Vengo a sapere da amici che Gianfranco Fini sarebbe un carismatico e valoroso politico di destra. La notizia, o meglio lo scoop, mi scuote profondamente. Infatti, delle due l’una: o si tratta di un caso di omonimia oppure - come temo - i miei interlocutori hanno preso un granchio, e che granchio. Gianfranco Fini politico di destra, ma vogliamo scherzare? Nessuno discute le abilità oratorie dell’attuale Presidente della Camera; sempre composto, preparato e con la battuta pronta, in effetti, è un politico che sa il fatto suo e che certo non teme confronti. Ma da qui a definire il Presidente Fini “di destra” – converrete- ce ne passa. Il regime fascista prima e il Movimento Sociale Italiano poi, per darsi una collocazione culturale chiara e al contempo sintetica, parlavano di "Dio, Patria e Famiglia". Ora, si da il caso che Gianfranco Fini sia un non credente; Dio, quindi, è una questione che non lo interessa. Altrettanto si potrebbe dire della Patria stricto sensu giacchè, se non ricordo male, da qualche tempo il leader dell’ex An non si cura che di caldeggiare il diritto di cittadinanza agli immigrati; né più e né meno di quello che farebbe un Rizzo o un Diliberto. Stesso discorso anche per la Famiglia della quale Fini, per evidenti ragioni, ha poco da insegnare. A chi ancora nutrisse sospetti circa l’identità politica dell’ex pupillo di Almirante, ricordiamo la recente uscita di quest’ultimo sull’antifascismo, valore a cui ha detto di aderire senza tuttavia specificare – gaffe colossale – di quale antifascismo stesse parlando. Stava forse, il Presidente Fini, pensando all’antifascismo brutale e assassino sul quale ha scritto, con lodevole coraggio intellettuale, Giampaolo Pansa? Oppure pensava all’antifascismo di Gramsci, che ripudiava il fascismo perché totalitarismo incompiuto? Oppure, ancora, pensava all’antifascismo dell’ex Presidente della Repubblica Scalfaro che, senza batter ciglio, da giovane magistrato comminava condanne a morte? Non è dato saperlo. Citare l’antifascismo come valore fondante della democrazia, crediamo, avrebbe richiesto quanto meno delle specificazioni. Evidentemente il Presidente Fini la pensa diversamente, ed è libero di farlo. Ma non si venga più a dire che si tratta di un politico di destra. D’accordo, Fini avrà pure il merito di aver traghettato la destra italiana fuori da imbrigliature ideologiche di stampo fascista; in questo senso Fiuggi fu un grande passo in avanti, non discuto. Le ultime uscite dell’attuale Presidente della Camera, però, sono di tutt’altro genere. I suoi 4 “sì” al referendum sulla procreazione medicalmente assistita del giugno 2005, ricorderete, furono un terremoto che – sarei pronto a scommetterci – ha lasciato senza parole larga parte dell’elettorato di destra e non solo. Personalmente, pur non nascondendo le mie simpatie per certa cultura di destra, non ho mai sostenuto Fini e il suo partito. Ma ora, grazie alla sua conversione al modernismo liberale e borghese, almeno ho realizzato che non lo voterò mai. Piuttosto, voterò a destra.