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LA BELLEZZA TAROCCATA: la chirurgia estetica e il volto
Di Lorenza Perfori - 08/01/2011 - Cultura e società - 12124 visite - 0 commenti


Il volto umano è scomparso, volgiamo lo sguardo intorno e non lo vediamo più. È da un po’ che si è smarrito, già dal 1929 il filosofo e scrittore tedesco Max Picard (1888 – 1965) notava come il volto umano fosse sparito dalla pittura contemporanea. Una pittura che ha scomposto e sezionato i corpi riducendoli a occhi, nasi, denti, bocche, unghie, organi sessuali, mani, artigli. Una vera e propria autopsia dell’umano che ha contagiato anche altre forme di arte, come la scultura, la fotografia, il design…

 

            Questa tendenza dell’epoca moderna non si è, tuttavia, limitata al solo campo delle arti figurative, ma si è spinta oltre, fino ad investire l’uomo reale: le donne e gli uomini in carne e ossa; resa possibile grazie ai notevoli progressi compiuti nel campo della chirurgia plastica ed estetica. Corpi e visi plasmati dall’uomo che ne ha enfatizzato alcune parti e ridimensionate altre. Di qui quei volti - con dei nasi piccolissimi, quasi invisibili -, nei quali spiccano enormi bocche prominenti che elargiscono sorrisi diventati smorfie beffarde. O quegli altri dallo sguardo accattivante, con le palpebre sollevate all’inverosimile che conferiscono una permanente espressione cupa e accigliata. O ancora, quei corpi magrissimi, quasi anoressici, sbilanciati da seni enormi e glutei rimpolpati.

            La chirurgia plastica, nata come una branca della chirurgia vera e propria, è degenerata in una forma esasperata di chirurgia estetica contribuendo ad alimentare quel processo di disumanizzazione e scardinamento dell’umano proprio dei nostri tempi.

 

La chirurgia plastica

 

 

La chirurgia plastica è una delle più antiche pratiche della chirurgia. Sembra che già nel 2000 a.C. in India – dove l’amputazione del naso era considerata una forma di punizione - venissero praticati degli interventi di ricostruzione di questo organo utilizzando un lembo di cute preso dalla fronte. Cenni sulla chirurgia plastica si trovano anche negli scritti antichi di medicina dei popoli greco e romano. Tuttavia, i primi sviluppi significativi in questo campo li dobbiamo al medico bolognese Gasparo Tagliacozzi (1545 – 1599), che fu il primo ad eseguire la rinoplastica – in contrapposizione al metodo indiano – utilizzando un lembo cutaneo prelevato dall’avambraccio. Il metodo tagliacozziano o italiano fu ripreso e perfezionato dai chirurghi inglesi e tedeschi all’inizio del XIX secolo.

Un ulteriore passo avanti fu compiuto nel XX secolo, dopo la seconda guerra mondiale. Qui la chirurgia plastica consentì ad alcuni feriti di recuperare l’uso delle parti del corpo lesionate, e ai grandi ustionati di migliorare il proprio aspetto esteriore, dando inizio all’idea per cui tale branca della chirurgia potesse esercitare anche un forte impatto positivo nella psicologia di chi vi ricorreva. In seguito, interventi di chirurgia ricostruttiva del volto furono eseguiti su pazienti che avevano avuto la faccia danneggiata da un incidente stradale o da una malattia.

In sostanza, la chirurgia plastica nasce come una disciplina strettamente medica volta a ripristinare le funzioni perse, migliorare parti del volto deturpate, correggere anomalie congenite (labbro leporino) configurandosi, in quanto tale, come una pratica utile e benefica. Le cose cambiano completamente, invece, quando dalla chirurgia plastica si passa alla chirurgia estetica.

 

La chirurgia estetica

 

 

La chirurgia estetica vede aumentare la sua popolarità a partire dagli anni Cinquanta. La sua caratteristica principale è quella di praticare preminentemente interventi di bellezza, vuoi per modificare un elemento del viso che si giudica brutto (un naso con la gobba, un mento sporgente, una mandibola pronunciata, …), vuoi per eliminare i segni dell’invecchiamento al fine di apparire più giovani (cancellare le rughe, sollevare le palpebre cadenti, rimuovere le borse agli occhi, …), vuoi per migliorare una parte del corpo che si considera non adeguata (un seno piccolo, un gluteo piatto, una pancia prominente, …).

All’inizio sono le cosiddette stelle del mondo dello spettacolo a rivolgersi al chirurgo estetico, in particolare donne che, per il ruolo che rivestono, si sentono tenute ad essere sempre giovani e belle anche con l’avanzare dell’età. Poi, piano piano il fenomeno si diffonde anche tra la gente non famosa con un alto tenore di vita - visti i costi elevati di tali trattamenti – che non vuole essere da meno dei personaggi noti; infine arriva anche tra la gente comune, grazie alla riduzione dei costi dovuta al moltiplicarsi dei chirurghi estetici (soprattutto attraverso internet) richiamati dai lauti guadagni, prima, e dall’espandersi della domanda, poi.

Così, quella che inizialmente era una pratica riservata a pochi “fortunati”, oggi si è estesa a tappeto in tutti gli strati sociali, e allora può succedere che dallo schermo televisivo e dalla jet society il fenomeno emigri nella propria città e quartiere dove è possibile assistere, da un giorno all’altro, alla trasformazione della propria vicina di casa, o collega di ufficio, in una maggiorata con il nasino alla francese e il labbrone a canotto.

Questo moltiplicarsi incontrollato di cliniche che offrono trattamenti di bellezza e di chirurghi che si dicono estetici, suscita non poche preoccupazioni. Da un’inchiesta svoltasi in Gran Bretagna, condotta da una commissione medica per la National Confidential Inquiry into Patient Outcome, è emersa un’industria che troppo spesso mette a rischio la salute e la sicurezza dei pazienti. Tra le cliniche esaminate dall’indagine, la maggioranza hanno chirurghi inesperti e quasi metà delle sale operatorie sono malamente equipaggiate. Afferma il rapporto: “E’ una specialità che frutta enormi guadagni ma che cresce in modo indiscriminato e selvaggio, senza sufficienti controlli governativi” (franceschini.blogautore.repubblica.it).

Accade allora che il 70% degli interventi vengano eseguiti per correggere i disastri altrui: “Queste operazioni ‘casalinghe’ (ossia che vengono svolte in appartamenti e non in strutture sanitarie) si stanno diffondendo a macchia d’olio e l’alleato principale di questi signori è internet, fonte privilegiata di informazione per le donne con un livello culturale medio-basso desiderose di apparire più belle, ma di spendere il meno possibile” (Carlo Albero Pallaoro - chirurgiaestetica.info).

Eppure, se osserviamo i volti di quei personaggi noti, dal tenore di vita “alto” e “altissimo”, individui che si sono rivolti non a dilettanti, ma a centri estetici tra i più specializzati e costosi, che hanno affidato i loro visi alle mani di chirurghi esperti e quotati, non sembra proprio che il trattamento abbia raggiunto lo scopo prefissato, ovvero quello di rendere le persone più giovani e più belle. Vediamo facce inquietanti, mostruose, deformate, più simili per fisionomica alla scimmia piuttosto che all’essere umano. Volti brutti, anzi bruttissimi, degli autentici obbrobri che a incontrarli di notte ci sarebbe da sussultare per lo spavento, come a trovarsi d’improvviso catapultati sul set di un film dell’orrore ma che, anche se si incrociassero di giorno, non muterebbero il senso di disagio e imbarazzo suscitato.

Una emblematica evoluzione al contrario ma con una differenza sostanziale. Mentre il passaggio dalla scimmia all’uomo è tuttora scientificamente indimostrato – nonostante le teorie di Darwin e dei suoi seguaci – il passaggio dall’uomo alla scimmia è sotto gli occhi di tutti, visibile in quei volti reali trasformati in catarrine da costosissimi interventi di chirurgia estetica. Sembra di poter dire che dove non poté l’evoluzione, riuscì l’uomo.







Il fenomeno diviene ancor più inquietante se consideriamo che ricorrere alla chirurgia estetica è diventato talmente di moda, che ha iniziato a farne ricorso anche chi non ne ha assolutamente bisogno, come donne giovani o giovanissime alle quali la natura ha elargito particolare bellezza, dotandole di volti proporzionati e di lineamenti delicati. Dal vasto panorama rappresentativo prendiamo giusto tre esempi: Nina Moric (33 anni, ex compagna di Fabrizio Corona), Noemi Letizia (19 anni, protagonista dello scandalo con il premier Berlusconi altrimenti detto “papi Silvio”)  e Heidi Montag (23 anni, starlette del reality the Hills).

Tre donne molto belle, artefatte e imbruttite dalla chirurgia estetica e dal trucco. Nina Moric con le labbra e il viso gonfiati da sembrare palloncini; Noemi Letizia invecchiata di vent’anni; come Heidi Montag dal volto inespressivo, pietrificato, da manichino di plastica.




Non manca, poi, chi ha completamente modificato i propri connotati fisici, sottoponendosi ad una lunga serie di dolorosi e costosi interventi, con la sola motivazione di assomigliare a qualcun altro. In internet (www.tuttoscienze.com) è possibile trovare la classifica dei dieci interventi di chirurgia estetica più bizzarri mai eseguiti:

 

Nileen Namita, 49 anni ha speso 360 mila dollari in 51 interventi per assomigliare il più possibile alla regina egizia Nefertiti.

 

Annette Ewards ha speso 16mila dollari in vari interventi chirurgici per somigliare alla Jessica Rabbit del cartone animato.

 

Janet Conliffe ha speso 13mila dollari per divenire il più possibile simile alla propria figlia Jane, di 22 anni più giovane.

 

Le gemelle Jo e Kerry Burton di 34 anni hanno eseguito i medesimi interventi di chirurgia estetica per poter continuare ad essere identiche anche dopo i “trattamenti di bellezza”.

 

Nadya Suleman è conosciuta come la donna britannica ad aver partorito otto gemelli e per aver subito il maggior numero di interventi per cercare di essere come l’attrice Angelina Jolie.

 

Zhao Gang, ha costretto la nuova compagna a sottoporsi a diversi interventi per somigliare alla defunta moglie persa in un incidente d’auto.

 

Miki Jay, 39 anni, si è sottoposto a interventi chirurgici per essere come il suo idolo Michael Jackson, spendendo complessivamente 16mila dollari. Viene da chiedersi a quale Michael Jackson, Jay si sia ispirato, visto che il cantante stesso continuava a sottoporsi ad ulteriori interventi estetici mutando, per più volte di seguito, il proprio aspetto nel corso degli anni.

 

Sarah Burge si è sottoposta a 100 interventi per un totale di 670mila dollari, allo scopo di diventare come una bambola Barbie.

 

Lisa Connel, 29 anni ha speso 60mila dollari per assomigliare all’attrice Demi Moore.

 

Gavin Paslow ha speso 5.500 dollari per assomigliare al diavolo.

Ecco come si presenta l’uomo Satana dopo il suo intervento di “bellezza”!




Dopo quanto osservato, non ci resta che fare le seguenti considerazioni. Come prima cosa rileviamo la deriva aberrante in cui si è incamminata questa branca della chirurgia, ad opera di sedicenti professionisti che, anziché dissuadere i propri pazienti dal sottoporsi a stravolgimenti abnormi e folli del proprio corpo e volto, ne hanno accolto le richieste prestandosi a realizzare tutti i loro capricci. Per quali motivi? Forse per un delirio di onnipotenza, per sentirsi come Dio in quel plasmare e ricreare l’uomo? O forse per un motivo più gretto, più materiale, e cioè per i lauti compensi che ne sarebbero seguiti? Perché non ci sono dubbi sul fatto che molti chirurghi estetici si siano arricchiti sulla pelle delle insicurezze altrui.

            Un’altra cosa che vogliamo rilevare è come il ricorrere alla pratica chirurgica sia diventata, in alcuni casi, una vera e propria forma di dipendenza. Donne e uomini belli, che non ne avrebbero avuto alcun bisogno e che, una volta modificato un dettaglio di sè non gradito – come delle labbra sottili o un naso a patata - non si sono più fermati, giungendo a stravolgere completamente i propri connotati fisici tanto da divenire irriconoscibili.

            Da ultimo, non si comprende come mai, tale branca della chirurgia continui a definirsi estetica, nonostante le bruttezze e i disastri ottenuti che sono sotto gli occhi di tutti; e non si capisce nemmeno perché, a questo proposito, ci siano ancora così tanti individui che vi ricorrono mettendo a repentaglio il proprio aspetto. Perché a guardarli con obiettività, quei volti, non se ne trova nemmeno uno che sia diventato più bello… e più vero; e questo ci mostra qualcos’altro ancora. Ci dice molto del periodo storico in cui viviamo e fino a che punto questa nostra epoca moderna abbia smarrito il senso della bellezza… e della verità. Cos’altro sono quei volti se non una finzione, un inganno, una bugia di se stessi, una maschera permanente propinata al prossimo? Un volto finto, un travestimento definitivo che non sarà mai più possibile levare?

 

Il volto truccato

 

 

Ogni uomo nasce con specifici tratti somatici che lo rendono unico e irripetibile. Tra questi spicca in modo particolare il volto, che più di tutto il resto definisce la persona e la personalità. Il viso è la parte più indifesa dell’uomo, in quanto la più esposta, e quindi anche quella che maggiormente rivela e svela ciò che si è e si prova; non a caso, quando si ha vergogna e ci si sente a disagio, si cerca di evitare lo sguardo, nascondere il viso tra le mani, guardare in basso abbassando il capo per sottrarlo alla vista altrui.

            La faccia ci viene data, ereditata dai patrimoni genetici di nostro padre e nostra madre. Il volto, invece, si costruisce, giorno dopo giorno, e ciascuno è responsabile dell’espressività che lo caratterizzerà. A niente vale l’affermazione di chi, non essendo dotato di particolare bellezza esteriore, si giustifichi con “non è colpa mia se mi ritrovo questa faccia!”, perché ciascuno ha la responsabilità del viso ricevuto - anche se esteticamente non si presenta proporzionato e bello – è possibile e doveroso fare del proprio volto un capolavoro.

            Il capolavoro non si otterrà di certo con un intervento di chirurgia estetica, per modificare tratti e caratteri innati, avvalendosi di un mero intervento dal di fuori che, come abbiamo appena visto, più che fare meraviglie, produce mostruosità. L’unico modo per fare di una faccia un volto bello è costruirlo dal di dentro.

            La faccia ricevuta alla nascita cambia mentre si avanza nella vita, e si modifica in base agli avvenimenti e alle difficoltà che si incontrano, alle scelte e alle decisioni che si prendono, agli atteggiamenti che si assumono, ai sentimenti che si provano, allo stile di vita che si conduce, … Ogni giorno, poco per volta, quasi in modo impercettibile, il volto si trasforma finché su di esso non appare visibile una ruga di fianco agli occhi o alla bocca. Una ruga che potrà mostrare una personalità serena, o rivelare scontentezza e insoddisfazione. I giorni trascorrono e lo sguardo può diventare così luminoso da rendere insignificante il naso non proprio bello che abbiamo ereditato dal nonno; o diventare spento e opaco da accentuare quel medesimo brutto naso, tanto da farlo sembrare ogni anno più brutto. Il tempo passa e la pelle del viso può rimanere giovane e fresca come quando eravamo adolescenti, o farci sembrare navigati e vecchi già a trent’anni.

            Il volto svela. Rivela come si è vissuto e cosa si è diventati, implacabilmente dice di noi, di quello che siamo, non c’è modo di sfuggirgli. E allora li vedi i volti compiaciuti e soddisfatti di chi ha esaurito i sogni e ha i “granai pieni”, i volti insoddisfatti di chi ha sempre considerato le difficoltà e le croci come una sfortuna anziché un’occasione preziosa di crescita; i volti invidiosi e quelli pieni di altezzosa superbia; i volti libidinosi e quelli collerici; quelli avari e quelli diffidenti,…

            Così, a chi ne ha la possibilità, non rimane altro che rivolgersi alla chirurgia estetica per cancellare, nascondere, celare agli sguardi altrui, il pessimo vissuto della propria vita. Uno stratagemma, un abile trucco, perché l’interiorità resta immutata, quella, la chirurgia non cancella. Non a caso i cosmetici si chiamano anche trucchi e, farsi il make up diventa truccarsi. Un trucco che, con la chirurgia estetica diventa definitivo, non lo si può tirar via con cotone e latte detergente. Il trucco non è rivolto a se stessi, ma all’altro, a chi guarda. Lo si fa per trarre in inganno, per mascherare e falsare la realtà, è un artificio che getta fumo negli occhi, che inganna il prossimo. E l’inganno è propriamente questo: nascondere ciò che si è veramente con la propria apparenza.

            E siccome verità e bellezza viaggiano insieme - come riconosce anche Platone quando osserva che Il bello è lo splendore del Vero” – se il vero viene a mancare, decade anche il bello. L’assioma è confermato dai volti finti e mascherati dagli interventi estetici che abbiamo visto, divenuti oggettivamente più brutti, quando non scimmieschi e disumani.

 

            Si rende necessario, a questo punto, fare un viaggio all’interno del vasto mondo della “medicina” estetica, per osservare in che modo e con quali canti le sirene dell’esteriorità taroccata riescano ad attrarre e coinvolgere così tanti individui.

 

 

Le chimere della chirurgia estetica

 

 

Dopo aver digitato “chirurgia estetica” in un qualsiasi motore di ricerca in internet, appaiono immediatamente così tanti siti da avere l’imbarazzo della scelta. Ne citiamo solo alcuni:

 

(francomalateseta.it/VisitaGratis) specialista in Chirurgia del Seno Prenota Gratis la tua visita, Ora!

 

(centroitalianochirurgiaestetica.it) In CICE con le Cellule Staminali puoi aumentare il Seno Naturalmente.

 

 

(laclinique.it) – Seno – Chirurgia Estetica Viso – Foto Prima/Dopo – Liposuzione (E gli uomini stanno diventando sempre più consapevoli del valore della Chirurgia Estetica come strumento per il miglioramento del proprio aspetto.

 

 

(pallaoro.it) La chirurgia estetica moderna in Italia con oltre 27 anni d’esperienza in trapianto capelli, rinoplastica, liposuzione, mastoplastica…

 

 

(chirurgia-estetica-plastica.com) Chirurgia Estetica Chirurgia Plastica Medicina Estetica e Laser – Elenco Chirurghi Estetici in Italia liposuzione e liposcultura, rinoplastia e trapianto…

 

 

(chirurgiaevacanze.com) Sicurezza e eccellenza con risparmio del 50%

 

(albertoperoni.it/Chirurgia) Dott. Peroni: chirurgia estetica e plastica. Consulenza gratuita!

 

(progressomedico.com) Chirurgia plastica, Ringiovanimento, Visita Ora il Nostro sito Online!

 

(microinnesti.it) chirurgo plastico estetico specialista in chirurgia plastica e chirurgia estetica, rinoplastica, medicina estetica e trapianto capelli.

 

(medix.it) Milano – Propone il proprio curriculum, illustra le tecniche chirurgiche e offre servizio di videoconsulenza

 

(sies.net) Società italiana di medicina e chirurgia estetica: tariffe e costi medi nazionali su tutte le metodiche che riguardano la chirurgia plastica…

 

(ilmiochirurgo.com) Informazioni sui principali interventi di chirurgia estetica e ricerca dei chirurghi per regione o tipologia di interventi effettuati

 

(chirurgia-plastica-estetica.it) Clinica di Chirurgia Estetica – Il prof. Mario Dini, primario di chirurgia plastica all’Università di Firenze, esegue i più moderni interventi di chirurgia…

 

(guida-femminile.com) Desideri un seno più grande e sodo? Ottienilo in maniera 100% naturale

 

(chirestetica.it) Gatti Dr. Alessandro a Verona Visita Ora il nostro sito online!

 

(vaginoplastica.it) Chirurgia estetica della vagina Ringiovanimento vagina e labbra.

 

(peneinforma.com) Il metodo naturale per allungare, ingrossare, rinforzare il tuo pene.

 

(Androclinic.chicosadove.it) Allungamento e ingrossamento? Fallo subito!

 

ecc. ecc.

 

 

Come si vede, il panorama è vario e l’offerta diversificata. C’è chi invita con enfasi - utilizzano un bel punto esclamativo - a visitare il proprio sito. Chi è in grado di offrire un seno più grande e sodo senza protesi, puntando sul 100% naturale e sulle cellule staminali. Chi propone consulenze online gratuite e chi invita a prenotare una visita gratis. Chi punta su tariffe e costi moderati. Chi sfoggia la propria professionalità  puntualizzando il proprio titolo di Primario, o vantando gli oltre 27 anni di esperienza in questo campo, o consentendo di visionare il proprio curriculum. C’è anche il sito che offre vacanza e intervento estetico insieme, assicurando tutto: sicurezza, eccellenza e un risparmio del 50%! Chi cerca di accreditare a sè anche l’universo maschile facendo presente che anche gli uomini stanno diventando sempre più consapevoli del valore della Chirurgia Estetica come strumento per il miglioramento del proprio aspetto. Infine, ci sono anche quei siti che si concentrano sugli organi sessuali maschili e femminili non indenni anch’essi - a quanto pare - all’usura del tempo, e allora – perché no? – facciamo un bel restyling anche lì, ringiovanendo la vagina e allungando, ingrossando, rinforzando il pene.

 

            Fra i tanti siti presenti scegliamo uno di quelli più anonimi e meno enfatici: “www.salus.it” e proviamo a vedere cosa il sito può proporci, in termini di chirurgia estetica, per la nostra salute. Lasciamo perdere gli interventi che si effettuano sul corpo e ci concentriamo solo su quelli che interessano la nostra indagine: la chirurgia estetica del volto.

 

            Clicchiamo su una voce molto attraente: Il lifting che accende lo sguardo e,… chi incontriamo? Il dottor Carlo Alberto Pallaoro, il chirurgo estetico che vanta oltre 27 anni di esperienza, e la possibilità di richiedere una consulenza online gratuita al Servizio sperimentale a cura della Pallaoro Medical Laser. Soprassediamo perché prima vogliamo assolutamente sapere quali sono le modalità per accendere il nostro sguardo, così ci affidiamo a Monica Alberti che ci spiega:

 

[il lifting che accende lo guardo] è quello temporale, in grado di riposizionare la regione zigomatica ed in particolare le sopracciglia. Si esegue in regime day hospital con un intervento a mezzo laser realizzato in anestesia locale. Dura poco più di mezz’ora ed i suoi effetti si mantengono a lungo nel tempo. La parola lifting é ormai entrata a far parte anche della nostra lingua e viene utilizzata nel linguaggio corrente per indicare, in senso generico, una sorta di “ristrutturazione di facciata”.

 

 

Sembra facile, no? Day hospital, mezz’ora del nostro tempo, effetti a lungo termine e, non abbiamo solo acceso lo sguardo, ma ristrutturato tutta la facciata! Quasi quasi chiediamo la consulenza, ma decidiamo di continuare a leggere:

 

L’intervento che attenua i segni del tempo restituendo in pochi attimi un’immagine più giovane, può essere applicato sul viso con due distinti approcci chirurgici: totale (lifting facciale) o parziale.
Tra le tecniche di face rejuvenation, quella più mirata a spostare l’accento sullo sguardo rendendolo più interessante e sensuale é senza dubbio il lifting temporale. “Per la sua ridotta invasività - riferisce il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova - questa tecnica viene consigliata anche in caso di rilassamento poco accentuato mentre per un ringiovanimento globale della zona occhi può essere eseguita contemporaneamente alla blefaroplastica a mezzo laser
”.

 

 

Dopo aver letto di soli pochi attimi per ottenere un’immagine più giovane, aver cercato una parola nel vocabolario di francese, e capito che con un intervento mini invasivo possiamo diventare come la mitologica Medusa in grado di pietrificare l’altro sesso con uno sguardo più interessante e sensuale, siamo sempre più convinti, ma dobbiamo fare presto perché solo intervenendo tempestivamente, quando i segni sopra accennati sono ancora poco evidenti, si consentirà a contrastare per molto tempo ancora gli effetti dell’invecchiamento cutaneo.

 

 

Allora ci guardiamo attentamente allo specchio constatando che segni di invecchiamento visibile non ne abbiamo, così pensiamo di poter aspettare ancora un po’ prima di intervenire e chiedere la consulenza, quando ci cade l’occhio sul testo che segue:

 

MA ANCHE PER I GIOVANI. Anche le persone giovani possono presentare un abbassamento della zona temporale. Molte donne, nel tentativo di rimediare a questo inestetismo, ricorrono alla depilazione delle sopracciglia in modo da alzarne l’arcata e rendere l’occhio più sensuale. Tale pratica non dà però i risultati estetici desiderati anche perché le sopracciglia, con i microtraumi procurati dalla pinzetta, a lungo andare si diradano sempre più. Un risultato esteticamente più apprezzabile può essere invece raggiunto ricorrendo al lifting temporale: il sollevamento dell’arcata sopraccigliare, che secondo i canoni estetici decreta un bell’occhio, é di grande effetto e dona risalto allo sguardo, che ne guadagna in termini di magnetismo.

 

 

Siamo sgomenti! E malediciamo la nostra superficialità nell’aver usato in modo indiscriminato la famelica pinzetta delle sopracciglia con la quale ci siamo stupidamente auto-inflitti degli irreparabili microtraumi, quando con un più agevole e innocuo lifting temporale, avremmo potuto sollevarle ottenendo, in un sol colpo e senza tanta fatica, un bell’occhio magnetico e di grande effetto in termini di sguardo. Ora siamo convinti, non abbiamo bisogno di leggere altro e, con l’immagine in testa di noi trasformate in moderne e magnetiche Cleopatre, ci indirizziamo ai dettagli dell’intervento:

 

 

Grazie ad un riposizionamento delle strutture muscolo-cutanee, si restituisce freschezza ai contorni migliorando l’aspetto delle rughe ed il naturale e progressivo cedimento dei tessuti.
Il lifting può essere praticato su tutto il viso (face lifting, o lifting facciale) ma anche parzialmente. In quest’ultimo caso, può interessare la zona temporale (viene riposizionata la regione zigomatica e le sopracciglia), la zona frontale (si solleva la fronte e si attenuano le rughe di espressione) oppure il collo (si tende il platisma, ovvero il muscolo anteriore del collo). […] se é solo una zona ristretta ad essere particolarmente segnata si preferisce intervenire localmente. La tecnica tradizionale prevede uno scollamento della cute dai piani muscolari (se il caso lo richiede, si inseriscono integratori di volume realizzati in silicone o gore) ed il riposizionamento delle fasce muscolari nelle sedi anatomiche originali
. [Le cicatrici] situate lungo l’area temporale, risultano totalmente nascoste dai capelli.

 

 

Riposizionamento muscolo-cutaneo?!! Riposizionamento della regione zigomatica e sopraccigliare?!! Tensione del platisma?!! Scollamento della cute dai muscoli?!! Inserimento sottopelle di silicone?!! Riposizionamento delle fasce muscolari nelle sedi anatomiche originali?!! Cicatrici?!!

 

Ci riconciliamo immediatamente con le nostre care e vecchie pinzette… e clicchiamo su un’altra voce: Light-lifting nuova armonia per il viso, nella speranza che un trattamento più leggero faccia al caso nostro e, dopo aver di nuovo incontrato la Pallaoro Medical Laser e la consueta possibilità di richiedere una consulenza gratuita, leggiamo di che cosa si tratta:

 

 

di C.A. Pallaoro. Una tecnica combinata, poco invasiva e di grande effetto estetico, per modificare i piccoli dettagli che appesantiscono l’espressione generale del viso. Mini-interventi per dare ai lineamenti una nuova e sensuale luminosità. Light-lifting, lifting “di luce” ma anche lifting “leggero” perché non é finalizzato a contrastare gli effetti del tempo ma a regalare più radiosità al viso. Un nuovo approccio chirurgico pensato soprattutto per le donne più giovani ed in grado di modificare in pochi attimi un volto spento o reso meno attraente dalla conformazione disarmonica di alcuni tratti.

 

 

Di nuovo, la suadente terminologia attrae la nostra attenzione, e ci convince. Come nel trattamento precedente, anche qui sembra possibile ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Tecnica poco invasiva e di grande effetto estetico. Mini-interventi per dare ai lineamenti una nuova e sensuale luminosità. Lifting di luce e leggero. Regalare più radiosità al viso. Pensato per le donne giovani. Modificare in pochi attimi un volto spento e disarmonico nei tratti. Così proseguiamo nella lettura, indirizzandoci alla voce Quando è indicato, per verificare se anche noi abbiamo le caratteristiche per poter entrare tra i fortunati destinatari di un viso più armonico; ma anche con la segreta curiosità di scoprire come, nei pochi attimi prospettati, possa avvenire il miracolo:

 

SOPRACCIGLIA Quando sono spioventi od il loro lato esterno tende verso il basso, conferendo allo sguardo un’espressione cupa o addirittura severa. ARCATA SOPRACCIGLIARE Quando é troppo pronunciata o - caso inverso - risulta poco evidenziata. ZIGOMI Se sono poco o troppo pronunciati. PALPEBRE SUPERIORI Quando presentano un eccesso di pelle e di grasso che appesantisce lo sguardo o che addirittura rimpicciolisce l’occhio, con eventuale restringimento del campo visivo. OCCHI Quando sono piccoli o presentano una forma troppo rotonda. PALPEBRE INFERIORI Se l’eccesso di cute e grasso determina inestetiche borse, condizione che può portare anche a fastidiosi disturbi come gonfiori, arrossamenti e lacrimazione. L’intervento di Light-lifting prevede inoltre un trattamento specifico in caso di occhiaie.

 

 

Bene, sicuramente ci rientriamo, e con noi, anche l’intero popolo italiano! Ora vogliamo assolutamente capire come usufruire del trattamento miracoloso, così saltiamo le voci Utile anche per ringiovanire lo sguardo e Una tecnica che illumina arrivando direttamente al Pre-operatorio, dove scopriamo che il light-lifting si realizza in day hospital in anestesia locale, che dobbiamo fare gli esami del sangue, delle urine e l’elettrocardiogramma e che prima di entrare in sala operatoria ci verranno somministrati, tramite fleboclisi, una soluzione fisiologica e dei sedativi per ottenere lo stato di rilassamento… alla faccia dei pochi attimi e l’intervento deve ancora incominciare! Scendiamo più in dettaglio e visioniamo voce per voce in che cosa consiste l’armonizzazione del volto:

 

RISOLLEVAMENTO DELLE SOPRACCIGLIA Per rialzare sopracciglia basse o spioventi, in modo da rendere più “aperto” e sensuale lo sguardo, viene praticata un’incisione temporale (a tre centimetri dall’attaccatura dei capelli) a forma di elisse. Si esegue quindi uno scollamento della cute fino ad arrivare alla muscolatura superficiale delle tempie e della parte laterale della fronte e all’esterno del muscolo orbicolare. La struttura muscolo-cutanea viene riposizionata (tirandola indietro e risollevandola) e si rimuove infine l’eccesso di pelle. Se l’inestetismo é causato da un marcato rilassamento, la fascia muscolare viene ancorata in profondità al periostio. RIDUZIONE/AUMENTO ARCATA SOPRACCIGLIARE Se l’arcata sopraccigliare é troppo marcata si provvede ad una sua riduzione ossea, conformandola adeguatamente al resto dei parametri facciali. Nel caso invece l’arcata fosse poco pronunciata, il chirurgo valuterà l’inserimento di una mini-protesi. Per entrambi i casi, la tecnica prevede un’incisione a losanga della zona temporale, nello stesso punto previsto per il risollevamento delle sopracciglia. La medicazione consiste in una fasciatura “a turbante” da tenere per qualche giorno mentre la rimozione dei punti avviene in dodicesima giornata. RIMODELLAMENTO DELLO ZIGOMO Se lo zigomo risulta anatomicamente spostato (per motivi congeniti oppure in seguito al rilassamento muscolo-cutaneo), si provvede ad un suo ideale riposizionamento. Se invece il problema riguarda zigomi poco o troppo pronunciati, si interviene - dopo attento studio del viso - con un loro aumento (attraverso l’inserimento di protesi) oppure diminuzione. ALLEGGERIMENTO DELLA PALPEBRA SUPERIORE Con questa tecnica si possono raggiungere due obiettivi: il risollevamento della palpebra (soprattutto in caso di ptosi) e la rimozione dell’eccesso di cute e grasso. Prima di intervenire, il chirurgo traccia con un pennarello dermografico una losanga che ha per base la piega naturale della palpebra (in questo modo non si noterà la cicatrice lasciata dall’incisione, tuttavia sottile grazie all’utilizzo del laser). Il risollevamento palpebrale avviene ancorando con punti interni il muscolo orbitale al periostio (ovvero la membrana che riveste l’osso). Si pratica quindi la rimozione della pelle in eccesso e dell’eventuale grasso che appesantisce la palpebra. L’intervento termina con l’applicazione di alcuni punti intradermici e di un cerotto chirurgico da rimuovere a distanza di quattro giorni. INGRANDIMENTO OCCHI Si tratta di un piccolo accorgimento per rendere più bello, vivace ed interessante l’occhio, realizzato soprattutto in caso di occhi piccoli o dall’inestetica forma rotondeggiante. La tecnica consiste in un’incisione millimetrica realizzata con il laser ad anidride carbonica sul piccolo legamento fibroso che va dalla parte laterale della palpebra all’osso orbitario. Eseguita l’incisione, il legamento viene riposizionato in modo da modificare l’altezza e l’angolatura dell’occhio. RIMOZIONE BORSE SOTTOCULARI ED OCCHIAIE La borsa che circonda il globo oculare, formata da un eccesso di cute e grasso viene asportata attraverso un’incisione della linea sottociliare. Per questa procedura si rivela ottimale il ricorso al laser: il suo preciso raggio consente una manovrabilità tale da far corrispondere l’incisione al solco naturale dell’occhio, rendendo pertanto invisibili gli esiti cicatriziali. Asportata la cute ed il grasso in eccesso (inestetici e fonte di disturbi come gonfiori, arrossamenti e lacrimazione) vengono praticati i punti di sutura, coperti poi con piccoli cerotti contenitivi da rimuoversi dopo quattro giorni. In caso di occhiaie si interviene con un delicato peeling, realizzato sempre con il laser CO2 pulsato.

 

 

Non aggiungiamo altro, il light-lifting si commenta da sé; e siccome questo trattamento estetico “leggero” ci sembra già abbastanza, proviamo una certa riluttanza nel documentarci sul lifting vero e proprio o totale. E, in ogni caso, non è importante conoscere i dettagli per capire come funziona, ci è sufficiente osservare le facce di chi ne ha fatto uso, per vedere come si diventa: volti completamente stravolti nei lineamenti e irriconoscibili, degli orribili travestimenti perpetui.

 

Dopo la lettura di sole due voci, abbiamo già compreso come funziona la tecnica di abbordaggio. Si utilizza una ridondante terminologia suadente e rassicurante che, a tratti, fa leva su un totale stravolgimento della realtà, ad esempio, facendo passare l’uso delle pinzette per le sopracciglia come una pratica sconsiderata, mentre lo scollamento della cute dai muscoli, per l’inserimento di silicone sottopelle, come la cosa più adeguata e migliore. La menzogna va avanti con la promessa di tempi brevi, se non brevissimi - appena mezz’ora - di intervento che diventano una vera chimera quando dalle parole si passa ai fatti. Si continua, facendo leva su una presunta semplicità quando, in realtà, (come è giusto che sia) la prassi seguita è quella propriamente chirurgica, con un pre-operatorio, una sala operatoria e un post-operatorio.

 

            Nel sito in esame sono presentate anche altre soluzioni relative ad interventi estetici da effettuarsi, a piacere, solo su un determinato dettaglio del volto. Rientrano tra questi il classico Aumento delle labbra, adatto anche ai giovani sulla ventina che desiderano avere labbra più tumide, più voluminose e più sporgenti (Dr. Masino Scutari – “chirurgiaesteticafutura.com”); o la Correzione chirurgica della piega naso-labiale altrimenti detto Cheek Lifting, un trattamento più rispettoso dell’estetica in quanto non lascia la classica cicatrice davanti l’orecchio, traccia visibile del risollevamento chirurgico (Dr. Carlo Alberto Pallaoro); o ancora, la Lipoaspirazione viso e collo per eliminare il doppiomento ma utile anche - come assicura Pallaoro – per cancellare quel gravissimo disturbo fisico che colpisce un’infinità di individui noto come roncopatia, ovvero il classico russare! Quindi, da un lato si slancia il collo e dall’altro si migliora la qualità del sonno e della vita, cosa volere di più! Poi c’è la sezione che si occupa dell’Invecchiamento delle orecchie, certo, perché anche per loro il tempo passa, mica sono immuni! E allora perché non dare anche a queste una bella restauratina intervenendo sull’aumento prominente dovuto ad un incremento dell’angolo cocoscafoidale e/o ad uno spiegamento antielice; oppure riducendo l’aumento della grandezza dei lobi? (Dr. Masino Scutari).

E che dire delle rughe? Ci pensa di nuovo Pallaoro nella sezione: Rughe… per non lasciarci la pelle!, dove Paola Marchi ci espone una grossa novità, ci dice che: “Sorridere, piangere, gioire, soffrire. Ogni più piccola emozione si imprime sul volto fino a renderlo una sorta di mappa storica del nostro vissuto”. Guai, quindi, a mostrare la mappa, ci potrebbero carpire il tesoro segreto! Ancor peggio poi se, anziché un tesoro, la mappa mostrasse una landa sterile e deserta o una palude, dalle quali tenersi alla larga: “Anni di sguardi accigliati e fronte corrugata sgualciscono il tessuto epidermico, lasciando il viso segnato e invecchiato. Tanto più che spesso l’espressione che le rughe conferiscono al volto trasmettono false emozioni e stati d’animo. Un volto segnato dalle rughe appare spento, a volte torvo o aggrottato, adirato o triste, insomma, non certo piacevole”. E allora vai con la tossina botulinica che “blocca la liberazione di acetilcolina, per inibire il contatto tra nervo e muscolo, impedendo così gli spasmi muscolari eccessivi o viziati dall’abitudine di contrarre i muscoli facciali, che sono i maggiori responsabili delle rughe d’espressione”… e il trucco è servito: le rughe sono scomparse!

Poco importa, allora, se il volto è diventato inespressivo a seguito dell’inibizione del contatto tra nervo e muscolo, impedendo in questo modo agli spasmi muscolari di contrarre i muscoli facciali! Un trucco riuscito alla perfezione, potremmo dire, degno di un abile prestigiatore che, attraverso il blocco della mimica facciale, consente di nascondere agli occhi dell’altro ogni emozione provata.   

Riguardo poi all’utilizzo del Botox, non ci sono confini: “Non esistono limiti d’età per l’utilizzo della tossina botulinica, infatti è già stata ampiamente sperimentata in campo estetico su persone dai 18 anni in su e in campo medico anche su neonati”. Quindi coraggio, facciamoci avanti, affidiamoci tutti al botulino che farà del nostro viso una bella mappa liscia, senza sgualciture… e anonima, pietrificata, inespressiva.

E se quanto visto finora può sembrare ancora poco, proseguiamo e apriamo un'altra finestra: Dismorfia del mento - Mentoplastica. Qui il Dottor Pallaoro ci presenta i consueti risultati strabilianti, per cui, qualora si possedesse un mento prominente, sfuggente, spigoloso, smussato o sproporzionato – in eccesso o in difetto – rispetto agli altri parametri del viso potremmo raggiungere tramite la mentoplastica, - ovvero un intervento “mini” dal punto di vista della tecnica e dell’invasività chirurgica - un grandioso risultato dal punto di vista dell’armonia estetica del volto.

Il mento, quindi, si può ridurre - se è troppo sporgente - asportando la superficie ossea in eccesso ed eventuali porzioni del massetere; o aumentare – se è poco pronunciato – mediante l’inserimento per via intraorale di una protesi, scelta in base alle caratteristiche del volto e al grado di dismorfia del paziente. In questo secondo caso ci sarebbe l’ulteriore vantaggio della reversibilità dell’intervento per cui, se si cambiasse idea e si volesse fare marcia indietro, basterebbe ritornare dal chirurgo per farsi rimuovere la protesi e ritornare come prima.

E allora, perché non provare? Passando per la bocca, attraverso un’incisione, potremmo inserire una protesi per dare una bella lezione al nostro mento così sfuggente e antipatico, per poi ritornare sui nostri passi qualora dovessimo cambiare idea… in fondo, è così semplice! L’esposizione di Carlo Alberto Pallaoro, sull’intervento chirurgico al mento, finisce così. È per questo che rimaniamo sbigottiti quando più avanti incontriamo – nella finestra Mento Plastica - l’analisi che ne fa il Dottor Massimo Scutari:

 

Poiché frequentemente si riscontra una condizione di microgenia associata ad iperplasia del dorso nasale (rinocifosi) (fenomeno di compensazione del corso dello sviluppo del massiccio facciale?) può essere opportuno, per ottenere un risultato estetico più armonico, eseguire un contemporaneo modellamento della piramide nasale (intervento di profiloplastica).

 

 

Siccome l’intervento additivo al mento causa, con frequenza, anche un aumento della curvatura del dorso nasale, la prassi consiglia - per evitare lo svilupparsi successivo dello spiacevole inestetismo - di intervenire in contemporanea anche a livello della piramide nasale. Tuttavia, ciò potrebbe non essere ancora sufficiente, profilandosi la necessità di agire anche a livello della bocca e degli zigomi:

 

L’importanza della profiloplastica, già sottolineata da Gonzales-Ulloa nel 1962 e da Hindrer nel 1964, 1971,1972 e 1973, viene più recentemente riproposta Modica (1983) e da Modica e Coll. (1988), evidenziando la necessarietà di una valutazione estetica globale delle proporzioni facciali, tenendo in debito conto non solo il miglioramento del profilo nasale e mentoniero, ma pure considerando l’opportunità di integrare il volume e la protrusione del vermiglion labiale (Giachero, 1989) e del complesso zigomatico.

 

 

Subito dopo vengono esposte anche complicanze di natura infettiva e una lunga serie di conseguenze di vario tipo, quali:

 

ematomi, necrosi cutanee, lesioni del nervo mentoniero e dislocazioni dell’impianto che, se si sposta in direzione cefalica, conduce a rarefazione dell’osso alveolare con possibile giudizio della stabilità dentale (Goldwyn, 1984; Spear e Kassan,1989). In aggiunta, Cohen e Coll. (1991) sottolineando la possibile comparsa di alterazioni estetiche della regione mentoniera secondarie alla rimozione di impianti dislocatisi successivamente o rivelatisi volumetricamente inadeguati in eccesso o difetto.

 

 

Ma non è finita qui. Su 10 pazienti sottoposte a mentoplastica additiva sulle quali si è reso necessario rimuovere l’impianto per i motivi suddetti

 

 

gli Autori hanno riscontrato nel 90% la comparsa di sensibile ptosi della cute mentoniera associata all’evidenziazione di fossette ed irregolarità cutanee multiple conferenti al mento un aspetto bizzarro e grottesco, simile a quello descritto da Gonzales-Ulloa (1972) e definito come “mento da strega” (wich’s chin), o “mento cascante” (“drooping”) da Terino (1992).

 

Nel 50% dei casi, gli stessi Autori, hanno anche registrato asimmetria di motilità a carico del labbro inferiore, senza peraltro registrare alcun deficit neurologico. Queste osservazioni risultano in accordo con quelle analogamente descritte da Zidee e Mc Carthy (1989) in due pazienti.

 

La comparsa di ptosi cutanea e alterazioni della motilità del labbro inferiore, a seguito di rimozione dell’impianto, possono essere spiegate da un disturbo di funzionalità del muscolo mentale il quale unitamente alle fibre mediali del muscolo depressore del labbro inferiore, viene disinserito durante la creazione della tasca. Inoltre, a seguito della rimozione dell’impianto, la retrazione centripeta del rivestimento capsulare peri-protesico può coinvolgere le fibre dei succitati muscoli: ciò spiegherebbe la comparsa anche delle irregolarità cutanee. La correzione di queste dismorfie non sono di facile soluzione.

 

 

Il dottor Scutari, quindi, conclude:

 

 

Da queste osservazioni, emerge che la mentoplastica additiva con materiale protesico, al di là di una presunta semplicità e rapidità di esecuzione, deve essere considerata passibile di complicanze estetiche e di correzioni secondarie di un certo rilievo.

 

 

Esattamente il contrario del semplice mettere-la-protesi/togliere-la-protesi prospettato da Pallaoro, il quale non può non sapere - dall’alto dei suoi oltre 27 anni di esperienza in chirurgia estetica – delle cause avverse permanenti che tale tipo di intervento può causare al viso dei suoi pazienti. Tuttavia, elencare nelle sue esposizioni tali e tante conseguenze negative, avrebbe di certo fatto crollare l’intero castello miracolistico costruito intorno alla chirurgia di bellezza, e stonato il suadente canto di sirena delle promesse prospettate. E allora, degli eventi avversi e delle gravi conseguenze è meglio parlare in privato, a tu per tu e magari a bassa, bassissima, voce per non disturbare la musica melodiosa che passa in sottofondo.

 

           

 

Ora conosciamo un po’ meglio le modalità di intervento di tale branca della chirurgia. Sappiamo che dietro ai “mini” interventi; ai day hospital; alla sola mezz’ora di tempo di esecuzione; agli effetti a lungo termine; agli sguardi accesi, magnetici e sensuali; al poco invasivo e semplice; a quella luce, luminosità, radiosità e armonia che trasuda in ogni dove; a quel ringiovanire e rinfrescare; a quel mettere e togliere la protesi; … si celano, in realtà, veri e propri interventi di smontaggio e rimontaggio; scollamenti e riposizionamenti; inserimenti sottopelle di materiali vari; cicatrici visibili e nascoste; incisioni, rimodellamenti, ingrandimenti, rimozioni, risollevamenti, aspirazioni; analisi del sangue, elettrocardiogrammi, soluzioni fisiologiche, sedativi, punti di sutura interni ed esterni, cerotti e fasciature; ematomi, necrosi cutanee, lesioni del nervo, dislocazioni degli impianti, alterazioni estetiche, complicanze di natura infettiva e irregolarità cutanee multiple… E noi, poveri ingenui, che credevamo fosse importante coltivare la bellezza interiore!   

 

 

Il “volto interiore”

 

 

Il romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde ben rappresenta il sogno che uomini e donne perennemente rincorrono: rimanere belli e giovani in eterno. Un problema questo che ha da sempre riguardato molto più le donne che gli uomini anche se, in tempi recenti, il confine si è lentamente spostato anche sul versante maschile.

Infatti, mentre la società attribuisce al maschile la conquista del potere e del successo che, una volta ottenuti, consentono all’uomo di relegare il proprio aspetto in secondo piano e al contempo di avere tutte le più belle donne al suo fianco; dalla donna ci si aspetta solo che sia esteriormente bella e attraente, capace di attrarre su di sé gli sguardi degli uomini e l’invidia delle altre donne. Per la donna, essere bella, è come un dovere, la donna “deve” essere bella perché questo è l’unico valore che le si attribuisce. Una visione indubbiamente fonte di gravi e complicate sofferenze per l’universo femminile, sia perché, se non si nasce esteticamente belle si è “spacciate”, sia perché, anche se si nasce bellissime, la bellezza rimane comunque fugace e col tempo sfiorisce e se ne va.

La bellezza si presenta, dunque, come un paradosso, in grado di conferire un potere enorme se la si possiede ma una qualità spietata e implacabile, soprattutto per chi ha fondato solo su questa la propria realizzazione. Infatti, col passare degli anni, questa scompare, costringendo a fare i conti con la propria vuota interiorità se ignorata e mai coltivata.

È all’interno di queste dinamiche che si inserisce la chirurgia estetica dove, da un lato, raccoglie le richieste di chi non è nato bello e lo vuole diventare e, dall’altro, di chi è nato bello e vuole continuare ad esserlo il più a lungo possibile. Una bellezza che si vuole raggiungere ad ogni costo, per la quale si è disposti a spendere qualsiasi cifra e ad affrontare dolorosi interventi, correndo il rischio concreto di rimanere con una faccia e un corpo deformi o deturpati, con un volto completamente stravolto nei connotati tale da rendere irriconoscibile la propria immagine allo specchio.

Si comincia con il modificare un dettaglio, ad esempio ingrandendo le labbra o rimpicciolendo il naso, con la convinzione che, una volta corretto l’elemento disarmonico, si saranno risolti tutti i problemi e ci si sentirà felici; ma poi si scopre che non è così e allora si interviene ancora e poi ancora e ancora, perché intanto il tempo passa, il corpo invecchia e per restare giovani bisogna investire sempre più energie. La bellezza esteriore si fa inseguire, ma anno dopo anno aumenta il suo vantaggio, finché scompare all’orizzonte e non la si vede più. E si rimane soli, noi e lo sconosciuto che ci guarda dallo specchio, una maschera inespressiva, un volto senza più radici, senza passato – e con quale futuro? - completamente frastornati dal gridare assordante della propria vuotezza. 

            In una società in cui le donne (e gli uomini) “devono” essere belli l’aspetto esteriore assume la priorità su ogni altra questione, facendo passare in secondo piano sia la salute – fisica e psichica - che l’interiorità. Un terreno molto fertile per le cliniche estetiche che ne hanno approfittato per incrementare i loro guadagni. Abili illusionisti che – come abbiamo visto – stravolgono la realtà per condurla a proprio vantaggio. Esperti incantatori che promettono una bellezza e giovinezza che non sono in grado di dare (le immagini sono eloquenti), perché la bellezza, quella vera, si trova in profondità, ed è curando questa che si diventa belli con risultati, qui sì, veramente incredibili. E la cosa stupefacente è questa: più passa il tempo, più la si cura e più si diventa belli. La bellezza interiore dall’orizzonte lontano ci viene incontro, il tempo passa e lei si avvicina sempre più, si fa raggiungere, e quando arriverà a toccarci saremo ormai così belli e veri da non temere il salto “più in là”, verso l’Incontro, e ritrovare la somiglianza in quel Volto, e poi Nostro Padre, alla fine, abbracciarlo e guardarlo negli occhi.

 

            Curare la bellezza interiore è un lavoro faticoso che dura tutta la vita, che richiede dedizione e impegno, sacrifici e rinunce: è la strada stretta dell’esercizio delle virtù. Delle Virtù Teologali dove, tra la Fede e la Speranza spicca, particolarmente, la Carità. È, quindi, imparare a mettere da parte l’orgoglio, la propria autosufficiente superbia ed affidarsi al Padre. È cercare di scoprire il Suo disegno per noi e incamminarsi alla sequela di Cristo, con fiducia e senza scoraggiarsi quando arrivano le difficoltà… e le croci, certi che Egli provvederà e che sarà con noi fino alla fine del mondo. Poi, soprattutto, è amare. Amare senza contabilità: chi ci ama e chi non ci ama e poi – difficilissimo - chi ci odia e ci perseguita.

            È l’esercizio delle Virtù Cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza, dalle quali discendono tutte le altre: umiltà, purezza, coraggio, sacrificio, pazienza, semplicità, concretezza, rispetto, fedeltà, ecc. Ogni giorno che passa, esercitarsi e impegnarsi, finché le virtù non diverranno parte di noi, come un vestito che non si toglie più, e il nostro agire virtuoso un comportamento automatico.

            Praticare le virtù è, poi, ancorare saldamente la Libertà alla Verità, ovvero agire solo dopo un attento e onesto discernimento della differenza tra il bene e il male, affinché i due poli non vengano confusi o, peggio ancora, interscambiati. Così, mentre si procede camminando nelle virtù e nella verità si diventa più veri, e più belli, perché il bello è lo splendore del Vero… e il brutto l’opacità del Falso.

 

Per capire meglio come funziona l’assioma bello-vero, può essere utile proporre un esempio concreto. Modelli ce ne sono tanti, soprattutto se si attinge dal vasto universo dei santi. Noi ci indirizziamo ad uno recente in ambito femminile – il campo maggiormente condizionato dalla bellezza esteriore -, e scegliamo madre Teresa di Calcutta.




Quanti potrebbero essere quelli che, osservando Madre Teresa, esclamerebbero: “Come è invecchiata male!”; e quanti quelli che, invece, direbbero: “Che donna straordinaria!”? Nel primo gruppo troveremmo certamente tutti i chirurghi estetici i quali prontamente aggiungerebbero: “Ma, cara Teresa, dovevi rivolgerti a noi! Se venivi per tempo avremmo potuto impedire che si formasse quella mappa rugosa e sgualcita sul tuo volto, ormai è tardi, non basterebbe un litro di botox per rimediare! Tutt’al più possiamo fare qualcosa per quel naso così disarmonico rispetto all’insieme e magari, inserire un po’ di silicone per accentuare gli zigomi e quel mento sfuggente che ti ritrovi! Per le labbra ormai possiamo fare poco, troppo disidratate! Se fossi stata un po’ più previdente usando regolarmente un buon burro di cacao avremmo potuto riempirle con del gore-tex e renderle più sensuali ma, ora non possiamo fare più niente, ti tocca tenerle così!”.

            In effetti, a guardarlo, il viso di madre Teresa, non c’è un solo lembo di pelle che non sia segnato da una ruga e non c’è dubbio che il suo naso non sia un bel naso, le labbra sono quasi scomparse e gli occhi profondamente scavati eppure il suo volto è luminoso, lo sguardo è profondo, il sorriso di una tenerezza infinita e ti vien voglia di abbracciarla questa donna straordinaria, e mai vorresti che fosse diversa da come è, che avesse anche una sola ruga in meno: non sarebbe più madre Teresa. Ogni ruga dice di lei, di come è vissuta e di quello che ha fatto. Ogni solco scavato dall’amore “folle” per gli ultimi degli ultimi: per i moribondi - piagati e mangiati dai vermi - raccolti dalle strade; per i lebbrosi – emarginati dalla società - curati e accolti; per i bambini strappati all’aborto; per gli affamati nutriti. Il sorriso dolcissimo e gli occhi lucenti, nonostante tutta la sofferenza umana che giornalmente la circondava, e quel costante e amorevole chinarsi sul prossimo per sempre fissato nel suo curvo procedere. Madre Teresa è un caso esemplare di cosa voglia dire esercitare le virtù e di come la bellezza interiore possa – questa sì - “accendere” il volto. Perché la bellezza non è fissa e nemmeno fine a se stessa. La bellezza è un avvenimento, quell’avvenimento che è l’intera nostra vita.

 

Una premessa agli ultimi due capitoli

 

 

Le riflessioni sulla chirurgia estetica, e delle sue implicazioni sul volto umano, terminano con un’analisi che si riallaccia ad alcuni passi delle sacre Scritture. Nello specifico l’argomento è esaminato dal punto di vista escatologico.

Quando entrano in campo le cose ultime viene subito alla mente la questione relativa all’esistenza del paradiso, dell’inferno e del purgatorio; ma anche la tematica della giustizia e misericordia divine, la questione del bene e del male, della libertà e del peccato, dell’immortalità dell’anima e della risurrezione, …  Tuttavia - non trovandoci qui in presenza di un trattato di teologia morale fondamentale, ma solo di un semplice saggio - tutto ciò non sarà approfondito.

I passaggi che seguono, quindi, prendono in considerazione la prospettiva escatologica limitatamente agli argomenti fin qui trattati. È con questa consapevolezza che vanno letti gli ultimi due capitoli, sapendo che quella esposta è un’argomentazione assolutamente parziale e ridotta di una tematica ben più complessa e profonda.

 

Il volto rifiutato

 

 

 

Finalmente Dio disse: “Facciamo l’uomo secondo

 

la nostra immagine, come nostra somiglianza...”.

 

Così Dio creò gli uomini secondo la sua immagine;

 

a immagine di Dio li creò…

 

(Gn, 1,26-27)

 

Sei tu che hai plasmato il mio corpo

 

E mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

 

Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;

 

sono stupende le tue opere,

 

tu mi conosci fino in fondo.

 

(Sal, 139/138, 13-14)

 

Dicevamo all’inizio che l’epoca moderna ha perduto il senso della bellezza, perché ha smarrito il senso del vero, della verità. Ora possiamo aggiungere che questo è accaduto perché si è pensato – anzi, preteso - di poter vivere facendo a meno di Dio. Quando Dio è dimenticato, cancellato, l’uomo perde la percezione del suo essere quel prodigio conosciuto fino in fondo; e la stupefacente somiglianza a Lui, che si è fatta concreta nel volto di Gesù Cristo, cade nell’oblio.

            Smarrito il volto di Dio, il volto dell’uomo perde le sue radici e la dignità originaria. Quella dignità che dà al volto di ogni persona, anche se misera e insignificante, un incommensurabile e sacro valore, in quanto espressione dei lineamenti di Dio. Considerato alla stregua di un oggetto, del volto allora si può disporre a piacimento, manipolandolo, truccandolo, mascherandolo, plasmandolo; ma l’innato senso di trascendenza, costitutivo di ogni individuo, porta l’uomo a cercare l’appartenenza in altre somiglianze.

Accade allora che il posto che era di Dio viene preso dalle Star, dai “divi” dello spettacolo. È a questi che – complice la chirurgia estetica - si decide di assomigliare, trasformando la propria faccia in quella di Michael Jackson, Demi Moore, Angelina Jolie o la regina egizia Nefertiti. Fino a derive ben più sconcertanti, modellandosi come la bambola di plastica Barbie o come la bambolona bombata e supersexy Jessica Rabbit, compagna del coniglio Roger incastrato. C’è poi chi è talmente egoista, ed accecato da se stesso, da spingere la nuova compagna ad intervenire sulla propria faccia per “resuscitare” la moglie defunta; e quell’altra che, pur di ritornare giovane, entra in competizione con la propria figlia, facendosi plasmare la faccia di lei.

Non mancano, infine, i folli, quelli che non hanno smarrito solo Dio ma anche il senno, come l’uomo Satana, che ha pensato bene di assomigliargli facendosi modellare due corna sulla fronte, diventando molto più simile ad una creatura mitologica, come ad esempio il minotauro, piuttosto che al diavolo. Perché il diavolo, o Satana, o Lucifero, corna non ne ha mai avute. La tradizione lo identifica con un angelo, il “lucente figlio del mattino” (Is, 14) caduto perché ribellatosi a Dio, divenuto poi Satana, il principe degli angeli ribelli, dei demoni. Una caduta evocata anche da Gesù - “Vedevo Satana cadere dal cielo come folgore” (Lc, 10,18) – per la città di Cafarnao, a dimostrazione di come il peccato di superbia agisca in tutti, anche in chi non siede sui troni e controlla gli Stati.

La superbia dell’uomo Satana è scritta chiaramente nella sua faccia deforme con la quale comunica al mondo, e a Dio, da che parte sta, la scelta effettuata. Ma che mostra, nel contempo, la visione ingenua e distorta a proposito del diavolo e dell’inferno. C’è chi pensa che l’inferno non esista e chi, invece, come l’uomo “cornuto”, lo immagina simile a un film dell’orrore, popolato da creature mostruose con le corna in fronte e il tridente in mano a tormentare le anime perse, immerse nel fuoco eterno. Mentre l’inferno altro non è che il luogo in cui si ritroveranno tutti gli egoisti e i superbi della Storia, tutti quegli individui che hanno rifiutato Dio e il suo amore. Uomini e donne che hanno pensato solo a se stessi disinteressandosi del prossimo. L’inferno è il luogo dell’amore consapevolmente rifiutato, quello a Dio e quello ai fratelli. Ed è per questo che non sarà una punizione che cadrà in testa dall’alto, ma il luogo in cui si giungerà con le proprie gambe.

Al cospetto di Dio tutte le maschere cadranno, i cuori saranno svelati e i trucchi smascherati, gli uomini e le donne “denudati” e Dio prenderà atto delle libere scelte di ciascuno. Per chi ha amato Dio e il prossimo è pronto il Paradiso, il luogo dell’amore eterno; per chi ha rifiutato Dio e il prossimo è previsto l’Inferno, il luogo eterno senza Amore.

 

Quindi, perso Dio, anche la propria vita perde significato e con essa il senso ultimo delle cose. Senza Dio rimane il vuoto e nel vuoto fioriscono irrazionalità e abuso. Si diventa, cioè, strumento nelle mani degli altri, del più forte, della mentalità dominante, delle mode. E se la moda è quella di ricorrere alla chirurgia estetica ecco che allora bisogna ricorrervi. Se la moda dice che le donne per essere belle devono avere il labbro a canotto e la quarta di reggiseno, allora bisogna quanto prima contattare il chirurgo per uniformarsi, anche se si ha solo diciotto anni e si è già giovani e belli. Se la mentalità dominante dice che farsi plasmare una faccia da scimmia è bellezza, allora quella faccia è bellezza, non importa se poi lo specchio mostra il contrario. E si va in giro con orgoglio a mostrarsi con quelle orribili maschere tutte uguali: stessi zigomi, stesse labbrone, stesse palpebre sollevate, medesima inespressività, pensando di essere tornati stupendamente giovani e affascinanti… invece, il re, immancabilmente, è nudo, nudo e sciocco, lì davanti a tutti, a dimostrazione di come siano andati persi intelligenza e buon senso, perché la perdita della bellezza è sempre una perdita di... senso.

 

Il volto risorto

 

 

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

 

(Lc, 24,36-40)

 

Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, […] si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio fianco; e non essere più incredulo ma credente!”. Risposte Tommaso e gli disse: Mio Signore e mio Dio!”.

 

(Gv, 20,26-27)

 

I cristiani sanno che, alla fine della Storia, i corpi risorgeranno. “Alla fine, infatti, viene la mietitura, viene la separazione, viene il giudizio finale: e allora tutta la storia passerà davanti al giudizio di Dio, il quale, però, in qualche modo è costretto a prendere atto delle scelte degli uomini e dovrà separare i cattivi dai buoni per condurre la storia al suo compimento” (Angelo Comastri, Come andremo a finire?, San Paolo, 2004). Quali corpi risusciteranno? Tutti: “Quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”. Come si presenteranno questi corpi risorti? Il “come” supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede, tuttavia, guardando il corpo risorto di Gesù - il primo di tutti i risorti - qualcosa possiamo intuire. Il suo corpo ora è trasfigurato in corpo glorioso, è invaso dalla luce di Dio che lo rende bellissimo, giovane e gioioso, ma non è un altro corpo, un corpo diverso, Gesù risorge con il suo proprio corpo, con il corpo segnato dalla sua storia, recante le ferite che i chiodi hanno inflitto alle mani e ai piedi, e lo squarcio nel costato causato dalla lancia.

            Allo stesso modo risorgerà tutta l’umanità, ciascuno con il corpo di cui è stato rivestito, con i segni della propria storia, del proprio vissuto. Si vede bene come qui si ponga un’istanza gravissima che non può non suscitare interrogativi molto seri, tra i quali: con quale volto l’uomo Satana risorgerà e si presenterà al cospetto di Dio? Con quale volto risusciteranno quegli individui che si sono fatti plasmare la faccia di qualcun altro? E con quali volti risorgeranno tutti quelli uomini e quelle donne che hanno infierito sui propri tratti innati deformandoli e rendendosi irriconoscibili? Non potrebbe qui delinearsi il rischio di sentirsi esclamare: “Non vi conosco!”? (Mt, 25,12).

 

            È anche vero che l’organismo possa subire deturpazioni o cicatrici di altro genere, come in caso di incidente o di malattia. Ed è vero, infine, che la morte assegnerà a tutti lo stesso destino: la completa dissoluzione del proprio corpo.

Riguardo poi alla corporeità è Gesù che afferma, nel celebre Discorso della montagna, come sia preferibile liberarsi di quella parte fisica di sè che possa essere occasione di “scandalo” piuttosto che tutto il corpo, nella sua interezza, venga gettato nella Geenna (Mt. 5,29-30; 18,8-9). Secondo Cristo, quindi, è meglio cavarsi un occhio impuro o tagliarsi una mano o un piede perversi che potenzialmente possano contaminare tutto l’uomo e portarlo alla dannazione, piuttosto che giungere al cospetto di Dio tutti interi ma pervertiti, perdendo in questo modo la salvezza eterna. Una metafora, questa di Gesù, per indicare che, ai fini della salvezza eterna, il primato spetta all’integrità morale la quale, comunque, non annulla il rispetto che si deve al corpo in quanto – come visto - espressione dei lineamenti di Dio.

E allora si comprende che il vissuto, che per sempre segnerà il corpo risorto di ciascuno avrà delle caratteristiche particolari, presenterà sì dei tratti, ma quei tratti che avranno un significato. Per scoprire quali dobbiamo, ancora una volta, volgere lo sguardo alla resurrezione di Cristo. I segni che Gesù reca in sé sono quelli della crocifissione, le ferite della sua morte in croce. Questo cosa significa? Ovvero qual è il significato della Croce? Sappiamo che la Croce è il segno dell’incommensurabile Amore di Dio per l’uomo, che è la via dell’amore, la vetta del dono di sé. La Croce è la sconfitta dell’egoismo e della superbia, è la capacità di amare fino in fondo, di un amore così sconfinato sino al sacrificio della propria vita. E allora, i segni dei chiodi e della lancia sul corpo risorto di Gesù documentano l’immenso amore di Dio per l’uomo. Il corpo risorto di Gesù reca per sempre la testimonianza di questo Amore.

Allo stesso modo accadrà ad ogni uomo e donna. I segni che ritroveremo per sempre sui corpi risuscitati di ciascuno saranno o quelli del bene o quelli del male; o quelli dell’amore a Dio e al prossimo o quelli dell’egoismo e della superbia. Tutti i corpi risorgeranno e presenteranno dei tratti; non i puri e semplici segni esteriori del proprio vissuto, ma i segni dell’amore profuso oppure no, perché il metro di giudizio ultimo sarà l’amore. Così, come l’anima di ciascuno si potrà presentare o a favore o contro Dio, la stessa cosa accadrà al corpo che risorgerà luminoso o opaco, gioioso o funesto, glorioso o abietto,… per l’eternità.

            Detto ciò, non siamo in grado di dire con quale volto risorgerà l’uomo Satana o tutti quelli che si sono plasmati la faccia di un altro, o quegli altri che hanno deformato i loro lineamenti rendendosi irriconoscibili; questo supera le nostre possibilità. Siamo però sicuri che nel volto risorto di ciascuno emergeranno il bene o il male, rendendo belli e luminosi i primi e brutti ed opachi i secondi. Quello che qui incide, non è tanto la trasformazione chirurgica in sé, ma quanto è contenuto dietro la trasformazione stessa che, ad esempio, nel caso dell’uomo diavolo, si concretizza nella deliberata volontà di porsi contro Dio e di rendere concretamente manifesta questa posizione: si tratta quindi di superbia. In altri ci può essere una vita basata solo su apparenza ed esteriorità, innamorati solo di se stessi e quindi, in ultima analisi, si tratta di egoismo. Saranno questo vissuto e questi sentimenti che emergeranno.

 

In più passaggi del libro dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni evidenzia proprio questo aspetto. In 14,1 identifica i giusti come coloro che recavano scritto sulla loro fronte il suo nome [di Cristo] e il nome del Padre suo. In 14,9-11 vengono, invece, descritti coloro che avranno adorato la bestia satanica, rimanendone marchiati sulla fronte o sulla mano. Concetto ripreso anche in 20,4. In 22,4 sono di nuovo i giusti che, all’epilogo escatologico, contempleranno il suo volto [di Dio] e porteranno il suo nome sulla fronte. (vedi anche Ap 7,3; 9,4; 13,16).

Per gli eletti e per i giusti, il segno è il nome di Dio e di Cristo scritto sulla fronte. Per chi avrà scelto Satana si tratta, invece, di un marchio da schiavi ma, in entrambi i casi, il tratto risulta ben visibile (è posto sulla fronte).

Senza scendere in un’interpretazione letterale (operazione poco opportuna quando si tratta di interpretare le Scritture, soprattutto, poi, quando a essere preso in considerazione è un libro carico di simboli come l’Apocalisse) rilevando di come la fronte sia effettivamente una zona facente parte del volto – e quindi quella parte del corpo che più di tutte mostra ciò che si è -, in generale possiamo dire che ogni risorto mostrerà chiaramente il proprio vissuto terreno e da che parte ha liberamente scelto di stare (o con Dio o con Satana; o con il Bene o con il Male) e, quindi, il destino eterno che gli spetta.

 

 

Come si vede, quando entrano in gioco le realtà ultime, le responsabilità sono enormi. Qui si comprende come non sia privo di conseguenze ciò che si fa’ al proprio volto (e corpo). Questo volto è sacro, ha una dignità incommensurabile: è immagine e somiglianza di Dio. Questo volto racconterà la nostra storia e porterà il segno o il marchio del nostro destino eterno.

Si comprende poi come sia vano ricorrere a meri artifici plastici, sperperando energie, tempo e denaro all’inseguimento di una effimera e finta esteriorità, quando la bellezza che ci caratterizza, già da ora, e poi per l’eternità è determinata esclusivamente dalla nostra capacità di amare e di scegliere il bene. È la carità che fa’ luminosa e bella madre Teresa. Si tratta allora di seguire anche noi il suo esempio come hanno fatto tanti santi della storia passata e recente che si sono incamminati alla sequela di Cristo, lungo la via delle virtù. È un percorso arduo, certamente, è una strada stretta, ma è sicura, porta direttamente al Paradiso, il luogo della bellezza e giovinezza perpetue, della vita piena, della gioia perfetta, per sempre nell’amorevole abbraccio del Padre di noi tutti.

 

 

 
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