, in un liceo, una studentessa, scandalizzata per il fatto che l'insegnante voleva interrogarla senza il suo permesso, ha telefonato al padre. Quest'ultimo, conscio delle sue responsabilità di genitore, ha fatto irruzione nella classe, ha insultato l'insegnante e ha portato via la figliola salvandola dalla grave ingiustizia. Ma questa non è la vera notizia. La vera notizia è che la studentessa non è stata espulsa dalla scuola seduta stante e il padre non è stato immediatamente denunciato alla autorità giudiziaria. Dopo alcuni giorni c'erano ancora seriose discussioni su come affrontare la vicenda. L'episodio fa il paio con il caso della professoressa processata per avere punito un bullo (e qui la domanda è: perché è stata ritenuta meritevole di rinvio a giudizio?). Una pedagogia irresponsabile, spalleggiata dalla cultura giuridica vigente, ha da tempo tolto agli insegnanti i vecchi strumenti repressivi così come i mezzi per difendersi da genitori talvolta peggiori dei peggiori bulli. Spiace dirlo, soprattutto perché, in mezzo a molte mediocrità, ci sono anche tanti docenti che, per pochi soldi, e con grandi sforzi, fanno molto bene il loro lavoro, ma la colpa del degrado della scuola ricade sul corpo insegnante. Sono stati gli insegnanti a tollerare che sindacati e classe politica lavorassero, per decenni, alla deprofessionalizzazione e alla dequalificazione dell'insegnamento. Sono stati gli insegnanti a permettere ai «loro» sindacati di fare carne di porco della scuola: con le infornate di precari, il gonfiamento degli organici, la fine di ogni selezione meritocratica. Tutte cose che avrebbero dovuto contrastare con scioperi e proteste. È sempre il corpo insegnante ad avere tollerato i misfatti della pedagogia progressista (dall'abolizione delle bocciature per cattiva condotta a quella degli esami di riparazione). Risultato: crollo dello status sociale degli insegnanti con ricadute sugli atteggiamenti di genitori e studenti. E con effetti devastanti sulla qualità dell'impegno scolastico e dell'apprendimento. Forse è vero che la scuola risorgerà solo quando la generazione del '68 sarà andata in pensione. Lo «spirito del '68», con il suo odio per l'autorità e il merito, ha molto a che fare con l'attuale situazione. Sarkozy, in Francia, lo ha capito e vuole espellere quello spirito dalle scuole francesi. Perché non ci proviamo anche noi? Angelo Panebianco - Corriere della Sera magazine – 21 giugno 2007
 
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