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Sex and money (di Irene Bertoglio e Giovanni Lissandrini)
Di Irene Bertoglio - 08/06/2007 - Attualità - 1313 visite - 0 commenti
È di giovedì 7 giugno il servizio che il quotidiano «Libero» ci presenta sul fenomeno di una nuova piaga che sta paurosamente aumentando, ossia la prostituzione minorile. Il titolo dell’articolo è estremamente eloquente: “Cacciatori di lolite all’uscita da scuola: basta un regalo”. Le ragazzine, la cui età oscilla tra i 13 e i 14 anni (appartenenti alla cosiddetta buona società) scelgono volontariamente di prostiuirsi con quarantenni, allo scopo di guadagnare somme per l’acquisto di abbigliamento firmato. Il “dio mammona” sta trionfando; le considerazioni a riguardo sono parecchie ma vogliamo appuntarne qualcuna senza sciorinare ipocriti moralismi e senza la presunzione di risolvere tale problema. Parlare di prostituzione è come parlare della storia del mondo, ma ultimamente – grazie a queste nuove tendenze – emerge il sospetto che il vendere il proprio corpo sia diventato cosa normale, per poter poi usufruire di quei beni di consumo che la nostra opulenta società ci propina in modo martellante. Fenomeni di questa gravità non si sono mai verificati nel corso della storia; l’idea, non sempre vera, che la donna abbia scelto il “mestiere” per necessità e, a volte, per sopravvivenza, viene stravolto da questo nuovo fenomento dove, al contrario, il corpo viene ceduto per acquistare il superfluo. Siamo arrivati al punto che i mass media, con perniciosa forza, regolano la nostra vita, condizionandoci su ogni decisione: oggi è la pubblicità che ci guida nella scelta di qualsiasi cosa, dal come ti devi vestire, come ti devi alimentare, come devi parlare, chi devi votare, dove trascorrere le ferie, … Non siamo più persone in grado di decidere autonomamente, e il condizionamento psicologico è diventato troppo forte. Occorre, a nostro avviso, uscire al più presto da questo nuovo totalitarismo che, alienandoci, ci rende tutti uguali: tutti schiavi di inesistenti necessità, tutti omologati nel rincorrere chimere; non più persone, ma numeri, consumatori funzionali a questo perverso sistema, dove vali soltanto se appari. Da qui derivano le cosiddette malattie post-moderne, quali l’ansia, la depressione, l’apatia: si cercano sempre nuovi stimoli per riempire il vuoto di esistenze perennemente insoddisfatte. Pur di appagare i nostri istinti tutto è ormai lecito, e si arrivano a scardinare anche quelle sacre e inviolabili regole che hanno guidato l’esistenza dei nostri avi. Nessuno vuole più essere schiavo degli altri e in questo modo tutti sono schiavi di se stessi. Il caso delle lolite è simile a tanti altri fenomeni analoghi in cui, come filo conduttore, vi è sempre l’appagamento egoistico dei propri appetiti. Crediamo e auspichiamo che una soluzione possibile sia quella di ritrovare la nostra autenticità personale, magari rileggendo i testi immortali di autori quali Seneca, Cicerone, San Tommaso, Sant’ Agostino, Ortega y Gasset, per riscoprire ciò che veramente conta.
 
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