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Salvate il soldato Bordin (direttore radio radicale)
Di Libertą e Persona - 26/02/2009 - Politica - 1352 visite - 0 commenti

Ci scrivono i mitici Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro: Per favore, salvate il soldato Bordin. Attenzione, l’appello non riguarda il più celebre Bordin Gelindo, classe 1959, primo italiano a vincere una maratona olimpica. Riguarda Bordin Massimo, classe 1951, direttore di Radio Radicale e titolare della rubrica “Stampa e regime”, la miglior rassegna stampa radio-televisiva-internettiana sulla piazza. A pari merito con quella di padre Livio Fanzaga su Radio Maria. Ovviamente, non si sta parlando di contenuti, perché qui padre Livio, a nostro personalissimo giudizio, vince a mani basse.

 Ora, è accaduto che Bordin (Massimo), durante la sua rassegna stampa, si sia assai preoccupato per una notizia data a pagina 13 del “Corriere della Sera” di mercoledì 25 febbraio: “Lavori camere. Radio Radicale può perdere la convenzione”. In poche parole, trami un’interrogazione parlamentare, il senatore di An Alessio Butti ha chiesto di revocare la convenzione da 10 milioni di euro per la trasmissione del lavori parlamentari con la radio di Pannella & C (lo sappiamo che questa “non è la radio di Pannella” eccetera eccetera, ma scriviamo così solo perchè le ripetizioni non sono mai un bel vedere). Dal canto suo, il sottosegretario allo Sviluppo economico ha fatto balenare l’idea che la convenzione, in scadenza nel 2009, potrebbe non essere rinnovata. Bordin (Gelindo) quando vinse la maratona olimpica nel 1988, rimase coperto fino agli ultimi mille metri. Ma Bordin (Massimo) non può aspettare lo sprint finale rischiando di vedersi scippare i suoi bravi 10 milioni di euro pubblici. Dunque, eccolo in trincea. Siccome signori si nasce, e Bordin (Massimo), modestamente, lo nacque, ha ben spiegato tutti i motivi tecnici e ideali per cui quel rinnovo di convenzione s’ha da fare. Ci ha messo tanto cuore che, se non si trattasse di un ateo anticlericale antebreccia, arriveremmo persino a dire che ne ha illustrato persino i motivi spirituali. Riconoscendo comunque alla fine che “di soldi si tratta”.

E qui veniamo al punto. Ai 10 milioni di euro pubblici che entrano ogni anno nelle casse nel Centro di produzione Spa, editore di Radio Radicale (qui si può evitare di dire la radio di Pannella & C perché non si rischiano le ripetizioni), contribuiscono in umilissima quota parte anche i due scriventi, così come tutti i contribuenti italiani. Quindi, i due scriventi, in qualche modo, si sentono gli editori di Bordin (Massimo). Editori di minoranza, se vogliamo, ma pur sempre editori. Un po’ come tutti gli italiani si sentivano gli allenatori di Bordin (Gelindo) ai tempi delle imprese olimpiche.

Quindi, giù le mani dal soldato Bordin (Massimo). Senza di lui, come potremmo sapere ogni giorno cosa pensare e cosa fare? Oggi, è tutto facile: basta ascoltarlo, con ammirato e sincero godimento, e incamminarsi per la strada opposta. E come togliergli lo spazio per sfogare il suo laicissimo sdegno quando il regime non permette che sulla stampa (da qui il titolo della rassegna) esca una, dicasi una, riga su una delle mille, e tutte civili, iniziative di Pannella & C? Senza contare che i suoi attacchi al mondo cattolico sono veramente galvanizzanti: riesce a trasformare un’armata Brancaleone in un esercito invincibile guidato da Sant’Ignazio di Loyola. E poi, visto che non resiste alla tentazione di arruolarli nelle brigate della laicità, riesce anche a portare in superficie i finti cattolici in odore di intelligenza col nemico. Si può chiedere di più? No, quindi, giù le mani dal soldato Bordin. A meno che non si decida di dare i 10 milioni di euro l’anno a Radio Maria.

 
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