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Avvertimenti “mafiosi” 1: il darwinismo è la nostra ideologia
Di Enzo Pennetta - 31/10/2011 - Darwinismo - 2155 visite - 0 commenti


La notizia non è nuova, ma è bene ricordarla: l’8 giugno 2007 il Consiglio d’Europa con il documento 11297 intitolato “The dangers of creationism in education ” ha espresso la preoccupazione per una minaccia alla democrazia e ai diritti umani.
La minaccia in questione veniva individuata nella dottrina del “creazionismo”.

Dal punto di vista personale questa notizia potrebbe anche lasciarci indifferenti, potremmo in poche parole sentirci tranquilli perché non ci riguarda, infatti come più volte ribadito anche su queste pagine, il creazionismo non è la linea adottata nella critica del darwinismo in cui ci riconosciamo. Questo però non significa che dietro al documento del Consiglio di Europa non si nasconda qualcosa di estremamente preoccupante. Per la prima volta infatti l’insegnamento di una determinata teoria viene legato alla “democraticità” dello Stato. Nel documento del Consiglio d’Europa possiamo infatti leggere:
L‘Assemblea parlamentare è preoccupata per i possibili effetti negativi della diffusione delle teorie creazionisteall’interno dei nostri sistemi educativi e sulle conseguenze per le nostre democrazie. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, che sono una delle principali preoccupazioni del Consiglio d’Europa.


Tralasciando le forti perplessità relative al fatto che una teoria sull’origine del mondo e della vita possa essere un pericolo per la democrazia, notiamo che nel documento non viene chiarito cosa si debba intendere con il termine “creazionismo “, e questo fatto è di una estrema gravità. Per esperienza diretta sappiamo infatti che, secondo il significato correntemente adottato dai darwinisti, qualunque critica alla teoria viene automaticamente inclusa nella categoria del “creazionismo“. Di fatto, in base a quel che avviene quotidianamente sugli organi di informazione darwinisti, sperimentiamo che nessuna critica al darwinismo viene risparmiata dall’accusa di creazionismo, vedi su Critica Scientifica:
“Creazionismo”: la cortina fumogena del darwinismo .


Il documento del Consiglio d’Europa continua poi affermando che:
I creazionisti mettono in discussione il carattere scientifico di alcuni elementi di conoscenza e sostengono che la teoria dell’evoluzione è solo una interpretazione fra le altre. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per stabilire la teoria dell’evoluzione come scientificamente valida. Al contrario, difendono le loro dichiarazioni proprio come scientifiche. Niente di tutto questo si regge per un’analisi obiettiva.

In questo passaggio notiamo che viene alimentato l’equivoco tra i termini “teoria dell’evoluzione” e “teoria darwiniana”, e questo è molto insidioso: si tratta infatti di un equivoco fondamentale per screditare gli interlocutori. L’inganno sta nel far passare come sinonimi la ”teoria dell’evoluzione” e la ”teoria darwiniana“, mentre invece l’evoluzione è un fatto accertato tramite i fossili e la teoria darwiniana è una spiegazione di tale fatto. Basta fare una elementare riflessione per concordare che un fatto non può coincidere con la sua stessa spiegazione, e che quindi la contestazione della teoria darwiniana non implica la negazione dell’evoluzione.

Il documento dell’8 giugno 2008, però si spinge oltre, giunge ad affermare che esiste solo una spiegazione, quella darwiniana, e che gli argomenti contro quella stessa teoria non sono per definizione “scientifici”. Quello che infine si teme è il “potere” delle religioni e il timore che le democrazie possano divenire delle “teocrazie”:
I movimenti creazionisti possiedono un reale potere politico. Questa è la questione, e ciò è stato esposto in diverse occasioni, è che i sostenitori del creazionismo stretto intendono sostituire la democrazia con la teocrazia.

Evidentemente per il Consiglio d’Europa la preoccupazione è in realtà la capacità delle religioni di orientare le opinioni in direzioni diverse da quelle ritenute “desiderabili”, e viene addirittura additata infine la minaccia dell’affermarsi di una “teocrazia”. Al riguardo viene anche citato il famoso caso del “Processo Scopes“:
Scontri tra darwinisti e creazionisti si sonosvolti nel corso dei secoli 19 e 20, in particolare negli Stati Uniti. Nel 1925, al cosiddetto “processo della scimmia”, John Scopes, un insegnante a Dayton, Ohio, è stato condannato per l’insegnamento ai suoi allievi della teoria dell’evoluzione.

Bisognerebbe in questo caso essere grati al Consiglio d’Europa per aver citato il cosiddetto “processo alla scimmia“, infatti si tratta di un caso che ci permette di capire chiaramente l’entità dell’inganno, (vedi su L&P Processo al processo Scopes, in cui si mostra come attraverso il darwinismo si insegnasse il razzismo e la discriminazione verso i poveri.
E’ lecito a questo punto domandarsi se sia l’irrilevante percentuale di veri “creazionisti” a costituire una reale minaccia per la democrazie, o se il vero pericolo non venga dalla presa di posizione (non contestata da alcuno) del Consiglio d’Europa che stabilisce d’autorità cosa sia scientifico e cosa non lo sia. Ma, fatto ancora più grave, si stabilisce che un atteggiamento che venga definito dalle autorità “antiscientifico”, nel caso specifico “antidarwiniano”, è automaticamente antidemocratico e lesivo dei diritti umani.

Per essere più chiari: il sottoscritto e voi che seguite questo sito, siamo considerati dal Consiglio d’Europa dei nemici della democrazia.

(Da: Critica Scientifica)

 
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