Libertà e persona organizza per il 17 ottobre ore 20.30, presso i Salesiani di Trento (entrata con parcheggio da via Brigata Acqui), un incontro sul futuro del Trentino, della famiglia, della società, del welfare... con i candidati Rodolfo Borga, Pino Morandini e Walter Viola. Grazie se farete girare la notizia.
Volantino
Si avvicinano le elezioni provinciali e Libertà e Persona non si sottrae all’esigenza di esprimere una posizione precisa, a partire dall’identità che ci caratterizza, rispetto al dibattito in atto tra le forze politiche e nell’opinione pubblica per il voto del 26 ottobre.
Il nostro giudizio sul governo provinciale uscente
Sono ormai diciotto anni, tra quelli trascorsi come sindaco e quelli passati alla presidenza della Provincia, che Lorenzo Dellai governa ininterrottamente Trento e il Trentino, secondo uno stile caratterizzato da un progressivo accentramento del potere e da una moltiplicazione degli strumenti di controllo dei vari ambiti della società, dall’economia alla cultura, dall’istruzione all’assistenza sanitaria e sociale. Un tale sistema, per propria natura, finisce per creare clientele, favoritismi e ingiustizie: è il sistema della cosiddetta “magnadora”, per cui, come ben sanno i sindaci dei Comuni trentini, chi è allineato ha maggiore faclità di accesso alle risorse provinciali di chi non lo è. Anche senza voler entrare nel merito, per rispetto nei confronti delle indagini della magistratura e delle esigenze di difesa delle persone che vi sono coinvolte, non si può non registrare lo scandalo delle tangenti legate agli appalti pubblici che ha interessato personaggi molto vicini allo stesso presidente della Provincia uscente. Prevale, però, qui la necessità di esprimere un giudizio politico sulle giunte di centro sinistra guidate da Dellai, giudizio che non può che essere negativo, dal nostro punto di vista di cattolici impegnati nell’ambito culturale, per la scarsa considerazione e, anzi, in alcuni casi, la negazione, riservata a valori a noi profondamente cari. L’elenco è lungo:
• la scarsa tutela della maternità e della vita: come dimenticare la dissennata apertura alla Ru 486, definita da autorevoli scienziati, un “pesticida umano” per la donna e il bambino, oppure la chiusura di alcuni punti nascita distribuiti sul territorio;
• il rifiuto opposto dalla maggioranza di centro sinistra, compresa la Margherita oggi Upt di Dellai, alla proposta di promuovere iniziative per la conoscenza della nostra identità e delle sue radici religiose anche per favorire il dialogo con le culture diverse;
• la battaglia portata avanti dagli alleati di sinistra di Dellai contro la scuola cattolica: come dimenticare la riduzione del punteggio per gli insegnanti delle scuole non statali o che, fra i candidati che sostengono Dellai c’è quel Vincenzo Bommassar che è stato il principale promotore del fallito referendum ideologicamente contrario alla scuola paritaria con funzione pubblica;
• sempre nel campo dell’istruzione Dellai, accentrando nelle sue mani competenze forse non proprio meritate, ha ritenuto opportuno non solo non accogliere la reintroduzione di un voto in condotta che abbia qualche reale efficacia, come da proposta del ministro Gelmini, ma ha addirittura depotenziato le riforme del ministro Fioroni, di centro sinistra, trasformando i già inefficaci “debiti formativi” nelle incomprensibili e ridicole “carenze formative”, senza riconoscere l'urgenza educativa di cui invece tutti dovrebbero essere consapevoli;
• la mancanza di attenzione per la libera impresa, in campo economico come in quello sociale, così negletta e trascurata;
• preoccupante è pure la presenza, nello schieramento del “Magnifico”, dei Leali, la cui posizione in campo etico è sovrapponibile a quella di Di Pietro e dei radicali di Marco Pannella.
Oltre a ciò è da respingere come inaccettabile la strategia adottata da Dellai per demonizzare l'avversario: il longevo presidente ritiene che si possa condurre una campagna elettorale, da una parte, riducendo tutta l'opposizione alla sola Lega Nord, dall'altra demonizzando Sergio Divina, come fosse un orco orribile che trasformerà il Trentino in una “landa deserta” di molti poveri e pochi ricchi. Senonchè, la Lombardia e Veneto, dove il centro destra, la Lega Nord compresa, è già da alcuni anni al governo della Regione, non sembra proprio che abbiano subito devastazioni, come se fossero sottoposte ai barbari. Anzi.
Perché intendiamo sostenere con il voto il centro destra
Occorre, piuttosto, prendere atto che uno solo è oggi lo schieramento realisticamente in grado, per candidati e programmi che propone, di offrire un’alternativa credibile alla guida dalla Provincia: si tratta dell’alleanza fra Popolo della Libertà, Lega Nord ed altre otto liste aderenti al centro destra che sostiene la candidatura alla presidenza della Provincia di Divina. Se l’Upt altro non è che un “contenitore” territoriale vuoto, inventato da Dellai al solo scopo di rispondere alla scarsa attrattiva attualmente esercitata dal PD sull’elettorato ex democristiano-margheritino refrattario a dissolversi nel perdente partito di Veltroni, l’aggregazione di supporto a Divina dispone invece di contenuti programmatici robusti e di esponenti politici collaudati, formatisi nel corso di dieci anni di opposizione al centro sinistra. E ancora, mentre Dellai si propone di governare anche nei prossimi cinque anni la Provincia avvalendosi dell’alleanza con il PD trentino, i cui leader sono gli stessi che hanno sempre alimentato la conflittualità interna al centro sinistra nel corso dell’ultima legislatura, al contrario quella raccolta attorno a Divina è una coalizione unita grazie alla condivisione dei valori più cari alla tradizione della nostra comunità. Valori che sono sostanzialmente riconducibili al principio di sussidiarietà. L’alleanza di centro destra si propone infatti di rendere attori protagonisti del nostro sistema i soggetti primari della comunità trentina: la persona, la famiglia, le associazioni, l’iniziativa privata in campo sociale ed economico, i territori, realtà vitali che precedono sia storicamente sia sul piano del diritto l’ente pubblico e al cui servizio vanno quindi poste le politiche provinciali. Attuare il principio di sussidiarietà significa oggi riaprire spazi di libertà nei quali possa tornare ad esprimersi concretamente la responsabilità dei corpi sociali intermedi. A che altro serve infatti l’autonomia della Provincia, se non a riconoscere e valorizzare le risorse umane, le reti di solidarietà, le comunità locali, le competenze e le capacità professionali presenti a tutti i livelli nella nostra convivenza? La vittoria della coalizione di centro destra è la condizione perché le politiche provinciali ripartano da queste risorse: dalla difesa della vita, della dignità della persona e della famiglia fondata sul matrimonio, dalla creatività delle tante realtà umane del terzo settore, delle associazioni, delle iniziative imprenditoriali e territoriali di cui il Trentino è fortunatamente ancora ricco. Scommettere sulla libertà e l’intrapresa responsabile delle persone, delle famiglie e delle loro organizzazioni renderà possibile quella svolta che la stragrande dei trentini auspica per promuovere un deciso miglioramento dei servizi sociali, delle prestazioni del nostro sistema sanitario, della qualità educativa della scuola, mettendo anche in atto interventi capaci di assicurare una casa alle famiglie e un lavoro ai giovani, infrastrutture di collegamento più funzionali, il rilancio della formazione professionale, della ricerca e dell’innovazione per favorire un forte incremento delle attività produttive nei vari settori della nostra economia, a partire dall’agricoltura di montagna, dalle piccole imprese dell’artigianato, del turismo del commercio e dei servizi del terziario avanzato. Con le elezioni del 26 ottobre i trentini hanno l’opportunità di innescare questo processo virtuoso: occorre quindi cogliere l’occasione e contribuire con il voto ad un cambiamento di cui mai quanto oggi la comunità ha bisogno. Libertà e Persona