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Festival della scienza a Trento
Di Libertà e Persona - 01/05/2009 - Libertà e Persona - 2781 visite - 0 commenti

Festival della scienza di libertà e persona

Scienza sì, scientismo no.

15, 16 maggio 2009

Istituto Salesiani, via Brigata Acqui, Trento.

 

Importante: per organizzare il festival servono alcuni fondi. Contiamo sul vostro aiuto: anche 10 euro sono importanti. Grazie. Libertà e Persona, Banca popolare dell'Alto Adige, filiale 83, conto 1133346, iban: IT57 SO58  5601 8010 8357 1133 346.

Cosa ci dice oggi la scienza sull'origine dell'universo? E sull'origine della vita? E sulla unicità dell'uomo?   Veramente sappiamo tutto? Veramente ci è ormai tutto chiaro e non vi è più spazio per il Mistero? E' ancora ragionevale, nel XXI secolo, credere in un Dio Creatore? Queste ed altre domande saranno al centro del nostro festival.

 Venerdì 15 Maggio

Ore 15.00: Umberto Fasol, biologo: Francis Collins e le meraviglie del Dna.

“Pensare che abbiamo potuto dare una prima fugace occhiata al nostro manuale di istruzioni, finora noto soltanto a Dio, mi fa sentire umile. Provo un grande timore reverenziale” (Francis Collins, genetista, direttore del Progetto Genoma, nel suo Il linguaggio di Dio).

“Oggi la cellula viene spesso vista come un computer...Ma non si specifica chi sia il programmatore di questa macchina per l'elaborazione di dati... suppongo però che si tratti del Signor Caso, che, spinto dalla dura necessitas dell'evoluzione, fortuitamente ha digitato qualcosa di sennato. Non mi pare necessario dilungarmi oltre sul fatto che questa è la strada che porta pari pari all'istupidimento di massa” (Erwin Chargaff, fondatore della biologia molecolare, nel suo Mistero impenetrabile)

Ore 16.30: Mario Gargantini, direttore della rivista scientifica Euresis, curatore delle mostre scientifiche del Meeting di Rimini: Galileo Galilei e la nascita della scienza moderna.

Ore 18.00: Marco Fasol, storico: La scienza e i miracoli: il caso della Sindone.

Ore 20.30: Mario Palmaro, docente universitario di filosofia del diritto, giornalista, scrittore: Jacques Testart, e la vita in vendita. La scienza e i suoi limiti.

“Il ricercatore dovrebbe sentire l'esigenza di porre un limite a se stesso in quanto non deve necessariamente essere l'esecutore di ogni progetto che nasca nell’ambito della logica specifica della tecnica. Posto nel crogiuolo della spirale delle varie possibilità, intuisce prima di chiunque altro quale direzione assumerà la curva, quale desiderio appagherà, ma anche tutto ciò che inevitabilmente reciderà, metterà in discussione rinnegherà. Io, ricercatore nel campo della procreazione assistita, ho deciso di fermarmi. Non intendo interrompere la ricerca che ha lo scopo di migliorare ciò che già stiamo facendo, ma quella che tende a un cambiamento radicale della persona umana, nell’area indefinita in cui la medicina volta a favorire la procreazione si confonde con l'arte della predizione. I fanatici dell’artificio possono tranquillizzarsi, i ricercatori sono numerosi e io ho, su questo punto, la consapevolezza di essere isolato. Che gli uomini inquieti e dubbiosi, un tempo definiti 'umanisti' e oggi 'nostalgici' interroghino se stessi. Ma subito, senza lasciar passare altro tempo”. (Jacques Testart, biologo di fama, padre della prima bambina in vitro in Francia, 1984, nel suo L'uovo trasparente).

 “Negli Stati Uniti la terapia genica fa parte della nuova economia ed è quotata in Borsa. Con la rivoluzione informatica, questa capitalizzazione e questa mercificazione della vita mettono a segno il più grande trionfo del capitalismo nella sua forma contemporanea”. (J. Testart, nel suo La vita in vendita).

 “Il mondo sembra essersi assoggettato alla massima: Ciò che si può fare, deve essere fatto. Se un’arma si può costruire, la si deve costruire; se la si può utilizzare, bisogna utilizzarla. Un fanatismo diabolico nei confronti della tecnocrazia ha annullato ogni scrupolo morale o legale”; “...la scienza dovrebbe culminare in una adorazione estatica della natura, non in una lotta contro di essa”; oggi alcuni scienziati assomigliano ai maghi di un tempo, agli astrologi, che “fanno l'oroscopo agli embrioni”, agli alchimisti: “in fin dei conti Hiroshima è stata il vero e definitivo trionfo dell'alchimia”; “Pretendo come minimo che le scienze naturali non snaturino la natura, non disumanizzino l'uomo” (Erwin Chargaff, nel suo Mistero impenetrabile).

Sabato 16

Ore 9.00: Francesco Agnoli, saggista: L’origine della scienza moderna e dell’istituto ospedaliero.

“La scienza vera si sviluppò solo una volta: in Europa. La Cina, il mondo islamico, l'India, l'antica Grecia e l'antica Roma avevano un'alchimia molto avanzata, ma in Europa l'alchimia si evolvette in chimica. Allo stesso modo, molte società svilupparono elaborati sistemi di astrologia, ma solo in Europa l'astrologia condusse all'astronomia. Perchè?” (Rodney Stark, il più famoso sociologo americano contemporaneo, nel suo La vittoria della ragione).

“Allora mi sono chiesto perché l'unica civiltà tecnologica e scientifica sia la nostra. Ho cercato di trovare le ragioni, posso garantire che ci rifletto da parecchio tempo, e l'unica spiegazione che ho trovato è la presenza del terriccio, dell'humus della cristianità. Perché? Perché Dio ha creato il mondo, un mondo diverso da Lui. Non si integra nel mondo, lo crea. L'uomo ha un destino particolare perché viene creato fuori del regno animale. Gli uomini, gli occidentali in particolare, hanno vissuto con questa idea che erano creature di Dio, fatte ad immagine e somiglianza di Dio. Inoltre Dio dice ai figli di Noè: "Vai, conquista e domina il mondo". In buona coscienza, a volte siamo stati un po' energici nel domare il mondo, ma l'unica civiltà che ha a conquistato il mondo e che lo conquista ancora oggi, che è latrice di valori accettati in tutto il mondo è la nostra. Faccio un esempio; ad un dato momento i minatori tedeschi, tra il XV e il XVI secolo, vivono nel terrore degli gnomi, dei folletti, di tutti questi esseri che dovevano vivere nelle miniere e che minacciavano i minatori, e li chiamano con due nomi: Coboldi, oppure col nome tedesco Nikolaus. E quella credenza dei minatori tedeschi darà origine a due parole che noi tutti conosciamo: Nikolaus darà la parola "nichel", e Coboldo diventerà "cobalto". Ma questo è un retaggio del passato. A questo punto i teologi dicono una frase che dominerà l'intero destino dell'occidente: Dio ha visto che ciò che ha fatto era buono e lo ripete, lo ripete sei volte, quindi per voi non è una trappola, il mondo è fatto per essere conquistato da voi, e i minatori riprendono il loro lavoro. Nello stesso tempo in Tibet i Lama proibiscono ai minatori di scavare la terra perché così facendo si va a scavare nella madre e la si ferisce. Quindi nessuna possibile metallurgia se non con i minerali di superficie allo stato nativo. Non è un caso se abbiamo conquistato il mondo nel XV-XVI secolo, infatti, all'epoca avevamo a nostra disposizione centocinquanta utensili, mentre in India ne avevano due. In India ci vuole un giorno per fare una tavola e noi la facciamo in due ore” (Leo Moulin, storico e sociologo, al meeting di Rimini del 1997).

Ore 10: Marco Luscia, sociologo: Quando gli scientisti oltrepassano i limiti: storia dell'eugenetica e delle aberrazione sull'uomo in Occidente.

 “..un certo modo di vedere l'evoluzione è stato alla base di alcune delle teorie più aberranti sul presente e sul futuro della specie umana e sulla struttura dell'umanità in razze e strati sociali” (Edoardo Boncinelli, fisico e genetista, nel suo Le forme della vita).

Ore 11: Giorgio Bolondi, professore di matematica università di Bologna: Marcel Légaut e Alexandre Grothendieck, due matematici alla ricerca del significato.

"La nuova Chiesa Scientista è mille volte più accecata dalla sua sacrosanta dottrina, irrimediabilmente scolpita, che tutte le Chiese tradizionali che essa ha così radicalmente soppiantate" (Alexandre Grothendieck)

Ore 12: Paolo Pendenza, fisico: Scienza e mistero.

 

Ore 15: Paolo Tortora, biochimico, Università di Milano Bicocca: L'origine della Vita.

"La domanda 'cosa è la vita'? è di entità tale e sconfina così sfacciatamente nel campo dell’indicibile, che c’è voluto un incremento di impudenza accumulatosi per vari e vari secoli prima che si potesse anche solo pensare a risposte sperimentali; risposte il cui numero e la cui forza espressiva, pur nelle migliori condizioni, non potevano essere che grottescamente sproporzionate all’incommensurabilità del fenomeno”. Per questo “noi non disponiamo di una definizione scientifica della vita”, e talora smarriamo nella “nostra caccia ai frammenti” le “sublimi fattezze della vita”. “L'indecifrabilità della vita umana, dei destini dell'uomo, non potrà mai essere racchiusa in una formula” (Erwin Chargaff, opera citata)

 “Nessuno scienziato serio oserebbe affermare di avere a portata di mano una spiegazione naturalistica dell'origine della vita” (Francis Collins, opera citata).

 Ore 16: Bruno Mozzanega, ginecologo, Università di Padova: L'origine della vita umana.

"Il termine 'pre-embrione' mi sembra del tutto ingiustificato. Temo che serva soltanto da alibi. La vita dell'embrione comincia con la fecondazione dell'ovulo, nel quale si trovano tutte le potenzialità dell'organismo. Il tentativo di determinare con mezzi scientifici il momento in cui fa la sua comparsa quella che da tempo immemore è stata chiamata l'anima umana è ovviamente ridicolo. Stabilire una data serve soltanto a permettere l'esecuzione di esperimenti che un normale rispetto per la vita umana avrebbe dichiarato illegali. Esperimenti che fino a pochi anni fa sarebbero stati, di fatto, nemmeno immaginabili".

“La disinvolta manomissione dei caratteri genetici dell'uomo un po' di sale qui, un po' di pepe là, e poi forse un pizzico di sostanza cancerogena, di certo avrebbe riempito di orrore I grandi biologi del passato. Ma forse mi sbaglio e sono l'unico cui ripugna scrutare nella cucina del buon Dio e, più che mai, sputare nei suoi intingoli. Solo piccoli enigmi possono essere risolti...ma la vita e la morte bisogna lasciarle stare, ed il futuro del mondo è in mani migliori quando non è nella mani di nessuno” (Erwin Chargaff, opera citata). -

ore 17:  Andrea Natale, medico, Il problema attuale della sterilità: cause, e risposte umane.

ore 18: Vincenzo Caputo, biologo evolutivo, università politecnica delle Marche: L'evoluzione, tra scienza e ideologia..

 “L’ondata di sgomento per la “detronizzazione” dell’uomo non si è ancora placata. Privare l’uomo della sua condizione di privilegio, come imponeva la teoria della discendenza comune, fu il primo effetto della rivoluzione darwiniana, ma, non diversamente da altre rivoluzioni, anch’essa finì con l’andare troppo oltre, come dimostra l’affermazione fatta da alcuni estremisti, secondo cui l’uomo non è “niente altro” che un animale. Ciò naturalmente non è vero; certamente, da un punto di vista zoologico, l’uomo è un animale, ma un animale unico, che differisce da tutti gli altri per così tanti aspetti fondamentali da giustificare una scienza separata specificamente dedita al suo studio... Nel contempo l’unicità dell’uomo giustifica in qualche misura un sistema di valori riferito all’uomo e a un’etica antropocentrica. In questo senso una forma profondamente modificata di antropocentrismo continua a essere legittima” (Ernst Mayr, il più grande biologo evolutivo darwinista del Novecento, in Storia del pensiero biologico).

La teoria neodarwiniana “spiega benissimo certe cose, meno bene certe altre e pochissimo altre ancora. Quello che è successo prima della cosiddetta esplosione del Cambriano e gli eventi che hanno portato all'evoluzione della specie umana esulano un po' da ciò che la teoria spiega bene” (Edoardo Boncinelli, opera citata). “Gli evoluzionisti che rifiutano qualsiasi teleologia e che, nel dichiarare il loro credo in una sorta di roulette cosmica, parlano di un universo assolutamente privo di scopo, non stanno presentando un fatto scientificamente dimostrato; essi, piuttosto, stanno difendendo le loro personali prese di posizione in ambito metafisico” (Owen Gingerich, astronomo americano contemporaneo, docente di astronomia e storia della scienza ad Harvard, nel suo Cercando Dio nell’universo).

 “E’ perché abbiamo un cervello capace di conoscere, apprezzare e desiderare le arti e governare i nostri atteggiamenti sociali e morali. Su un punto Darwin aveva torto, cioè noi non siamo in continuità con gli altri primati, la differenza tra noi e loro è qualitativa, non puramente quantitativa”. (Michael S. Gazzaniga, lo scienziato contemporaneo dell’università di California che ha studiato con Sperry la separazione degli emisferi cerebrali, Corriere della Sera, 6/9/2008).

Ore 19.15: Conclusioni: Ubaldo Mastromatteo, fisico: L'universo e la vita: un tentativo di spiegazione razionale.

 

 
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