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Su Facebook dilaga la bestemmia, ed è inarrestabile
Di Lorenza Perfori - 20/10/2011 - Attualità - 2358 visite - 0 commenti


Tra i pochissimi che si sono attivati contro quel vergognoso fenomeno che è il propagarsi della bestemmia all’interno della più grande rete sociale di internet – Facebook -, attraverso iniziative mosse al di fuori del contesto virtuale, ci sono il Codacons e il blog cattolico “Pontifex.Roma”.

 

L’azione del Codacons risale al 25 aprile 2010 quando, con un comunicato stampa, rendeva noti la denuncia fatta presso la Polizia Postale di una pagina su Facebook “con bestemmie e insulti alla Madonna” chiedendone la rimozione dal web, e la richiesta fatta alla Procura della Repubblica di indagare per turpiloquio.

 

Il nome del gruppo sotto accusa “La Madonna puttana” – spiegava l’Associazione per la tutela dei consumatori – “non lascia spazio all’immaginazione, e conta ben 1.264 fans. All’interno di questa pagina una serie allucinante di bestemmie e improperi di ogni tipo contro la Madonna ed altre immagini sacre, alcuni particolarmente disgustosi, in una sorta di gara tra iscritti a chi lascia la bestemmia peggiore”.

Così commentava il presidente Carlo Rienzi: “Questa pagina è l’esempio della degenerazione che imperversa sul web, e rappresenta una offesa per la Chiesa e per tutti i credenti. Chiediamo alla Polizia Postale di intervenire con urgenza per oscurare e rimuovere il gruppo presente su facebook, e alla Procura della Repubblica di Roma di perseguire i suoi ideatori per il reato di turpiloquio”.

 

Effettuata a fine luglio 2011, la denuncia penale fatta dal blog cattolico è di fresca data, presentata ai sensi dell’art. 724 del Codice Penale – così come modificato da una sentenza della Consulta nel 1995 e da un decreto legislativo del 1999 – che punisce, con una sanzione pecuniaria da 51 a 309 euro, “chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità”. La denuncia trova la sua motivazione sul fatto che il web rappresenta ormai la più vasta “pubblica piazza” globale e, come tale, dovrebbe essere anch’esso qualificato da buone regole del vivere civile e dal rispetto reciproco.

 

Nel comunicato stampa ufficiale, indirizzato al centro abusi di Facebook, la redazione di Pontifex.Roma ha denunciato la presenza “su tale piattaforma di numerosi gruppi e pagine che assolutamente non rispettano la legge ed incitano all’odio religioso” perché “c’è molta differenza fra l’esprimere un parere legittimo in materia di fede, meglio se ben surrogato dalla dottrina, e bestemmiare all’impazzata, senza rispetto per il sentimento religioso che contraddistingue gran parte dei cattolici e dei cristiani nostri connazionali”.

Alla Polizia Postale, “che tanto collabora con Facebook”, il blog ha rivolto l’invito “a dare il massimo affinché venga arginato il dilagare della cattofobia (odio nei confronti dei cattolici), che tanto spazio trova sul web ed in particolare su Facebook”; infine ha reso noto di aver inviato a 30 deputati, 15 senatori e numerosi esponenti delle Istituzioni, un esplicito richiamo che fa riferimento al rispetto della legalità dell’art. 724 del Codice Penale.

Fra i gruppi segnalati, sei risaltano con particolare gravità, in quanto aventi “come unica missione l’istigazione e la promozione della pubblica bestemmia, configurandone quindi una aggravante palese”; tra questi la “Confraternita dei Frati bestemmianti”, il “Club della bestemmia” e “Radio Bestemmia”.

 

La causa contro la bestemmia ha anche altri sostenitori. Si tratta di pagine e gruppi di persone, formatisi direttamente nel social network, per opporsi al fenomeno lì dove si manifesta.

Alcuni hanno come missione quella di far chiudere una pagina blasfema specifica. Si trovano tra questi: “Contro il gruppo ‘quelli che Madonna è un rafforzativo di puttana’”, “Facciamo chiudere il gruppo ‘Bestemmia’ Iscrivetevi!!!!”, “Segnaliamo questo gruppo contro la Madonna!!”, “Segnalate questo link se amate la Madre del Signore”, “Contro il gruppo barzellette immorali e blasfeme”, … Altri conducono una lotta culturale generica, come i gruppi: “Fuori la bestemmia da Facebook”, “Cancelliamo la bestemmia da Facebook!”, “Giovani cattolici contro la bestemmia”, “No alla bestemmia!”, “La bestemmia non è solo un illecito amministrativo: deve diventare reato”, ... Altri, infine, come “Contro i gruppi blasfemi su fb” e “Combattiamo la bestemmia su Facebook: sì al rispetto!”, propongono un elenco con i links delle pagine blasfeme da segnalare, indicando anche la procedura corretta, affinché la notifica al centro abusi sia efficace.

 

Pare infatti che il centro abusi di facebook sia un poco miope, e veda le segnalazioni solo se gli pervengono numerose e, spesso, nemmeno in questo caso, visto il numero incredibile di seguaci raggiunto da alcune pagine davvero ripugnanti, nonostante le centinaia di notifiche.

Pare, altresì, che al centro abusi sia diffusa anche una invalidante patologia auricolare, meglio nota come “orecchio da mercante”, che rende difficoltosa la comprensione dei concetti, soprattutto se scritti in una lingua completamente sconosciuta: l’italiano. Accade, infatti, che molte segnalazioni vengano completamente ignorate con la motivazione di non essere scritte in inglese; per questo alcuni gruppi raccomandano di effettuare la notifica usando tale lingua, indicando alcune possibili opzioni: “quando il sistema ci chiede un motivo valido per cui stiamo segnalando la pagina, scegliamo una di queste frasi o scriviamone una nostra, ma in inglese: Blasphemous page (nome del gruppo); Horrific and insulting religious opinions (nome del gruppo); Disgusting blaspheme (nome del gruppo)”.

 

L’atteggiamento riluttante di Facebook appare davvero irritante, le segnalazioni, infatti, sono abbondantemente ignorate anche quando trasmesse utilizzando l’apposito menù a bandierina previsto dal social network, dove non è necessario scrivere alcuna spiegazione visto che è sufficiente spuntare un’opzione tra quelle indicate.

Basterebbe che il personale del centro abusi si prendesse il disturbo di andare a controllare la pagina incriminata, e se, anche in questo caso, il problema dovesse essere quello della non comprensione dell’italiano, potrebbe volgere lo sguardo alle centinaia di immagini offensive che coadiuvano bestemmie e volgarità, per capire che la segnalazione è del tutto legittima.

 

Le incomprensioni linguistiche, infatti, diventano irrilevanti quando ci si trova di fronte all’immagine della Madonna con la faccia di un maiale, o con il volto di una di quelle bambole gonfiabili che si vendono nei sexy shop; o a quella di Gesù che anziché abbracciare la croce, abbraccia una donna nuda o un pezzo di sterco; o alla foto di benedetto XVI pestato a sangue, con un occhio nero e il volto tumefatto; o nudo con un perizoma, truccato in volto, una parrucca in testa e la scritta “Pride”; o trasformato in uno zombie, o in un mostro dalla bocca e artigli insanguinati; o all’immagine di Giovanni Paolo II che sbava mentre guarda un film porno, o che bacia Paris Hilton mentre in una mano tiene una bottiglia di whisky; o al volto di Padre Pio con la bocca spalancata mentre vomita del vero vomito fotografato; o a un crocifisso dalla forma di un pene, …

Di fronte ad immagini di questo tipo, e a numerosissime altre di identico tenore, ogni giustificazione perde consistenza, e l’atteggiamento miope di Facebook assume una chiara connotazione pilatesca.

 

Quello che manca a Facebook è, pertanto, la volontà di prendere provvedimenti, aiutato legalmente, in questo, da quello che si può definire un raro caso giurisprudenziale: “Il sito, infatti, si dichiara proprietario, ma non responsabile dei contenuti e, come molti altri content provider, rifiuta di censurare o limitare la visibilità di contenuti e gruppi, respinge le critiche in merito a contenuti diffamatori, che istigano a reati penali, e alle richieste di risarcimento dei danni che ne possono seguire” (Wikipedia).

 

Nel contempo, perseguire a livello penale gli ideatori delle pagine e i bestemmiatori che ivi intervengono con volgarità, offese e imprecazioni, - come chiedono il Codacons e Pontifex - potrebbe risultare largamente inapplicabile, dal momento che, sebbene da un lato questi soggetti ritengano che bestemmiare sia un loro “sacrosanto diritto”, dall’altro lato, molti di loro – ed in particolare quelli verbalmente più violenti - si comportano da veri vigliacchi, registrandosi, spesso e volentieri, con un falso profilo, blasfemo a sua volta (una vera e propria bestemmia, il nome di un santo seguito da immagine offensiva o ridicola, un improperio contro il Papa, una volgarità sulla Madonna, ecc.). Mentre mi muovevo all’interno di queste pagine, ne ho trovato uno che comunicava di essere ormai al quarantesimo.

 

Ma risalire a chi ha creato una pagina volgare è reso ulteriormente difficile dal fatto che, non di rado, gli admin cambiano. I nuovi proprietari delle pagine vengono eletti tramite veri e propri concorsi di blasfemia, nei quali il premio in palio è, appunto, quello di assumerne il ruolo di amministratore. Quello che segue, ad esempio, è quello bandito da “d.. porco” (piace a 7.211 persone) ed è rivolto alle ragazze: “Allora forza donnine.. Tirate fuori il peggio di voi e saranno i nostri maschietti a decidere ki sarà la prossima amministratrice. Verranno contati i ‘mi piace’ ad ogni bestemmia ke mettete! Ke il D.. porco e la Mad…. troia siano con tt voi!”.

Di fronte ad uno scenario del genere, risulta del tutto evidente che la bestemmia su facebook è destinata a restare impunita, a rimanervi a lungo e, quel che è peggio, a propagarsi sempre più.

 

Questo, del resto, sta già succedendo. Sono andata su facebook perché volevo vedere di che cosa si trattava, conoscere l’entità del fenomeno,… non ne sono uscita prima di due settimane. Le pagine blasfeme citate all’inizio non sono che una goccia nel pantano. Non sei, e nemmeno le ottantasei elencate da uno dei gruppi segnalatori, ne ho trovate 869 e non le ho nemmeno messe tutte, perché dopo un po’ mi sono stancata. Pur incompleto, il dato mette comunque in evidenza quanto il disinteresse, la poca voglia di affrontare il fenomeno, abbia contribuito al diffondersi di questa pratica disgustosa, come un cancro che, non curato tempestivamente, abbia sviluppato metastasi in tutto il corpo.

 

È questa, infatti, l’impressione che si ha, navigando tra queste pagine, nel costatare chi sono i protagonisti e come si comportano.

I maschi sono sicuramente la maggioranza ma, tra essi, gli adulti si contano sulla punta delle dita. La maggior parte sono adolescenti e giovani, spesso studenti, e molti, no, non si accontentano di bestemmiare, devono esagerare, devono dare il meglio del peggio, ottenere un risultato superlativo, la blasfemia massima, e così, con una furia verbale incontinente, vomitano porcherie indescrivibili: un intruglio putrescente di bestemmie, volgarità e pornografia, uno sputo di letame nauseabondo sopra tutto ciò che c’è di sacro.

Niente e nessuno è risparmiato: Dio, Gesù Cristo, la Madonna, San Giuseppe, i Santi, la Chiesa in generale, i credenti, i preti, le suore, i cattolici, il Papa,… tutto, tutto deve essere massivamente insudiciato, nel nome di un “inviolabile diritto d’espressione”.

 

Certo, perché “bestemmiare è un diritto”. Ecco perché, dopo “l’inconcepibile” ed “ingiusta” denuncia di Pontifex, i bestemmiatori di facebook si sono mobilitati, mediante la costituzione di gruppi e pagine per sostenere culturalmente la causa.

È il caso, ad esempio, di “Rispettate i diritti dei bestemmiatori” dove si legge: “Questa pagina ha uno scopo ben preciso: sensibilizzare i diritti delle persone che bestemmiano. Noi siamo presi di mira, insultati pesantemente e addirittura puniti con delle multe perché ‘offendiamo’ un uomo invisibile che vive tra le nuvole dalla dubbia esistenza. […] Noi bestemmiamo non uccidiamo nessuno. Voi e la vostra religione avete ucciso ed uccidete tuttora migliaia/milioni di persone. Più libertà, meno religioni, uguale un mondo migliore”. O di “La bestemmia è un inviolabile diritto di espressione”, dove troviamo scritto: “Non è possibile che in Italia, stato laico, si debba venir puniti e multati per la bestemmia, ancor più impossibile essere bannati su facebook. Bestemmiare dev’essere un diritto di tutti, e se per qualcuno è sintomo di mortale offesa verso un Dio che non esiste nemmeno (nessuno l’ha visto sino ad ora), allora quel qualcuno dovrebbe pensare che Dio si offende per le cose che succedono tutti i giorni: violenze, omicidi, torture, genocidi. Allora perché colpevolizzare chi bestemmia?”. O in un altro che ci comunica: “Questo gruppo è stato fatto per la libertà di parola. Perché noi non potremmo bestemmiare tranquillamente?”. Quest’altro, infine, proviene da “Ti chiedo la gentilezza di bestemmiare”: “Questa è una lotta di civiltà, chi bestemmia crede nel progresso non in un amico immaginario!!!”.

 

Sono frasi che lasciano senza parole, e, se da un lato denunciano una palese ignoranza in merito alla conoscenza della Storia ed il completo fallimento dell’educazione religiosa - ammesso che ci sia stata -, dall’altro ci mostrano che questi ragazzi sono veri figli del proprio tempo. Sono questi i frutti che producono ragazzi cresciuti a pane e autodeterminazione, bombardati sin da piccoli dai media e vari cattivi maestri che hanno insegnato e insegnano che ogni cosa deve essere ottenuta, tutto è lecito, tutto si può fare.

 

Allora non possiamo stupirci se su facebook incappiamo nel gruppo “Noi facciamo quello che cazzo ci pare” o in una lunghissima lista di gruppi denominati “Porco D..” e “Porca Mad….”. Insomma, si bestemmia al “Grande Fratello” e all’ “Isola dei Famosi”, perché allora non lo si dovrebbe fare sul social network? E se è lecito uccidere il proprio figlio in grembo, perché non lo dovrebbe essere anche bestemmiare che è, sicuramente, meno grave? E se c’è chi lotta per legalizzare la droga e l’eutanasia, perché non si dovrebbe lottare per rendere lecita la bestemmia? E se sono taluni personaggi noti, i primi, ad oltraggiare con vignette offensive e una satira volgare il Papa, la Chiesa e i credenti, o artisti famosi a dissacrare ogni simbolo religioso, perché su facebook dovrebbe essere impedito? Se la società intera mostra, su più livelli, che il rispetto non è più una virtù, perché mai dovremmo averne per chi non la pensa come noi?

 

Rileviamo, altresì, come questi giovani abbiano perfettamente recepito il modo di fare tipico della nostra epoca, che consiste nel rovesciare la realtà, al fine di poter fare i propri (porci) comodi. Apprendiamo così che le vittime non sono i cattolici e credenti vituperati oltre ogni misura, ma loro, i poveri bestemmiatori “insultati pesantemente e puniti con delle multe”, assolutamente inique, da quei “bigotti” arroganti che credono “nell’uomo invisibile”, o che parlano con un “personaggio immaginario”.

 

E’ proprio da questo sentirsi vittime che è partita la crociata contro Pontifex, reo di voler colpire il fondamentale diritto di ogni bestemmiatore ad esprimersi liberamente. Così sono nati, ad esempio: “No alla multa per bestemmia”, dove leggiamo: “andate a leggere cosa vuole fare quella cazzo di chiesa cattolica. Suggerite e condividete la pagina per favore”; e “Uniti contro Pontifex.Roma” che porta avanti la missione di “unire tutti i gruppi anticlericali sotto un’unica bandiera”. Altri hanno pensano di lanciare anche una petizione via web: “1.000.000 di firme per chiudere Pontifex”.

Insomma, ci si scaglia contro la Chiesa cattolica anche quando non c’entra nulla, e si ignora - consapevolmente o meno - che l’art. 724 non fa parte di una legge del Codice Canonico che la Chiesa sta tentando di estendere all’intera società, ma rientra tra le leggi del Codice Penale, approvate dal laico Parlamento italiano, del quale - in questo contesto - si chiede, giustamente, l’applicazione.

 

Si invoca con veemenza il “diritto di bestemmiare” il Dio in cui non si crede, che si ritiene sia “un uomo invisibile, dall’esistenza dubbia, che vive tra le nuvole”, o un “personaggio immaginario” col quale quei “matti” dei bigotti parlano, e non ci si accorge dell’evidente contraddizione in cui si cade. Che senso ha, infatti, imprecare contro il nulla? Quale soddisfazione se ne ricava? E se i bigotti sono dei malati di mente perché parlano con un “amico immaginario”, non è, forse, ancora più pazzo chi, quell’ “amico immaginario” inesistente, lo offende?

 

Il bestemmiatore vero non può essere ateo. Il bestemmiatore autentico, in Dio ci crede e, pertanto, lo bestemmia - volutamente e consapevolmente - per rifiutarlo, rivoltarglisi contro, esprimergli il proprio odio e profondo disprezzo.

Bestemmiare è propriamente del Demonio, il nemico di Dio per eccellenza, e la bestemmia è “l’urlo rabbioso di Satana che esce dalla bocca di un uomo per cercar di sporcare la gloria di Dio”, “è il supremo atto di superbia che un uomo possa compiere, perché lui, così piccolo e impotente, tenta di mettersi sotto i piedi il Signore Dio, infinitamente grande, santo e onnipotente, quel Dio che, se solo lo volesse, potrebbe stritolarlo in un attimo e con ottime ragioni” (P. G.M Scozzaro).

La bestemmia è il peccato grave che scaturisce dalla violazione del primo e del secondo dei Comandamenti (“Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori di me” e “Non nominare il nome di Dio invano”) che - in Matteo 22,37 - Gesù riassume così: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” definendolo come “il più grande e il primo dei comandamenti”.

 

Ecco perché non ha alcun senso, per un non credente, invocare il diritto a bestemmiare. Allora è plausibile pensare che coloro che ne chiedono il riconoscimento mirino ad altro, nascondano altre motivazioni, e cioè il desiderio di infastidire chi crede, disturbare chi quel Dio lo prega e lo ama, di gettare fango e sporcizia sulla Chiesa e sulla comunità dei credenti; vuoi per il gusto di molestare, o per autentica cattiveria, o magari solo per abitudine, perché tanto lo fanno tutti, e i cattolici, di solito, stanno zitti, lasciano correre, non mostrano alcuna indignazione di fronte a quel continuo fenomeno vessatorio e denigratorio nei confronti della religione cattolica che incessantemente va in scena, nella vita di tutti i giorni e sui media, tanto da essere diventato uno sport o una moda.

 

Navigando tra le pagine blasfeme, l’odio si respira, eccome se si respira! Pontifex ha pienamente ragione nel denunciare il dilagante sentimento di cattofobia all’interno del social network. Alcuni utenti ne hanno fatto addirittura una missione, una vera e propria bandiera; e la cosa appare loro così assolutamente normale che si sentono di agire alla luce del sole, liberamente e con tranquillità, mostrando - sin dal nome scelto per il gruppo, la pagina o il profilo - i sentimenti che li animano, le intenzioni che hanno, la missione che portano avanti. Ecco alcuni esempi:

 

Odio il Papa, e tutto il Vaticano” (piace a 3.930 persone); “Io odio Papa Ratzinger” (piace a 865 persone); “Odio la Chiesa, il Papa e tutti i suoi discepoli… fanculo ipocriti di merda” (piace a 6.440 persone); “Cristianesimo, religione d’odio” (piace a 567 persone); “Maledetto Sedicesimo” (8 profili); “Il problema è che sono stati asfaltati i prati e non i preti” (piace a 745 persone); “Regalo pastore tedesco” (piace a 3.948 persone); “L’angolo Confessionale del Cardinal Porcangelo Maialasco” (piace a 47 persone); “Chiesa? No grazie” (piace a 447 persone); “Ci sono più gay al Vaticano che al Muccassassina” (piace a 11.527 persone); “Crociata contro la Bibbia” (piace a 3.648 persone); “Far iscrivere preti su FB solo per poter bestemmiare nelle loro bacheche” (piace a 2.240 persone); “Penedict XVI, The rebel comdom” (piace a 598 persone); “Infastidire persone credenti con bestemmie gratuite” (piace a 397 persone); “Io dico no al cattolicesimo e alla lobby etero” (piace a 97 persone); “Apriamo i campi di concentramento per il clero e tutto il Vaticano” (piace a 185 persone); “La Bibbia come non l’avete mai letta” (piace a 2.589 persone); “C’è più blasfemia nella figura del Papa, che in un D.. Porco” (piace a 2.653 persone); “Bestemmia automatica quando la radio si ferma su Radio Maria” (piace a 29 persone); “Fare irruzione a Radio Maria e lanciare una bestemmia in diretta” (piace a 191 persone); “Bestemmia automatica di inizio Messa” (piace a 489 persone); “Maiale Polacco” (piace a 19 persone); “Incontrare Claudia Koll e Paolo Brosio e salutarli con una bestemmia” (piace a 5.233 persone); “Finalmente denunciato un criminale del nostro tempo: Natzinger” (piace a 117 persone); “Il mostro di Calcutta” (piace a 493 persone); “Porco D.. boys” (gruppo di 159 membri); “Contro il fanatismo intollerante e cieco di Padre Livio Fanzaga” (gruppo di 1.109 membri); “Quelli che scenderanno in piazza a festeggiare la morte di Ratzinger” (gruppo di 83 membri); “Regalo pastore tedesco” (gruppo di 55 membri); “Quelli che darebbero la vita per sentire il Papa smoccolare” (gruppo di 211 membri); “Papa Maialetto Sedicesimo Secondo” (1 profilo); “Anti Clero” (piace a 456 persone); “Cloro al clero. La più grande collezione di immagini eretiche dal web” (piace a 426 persone); “cloro al clero” (gruppo di 1.116 membri); “Vomitare sul clero” (piace a 149 persone); “Clero Porcoinfame II” (1 profilo); “Università Cazzolica di My l’Ano” (piace a 19 persone); “Bestemmiare durante le processioni” (piace a 1.240 persone); “Gente che dovrebbe obiettivamente morire” (piace a 18.293 persone); “Fare l’imitazione di Papa Ratzinger utilizzando la parola ‘Pampini’” (piace a 10.663 persone); …

 

L’odio si diffonde, si alimenta, cresce anche nelle singole bacheche, lì dove si interagisce, dove chi vuole ha la possibilità di intervenire dicendo la sua. Si assiste, allora, a veri e propri scontri verbali, che vedono schierati, da una parte, qualche cattolico che manifesta il proprio sdegno comunicando, ad esempio, di aver segnalato la tal pagina blasfema alla Polizia Postale o a Facebook, e, dall’altra parte, i bestemmiatori che si sentono ingiustamente segnalati e perseguitati nel loro diritto ad essere blasfemi.

Talvolta lo scontro diviene vero e proprio furore; allora iniziano a volare parole grosse ed offese, da un lato, che richiamano ulteriori bestemmie e volgarità, dall’altro, in un crescendo altamente astioso di profonda avversione reciproca.

 

Non di rado, poi, come conseguenza, scatta la ritorsione, consistente nel coalizzarsi dei bestemmiatori con lo scopo di colpire il segnalatore, o inondando di bestemmie la sua bacheca, o notificando, come molesto, il suo profilo al Centro abusi: “Segnaliamo in massa questa tr..a che ci ha segnalato!”; “Dai, forza, andiamo tutti a bestemmiarle nella bacheca!”; “Andate su questo profilo … … e bestemmiate copiosamente!”, sono alcuni degli inviti rivolti ai propri fans. Questo, ad esempio, proviene da “Il mio Dio ha sembianze Suine” (piace a 29.106 persone): “Ragazzi, io a questa mi sarei limitato a rispondere come al solito, come a tutti i bulletti che scrivono in bacheca che ‘la paggina fa SkiFo’ e cose così, ma quando ho visto che la suddetta paladina di Cristo è anche una fan di Bieber ho pensato che anche voi voleste unirmi a me nel risponderle. Andiamo”. L’hanno attaccata oltre trenta persone e le hanno scritto di tutto e, ovviamente il link - con il resoconto - è ben visibile in bacheca affinché i fans possano apprezzarlo e continuare ad inviare insulti alla ragazza (l’attacco è partito il 9 luglio, l’ultimo commento risale all’11 ottobre).

Quest’altro, invece, proviene dalla bacheca di “La Bestemmia” (piace a 3.545 persone): “Questa è la mail … … di una put…a moralista cattolica che mi rompe i co…..i da giorni. Riempiamole la mail di bestemmie!”. E questo da “Bestemmiare” (piace a 14.088 persone): “Fan vi chiedo di segnalare in massa la spia segnalatrice bigotta qui in foto … … Porco il suo D.. spia come lei”.

 

Oppure la rappresaglia scatta come reazione dall’essere stati bannati, ovvero impediti ad accedere in una determinata pagina, perché considerati importuni, o perché si sono violate ripetutamente le regole.

Questo appello proviene dall’amministratore di “999 bestemmie da dire prima di morire” (piace a 110 persone) e si riferisce alla pagina “Ti chiedo la gentilezza di non bestemmiare”: “Porco D.. facciamo un attacco incrociato a sti stronzi che bannano la gente solo per aver detto la verità sul loro Dio”, e, qualche giorno più tardi: “Ragazzi dobbiamo fare un attacco di massa così chiuderanno la pagina… domani mattina alle 12.00 attacco di massa contro la pagina … … A domani, guerrieri del porco D..!”.

Quest’altro proviene da “Bestemmiare”, ed è indirizzato al medesimo gruppo: “Amici! Fratelli! Sorelle! In nome della bestemmia, alle ore 12.00 in punto iniziamo un attacco congiunto a questa pagina … … Vi voglio pirati in nome del Porco D..!; Attaccheremo in massa… impazziranno”. All’invito dell’admin, uno dei fans consiglia: “Ascolta ma fai una cosa più organizzata! Crei l’evento, lo spammi in altre pagine blasfeme e fidati che va meglio!”.

 

E non è finita qui. Sul social network spadroneggia anche un tipo di bestemmiatori dal carattere altamente bellicoso, che si muove, attaccando pagine e gruppi cattolici per il semplice gusto di farlo, e che agisce su due fronti.

Uno di questi è rappresentato da incursioni programmate (chiamate “attacchi bestemmianti”) alle bacheche di alcune pagine cattoliche, con l’unico scopo di inondarle di bestemmie, improperi e volgarità. L’altro consiste nel mettere in atto autentiche spedizioni di tipo piratesco, con l’obiettivo di conquistare i gruppi cattolici, sottraendoli ai legittimi proprietari, per trasformarli in blasfemi.

 

Tra gli organizzatori degli “attacchi bestemmianti” ci sono gli amministratori della pagina “Ti chiedo la gentilezza di bestemmiare” che a questa usanza hanno anche dedicato una sezione tra le foto, dove pubblicano, come fossero trofei, le immagini delle aggressioni.

Dall’osservazione di questi report apprendiamo che i cattolici presi di mira sono una pagina dedicata a Madre Teresa di Calcutta e quella di Famiglia Cristiana.

 

Questo uno stralcio dell’attacco alla pagina di Madre Teresa (censuro bestemmie e volgarità estreme con i puntini di sospensione):

 

- Era una donna sporca e lebbrosa!

- Madre Teresa è un tossicodipendente di m...a

- oh Madre Teresa di Calcutta che col prete si butta!

- oh ma ficcati il c..o nell’acqua santa, pagliaccia!

- Madre Teresa lo prende in c..o da un cinghiale in corsa.

- Mad….ccia ragazzi gli abbiamo spaccato il c…o di brutto a questa vecchia di m…a!

- Ora possiamo tornarcene a casa lasciamo giusto le ultime bestemmie … … …

 

E questi alcuni dei commenti fatti in calce ai report pubblicati dagli admin:

 

- Sono morto dal ridere quando sono entrato nella pagina!

- Brutta str…a venduta mafiosa ladra schifosa. Ecco cos’era questa m…a.

- Mega trollata!

 

Nell’attacco a Famiglia Cristiana, ci sono varie bestemmie e vituperi non riportabili se non con una lunga serie di puntini di sospensione.

A queste azioni di disturbo verso i gruppi cattolici si dedicano anche altri, non di rado infatti, tra le numerose immagini blasfeme inserite nelle pagine, capita di trovare anche quelle dei resoconti di questi assalti, seguiti dai consueti commenti soddisfatti dei partecipanti alla spedizione e dei fans.

 

E poi c’è l’altra frangia, quella dei bestemmiatori “pirati”, aggressivi e verbalmente molto volgari e violenti. Si nascondono tutti dietro un falso profilo, come fanno, ad esempio, i “frati bestemmianti” e non hanno paura di niente, nemmeno della Polizia Postale che deridono, facendole il verso con ben due pagine intitolate “Polizia Porcale”. La “Polizia Porcale” è la loro “nave pirata”, lo strumento virtuale col quale andare all’arrembaggio dei gruppi cattolici con la missione di “debellare il virus del cristianesimo”.

Appena entrati ci accoglie il logo della polizia con impresso il muso di un maiale e, poco più in là, questa descrizione: “Dovunque un prete tenti di molestare un povero fanciullo. Dovunque un criminale si faccia il segno della croce. Dovunque qualcuno sventoli la bibbia. Dovunque il cristianesimo si annidi, la Polizia Porcale sarà sempre presente per proteggervi”, e nell’altra pagina: “Siamo tornati più integerrimi che mai, la nostra determinazione a contrastare la minaccia bigotta non perirà di fronte ad un misero ban perché noi siamo al servizio del sommo don pio cristiddio e non ci lasceremo scoraggiare per così poco!! Tremate bigotti mangia merda!!”.

 

La strategia che usano per impadronirsi delle pagine cattoliche è molto semplice. Dopo aver scelto il gruppo da conquistare, uno di loro si presenta con una falsa identità mostrando un forte interesse per la missione di quel gruppo. Con questo finto fervore riesce poco a poco a conquistarne la fiducia finché, proprio in virtù di questa fiducia od assicurando, per esempio, di poter incrementare il numero dei fans e dei sostenitori promuovendolo tra i propri contatti e amici, riesce ad entrare a far parte degli amministratori o, comunque, ad entrare a conoscenza dei dati segreti di accesso (mail e password). A questo punto non gli resta altro da fare che cambiare questi dati, impedendo definitivamente l’entrata ai legittimi proprietari, ed iscrivere i propri amici blasfemi che iniziano ad inondare la bacheca di bestemmie e volgarità.

 

Questo è successo al gruppo “Amici di Gesù”, “Gesù vera luce” e “Spirito Santo luce del mondo”, tutti e tre conquistati dai “frati bestemmianti”. Subito dopo la conquista, l’immagine dei gruppi è stata sostituita con quella del loro logo - una bandiera pirata bianca e nera con la testa di un maiale al centro -, e la “descrizione” di tutti e tre i gruppi, con queste parole: “Porcod.., Porca Mad…a e tutti gli angeli in colonna. Questo gruppo è stato conquistato dai frati bestemmianti, ogni vostro tentativo di ribellione sarà inutile stolti cristiani. Il cristianesimo tramonterà presto, il Porcod.. trionferà! Morte al cristianesimo, lode alla bestemmia! Mad…a insulsa puttana!”.

Nella bacheca, oltre alle bestemmie, ci sono ancora i commenti lasciati dagli aderenti: “Ennesimo gruppo diventato purtroppo blasfemo. Abbandonate subito questo gruppo”, nonché diverse comunicazioni di denuncia al Centro abusi e alla Polizia Postale… di fatto inefficaci.

 

Stessa sorte è toccata ai gruppi “Facciamo chiudere il gruppo Porco D.. la Mad…a puttana e Cri..o bastardo” e “Chiudiamo il gruppo per quelli che pensano che Mad…. sia puttana” - ora con le bacheche zeppe di volgarità estreme e imprecazioni - e a quello di “Per un Fb più sicuro”, una pagina gestita da mamme (assieme ai propri figli) - preoccupate da questo fenomeno dilagante -, che, nel loro piccolo, cercano di contrastare inviando le segnalazioni al Centro abusi (sordo-cieco) di facebook. Rubato per ben due volte dall’ “armata bestemmiante” la pagina ora è di nuovo attiva.

 

Sconcerta osservare che, a questo fenomeno riprovevole, partecipa anche l’universo femminile, e lo fa con una passione e padronanza tale da mostrare di essere assolutamente all’altezza, tanto da non aver nulla da invidiare alla controparte maschile. Evidentemente tutti quegli anni di lotta per poter essere come l’uomo, per ottenere la parità, prima o poi qualche risultato lo dovevano produrre.

 

Scrive, infatti, Don Enzo Boninsegna (“La bestemmia l’urlo dell’inferno”): “Un tempo la bestemmia era ‘monopolio’ o ‘privilegio’ quasi esclusivo di certe categorie: bestemmiavano le classi più povere, non le classi più elevate; bestemmiavano gli uomini, pochissimo le donne; bestemmiavano gli adulti, non i bambini (salvo, s’intende, poche eccezioni). […] Conosco uomini, collaudati bestemmiatori, che un tempo si sarebbero guardati bene dal lasciarsi sfuggire anche solo una bestemmia davanti alla fidanzata: poteva comportare la fine di un sogno e del loro amore. Oggi, al contrario, ci sono ragazze che, per guadagnare punti nella stima del loro ragazzo, sparlacciano e bestemmiano con estrema disinvoltura. Dunque… un livellamento in basso: non è l’uomo che si è elevato, è la donna che si è abbassata. Anche qui… una comunione… ma nel fango!”. Ebbene, Don Enzo fornisce una fotografia assolutamente realistica di ciò che avviene all’interno del Social network.

 

Pur essendo presenti in numero inferiore rispetto agli uomini, le giovani che incontriamo dimostrano di possedere un ottimo vocabolario blasfemo, e livelli altissimi di fantasia e creatività nello sciorinare, al pari dei maschi, volgarità indicibili e bestemmie.

Oltre alle tantissime fans che interagiscono nelle bacheche, o mettono il “mi piace” alle pagine, incontriamo anche qualche amministratrice “unica”, cioè che ha creato e gestisce la pagina da sola. Una ha il volto della “ragazza della porta accanto” e si presenta, ai suoi numerosi seguaci, in una foto dove mostra sul proprio seno un’ingiuria alla Madonna, scritta con un rossetto di colore rosso.

 

Oppure sono co-admin, cioè collaboratrici al fianco di amministratori maschi. Una di esse si mostra in varie fotografie, tra cui: mentre inscena assieme al “socio” (il fidanzato/un amico?) una caricatura dell’offertorio, in adorazione di un escremento di cane trovato per strada (evidentemente il suo dio) e di fianco ad una immagine della Madonna con il fumetto “Sono più gnocca io”. In bacheca, oltre al linguaggio “colorito” - che non riporto -, con una finezza tutta femminile, comunica al suo pubblico: “Finché resto stitica sento di avere Dio dentro di me”… … Cosa dire? Come commentare? Solo una frase: povero genio femminile, come ti hanno ridotto!

 

Poi ci sono gli adolescenti, i ragazzini, addirittura i bambini, e fa impressione vedere quanti sono e quello che scrivono.

Avranno all’incirca 13, 14, 15 anni e, come generalmente accade a quell’età, hanno iniziato a staccarsi dai genitori per volgersi alla comunità dei pari, aggregarsi agli amici, fare gruppo. Il gruppo, poi, si trasferisce anche nella realtà virtuale, viene replicato sul social network e, che nome gli si dà? Quello di una bestemmia.

Sono oltre 250 i gruppi che si chiamano “Porco D..” e altrettanto quelli che incitano alla bestemmia e che contengono un’ingiuria alla Madonna.

È lo specchio dei tempi, che ci vuoi fare?”, qualcuno dirà. Certo, sarà pure così, ma questo specchio riflette una realtà squallida e desolante. E allora qualcosa bisognerà pur dire, qualche domanda porsela, come ad esempio: quale responsabilità hanno i genitori in tutto questo? Quanto conta l’esempio che trasmettono ai propri figli, o i silenzi quando invece si dovrebbe parlare, assumersi l’impegno e la fatica di educare?

 

Scrive, infatti, Don Enzo: “Che pena sentire bambini che nella loro prima Confessione, e in quelle che seguono, dicono di aver bestemmiato! Non pregano quasi mai, ma già bestemmiano e bestemmiano abitualmente. In questa situazione sono del tutto esenti da responsabilità i loro genitori? […] Ciò che preoccupa maggiormente è la responsabilità criminale dei genitori, degli adulti o dei ragazzi più grandi che si fanno maestri di vizio, e del peggiore dei vizi, per dei bambini innocenti. […] E preoccupa inoltre l’avvenire di questi bambini: se già da piccoli bestemmiano (sia pure, forse, senza colpa grave), quale avvenire di peccato si prepara per loro, se al più presto non troveranno sul loro cammino delle persone buone, attente e sensibili, capaci di farli smettere di bestemmiare! Pare che il rischio di perdere la salvezza eterna (rischio concreto per ogni uomo), nemmeno sfiori tanti genitori cristiani, intenti a far crescere i loro figli come ‘polli da allevamento’ più che come figli di Dio chiamati alla gioia eterna del paradiso”.

 

Che i ragazzi grandi siano di cattivo esempio per i più piccoli, su facebook è lampante: ne copiano le intestazioni delle pagine e dei gruppi, nonché le frasi e le immagini blasfeme, li imitano in tutto e, per sentirsi grandi e importanti, vanno a bestemmiare nelle loro bacheche. Tra questi uno ci salta subito agli occhi, è davvero piccolo, avrà all’incirca 8-9 anni, tanto che l’amministratore stesso ne rimane colpito. Questo è il colloquio avvenuto tra i due, nella bacheca di “d.. porco”, il 2 settembre 2011:

 

- bambino: “porko d.ooo

- admin: “c..zo ma 6 veram qllo in foto????? Ma 6 un giovanissimo bestemmiatore!!! altroke bimbominkia, tu fratello porterai nel mondo la parola del porconesimo!!!! un D.. boia anke a te!

- bambino: “ma figa se sono io e se vuoi t do una dimostrazione: D.. di quel porco martoriato dalla Mad…. vacca pomp…. che a sua volta viene inc….. da san pietro mentre quel gay porco maiale di G… sb…. dalla croce vedendo la mad…. maiala porca inc…..

- admin: “hahaahhahhaaahh!!!!!! notevole ragazzo, la tua educaz si sta formando a na velocita e cn na compiutezza spaventosa, cr…. che trascina la croce vestito da drag queen col tacco 12

 

il giorno dopo:

 

- bambino: “nessun m piace k delusione

- admin: “ma certo ke mi piaceeeeeee!!!!! continua così, giovane blasfemo, ti affidiamo la crescita del nostro movimentoooooooo!!!!! Mad…. marinata in olio usato e limone contaminato alla diossina!!!!

- bambino: “d.. boiaaaaa

 

A quanto visto fino qui, che ci sembrava già abbastanza, dobbiamo quindi aggiungere quest’ultimo gravissimo aspetto, che va in scena sotto i nostri occhi increduli, e cioè che un bambino di 8-9 anni, imitando i cattivi maestri che sulla piattaforma la fanno da padroni, mossi dalla certezza dell’impunità, abbia imparato a imprecare come un bestemmiatore adulto e patentato, e trovi pure chi lo lodi e lo incoraggi a proseguire su quella strada.

Tutto questo avviene alla luce del sole, lì nella bacheca, dove tutti possono vederlo, come fosse una cosa normale, come se non ci fosse nulla di cui stupirsi se non l’osservare che ci troviamo a vivere in un’epoca strana, un’epoca qualificata da una cecità generale inquietante, silente e colpevole.

Solo pochi audaci ad opporsi e a combattere, a sperimentare l’atteggiamento reticente e riluttante di quell’entità dislessica che è il centro abusi di facebook e, nel contempo, a sopportare la persecuzione reale e aggressiva, a fatti e parole, di decine di bestemmiatori inferociti; un prezzo altissimo solo per ottenere qualche magro risultato, modesto, deludente.

 

Cos’è successo, infatti, alla paginaLa Madonna puttana” denunciata dal Codacons? Beh, la pagina è stata chiusa, peccato che subito dopo ne era già nata un’altra nuova di zecca: “La Madonna è sempre più puttana”. E cos’ha ottenuto Pontifex oltre all’indignazione dei gruppi nati esplicitamente contro di lui e alla petizione via web? Dunque, “Radio Bestemmia” è ancora lì al suo posto, lo stesso dicasi per il “Club della bestemmia”, invece la “Confraternita dei Frati bestemmianti” sembra non ci sia più, ma i “frati bestemmianti”, loro ci sono eccome! Con i consueti falsi profili e altre pagine, bellicosi come sempre e, ora, pure con un surplus di rabbia. Insomma, dopo le denunce, non è cambiato nulla, i bestemmiatori sono ancora tutti al loro posto in felice compagnia delle altre 800 e più pagine blasfeme.

 

Il punto è che, per far chiudere una pagina empia, occorre tempo e fatica: è necessario inviare centinaia di segnalazioni al centro abusi, o fare una denuncia alla Polizia postale, o alla Procura della Repubblica, che poi devono indagare, secondo tempi e modi propri, e così altro tempo trascorre e altri mezzi devono essere impiegati. Per contro, creare una nuova pagina su facebook, e pubblicizzarla all’istante presso i propri amici, è un’operazione che richiede appena qualche minuto. Ecco perché i metodi usati sinora non solo non sono incisivi, ma anche del tutto inadeguati ad arginare un fenomeno in continua espansione.

 

Sembra, allora, che sia arrivato il momento di cercare altre strade, mettere in campo azioni diverse da quelle intraprese fino a qui.

Una di queste potrebbe essere quella di trovare una soluzione giuridica al paradosso proprietà/ma-non-responsabilità che ora consente a facebook di lavarsene le mani, una “cura” penale che gli permetterebbe di riacquistare immediatamente la vista, un’ottima vista! E magari - perché no? - cominciare ad imparare anche un po’ di italiano.

 

Un’altra azione da intraprendere potrebbe essere quella di valutare l’opportunità, sempre sul piano giuridico, di rimediare ai danni della legge n. 205 del 25 giugno 1999 che ha depenalizzato la bestemmia declassandola da reato penale ad illecito amministrativo. Un’operazione che non ha certamente aiutato ad arginare l’oltraggioso fenomeno il quale - come è normale che accada - da quel momento si è avviato in una rapida ascesa.

 

In passato era già accaduto che un mass media si facesse promotore della pubblica bestemmia, e cioè quando, dall’ottobre ’93, Radio Radicale iniziò a concedere libero spazio alle telefonate (400mila, a conti fatti) dei suoi ascoltatori, i quali non si lasciarono sfuggire l’occasione di mostrare, alla collettività, l’eccellente conoscenza del dizionario blasfemo italiano, riversando ai microfoni dell’emittente radiofonica, un miscuglio di volgarità indescrivibili e bestemmie, nonché un odio feroce e reciproco tra Nord e Sud d’Italia.

 

Allora, come oggi, pochissimi protestarono o intervennero per porre fine a quella vergogna, mentre, le denunce mosse da alcune associazioni cattoliche venivano rigettate dal Garante per l’Editoria Giuseppe Santaniello che, nel gennaio ’94, mandò assolta l’emittente radiofonica con questa motivazione: gli interventi in diretta degli ascoltatori, anche se ricchi di parolacce “rispecchiano la vita, i sentimenti, modalità di comunicazione nella società” e quindi “hanno avuto l’obiettivo di rendere testimonianza della volontà, dei sentimenti e delle relative modalità di espressione di un largo strato della popolazione, tanto da attirare la riflessione di numerosi studiosi, convenientemente rimarcata dalla stessa emittente nel corso delle trasmissioni”.

 

In definitiva il giurista stabilì che, in quella circostanza, la radio di Pannella non aveva svolto solo un servizio pubblico, ma il suo “reportage” aveva avuto anche un’importantissima funzione sociale e culturale, tanto da essere divenuta materia di studio… … Invece noi abbiamo avuto modo di assistere all’ennesimo, perfetto e, oramai, collaudato agire mediante rovesciamento della realtà, che permette di fare tutto quello che si vuole infischiandosene delle conseguenze e del prossimo, quel modo di procedere che vede negli esponenti del Partito Radicale i maestri incontrastati.

 

E dire che qualche anno prima, con la sentenza del 27 marzo 1992, la Corte di Cassazione, aveva fornito un’importante precisazione in merito all’art. 724, ravvisando come in esso non vi sia alcuna sanzione della libertà di pensiero, visto che la norma punisce una manifestazione pubblica di volgarità. Del resto, chi manifesta il proprio pensiero è tenuto a non oltrepassare quelle che sono le comuni norme di buona educazione e rispetto: “… assurdo e fuori di luogo è il voler ricondurre la bestemmia alla manifestazione del pensiero e alla libertà costituzionalmente garantita di tale manifestazione  (sia sotto il profilo dell’art. 21 che dell’art. 19 che, del primo, costituisce specifica enunciazione). Ciò che, invero, vien sanzionato, con la norma in questione, è il fatto di bestemmiare con invettive e parole oltraggiose: non la manifestazione di un pensiero, ma, una manifestazione pubblica di volgarità. Ed è pur superfluo il rilievo che, comunque, il diritto di libera manifestazione del pensiero trova il suo limite proprio nel divieto delle manifestazioni contrarie al buon costume (art. 21 Cost. ultimo comma): le manifestazioni, cioè, perseguite, appunto, in concreto, dalle norme sulla polizia dei costumi”.

 

Insomma, è sempre la stessa storia, sembra che l’oggettività non esista più, ad un giurista che fa’ ne segue un altro che disfa, mentre i cittadini prendono atto che il loro pensiero poco o niente conta per quell’èlite che detiene il potere e lo usa secondo il proprio arbitrio. Un po’ come è successo con le modifiche referendarie che si volevano apportare alla legge 40, respinte da un buon 75% di italiani ma, in seguito, di fatto permesse da alcuni giudici, che hanno accolto i ricorsi presentati da appena pochissime persone, le cui vicende dolorose sono state ideologicamente trasformate nel classico caso pietoso, come “cavallo di Troia” per scardinare la legge.

 

Rileviamo, per concludere, come la storia si ripeta, ieri veniva da Radio Radicale la promozione della pubblica bestemmia, oggi dal Social network. Non solo nulla è cambiato in questi anni , ma - come abbiamo visto – nel frattempo il fenomeno si è dilatato, si è aggravato, è peggiorato, arrivando a contagiare anche una marea di giovani (sia uomini che donne), adolescenti, nonché bambini innocenti.

Allora non si può continuare a far finta di niente, a disinteressarsene; qualcosa deve essere fatto, e non solo per il livello altissimo di gravità e intolleranza raggiunto da un fenomeno vergognoso e foriero di odio profondo tra le persone, ma anche perché la posta in gioco, oggi, è ancora più alta, in mezzo ci sono i nostri figli, come saranno gli uomini e le donne di domani: rispettosi verso il prossimo, o chiusi in un “io” capriccioso, insolente e prepotente?

 

L'elenco, aggiornato a Settembre 2011, delle Pagine, Gruppi e Profili blasfemi presenti su Facebook è visibile al seguente link:

(perfori.com/default.aspx?pg=b69a0f65-30f5-4ed6-bb03-77aad6ed7e79).

 



 
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