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Dieci milioni di euro a Radio Radicale. E la contestata partitocrazia?
Di Caius - 29/12/2010 - Attualitą - 1264 visite - 0 commenti

Pecunia non olet
, recita un antico adagio. Sarà per questo che i Radicali non hanno fiatato quando, pochi giorni fa, il Governo – mediante il DPR 23/12/2010, articolo 2, comma 3 – continuando una tradizione che dura ormai da anni, ha autorizzato la spesa di 9,9 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2010 e 2011, per la proroga della convenzione con Radio Radicale. Curioso: i Radicali, com'è noto, non perdono occasione per denunciare il dominio partitocratico , ma i soldi – nella fattispecie i milioni di euro – li accettano volentieri. Anche se a stanziarli è un Governo a loro avverso. Segno che la pattuglia radicale, di fatto, è molto più potente e ossequiata di quanto lascia intendere con le sue consuete piazzate. E che accetta volentieri finanziamenti da quello stesso sistema politico che, almeno in apparenza, avversa. Il paradosso è che sono proprio i Radicali ad alzare la voce contro l'8x 1000 alla Chiesa Cattolica, dimenticando che ciascun cittadino è libero di non sottoscriverlo e che, ogni anno, sui principali quotidiani italiani viene acquistata una pagina intera con la quale si rendiconta al centesimo come sono state spese le donazioni a favore della Chiesa. Mentre non è chiarissimo, anzi, come Radio Radicale impieghi i danari che riceve dallo Stato. Senza che gli italiani siano debitamente informati né su questo finanziamento, né su come sono stati dettagliatamente spesi gli euro in questione. E meno male che i Radicali sarebbero politicamente scomodi. Speriamo solo che l'ennesimo finanziamento a Radio Radicale non sia, come qualcuno suppone, un tentativo di Berlusconi di allargare la maggioranza di governo. Sarebbe infatti un tentativo insensato per almeno due ragioni. Primo perchè, da sempre, i Radicali sono quattro gatti e per giunta assai chiassosi. Secondo, perché in Parlamento ci sarebbero, per Pdl e Lega Nord, interlocutori molto più affidabili di loro.
 
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