Buon riposo, padre Albino Andreatta!
Di Francesco Agnoli (del 01/09/2008 @ 17:23:33, in Religione, linkato 1739 volte)

E' stato celebrato, oggi, alle 16, presso la chiesa dei frati di Rovereto, Trento, il funerale di padre Albino Andreatta. In tanti abbiamo salutato per l'ultima volta questo piccolo frate, con la lunga barba bianca che per tanti anni ha celebrato e confessato in San Lorenzo, a Trento, vicino alla stazione. Padre Albino era un uomo di Dio: passava le sue giornate pregando, aspettando tutto il giorno, mattino e sera, nel suo confessionale, che qualcuno venisse a chiedere un consiglio, a piangere la sua tristezza, a chiedere a Cristo il perdono dei suoi peccati. Così, ore e ore, ogni giorno, ad attendere...e poi, la notte, lui che soffriva di insonnia, continuava a ricevere telefonate, di persone sole, di malati, di persone depresse, di persone sull'orlo del suicidio...era stancante per chi lo andava a trovare... non so lui, come facesse.

Ognuno riversava su di lui le sue angosce, le sue miserie, e lui raccoglieva tutto, e lo prendeva su di sé, a volte con un affetto e una pazienza inimmaginabili, a volte con piglio più serioso, con quegli occhietti vispi e vivaci che ti scrutavano...e non mancava di riprendere, di rimproverare, ma sempre con quel modo di fare che ti fa sentire di essere amato e importante. Quando diceva messa lui, la chiesetta di san Lorenzo si riempiva sempre. Poi lo hanno spostato ai Cappuccini, sulla salita della Saluga. Ricordo che per confessarsi da lui occorreva aspettare pazientemente il proprio turno; e aspettando si vedevano entrare giovani, vecchi, persone che venivano dalla città e altre da lontano. A quell'epoca non stava bene di salute, ma qualche suo confratello, per “punire” il frate “conservatore”, l'unico che aveva la fila davanti al confessionale, decise di spedirlo lontano, fuori dai piedi, a Condino, in un immenso convento, solo, nonostante l'età e i malanni. In tanti, in quell'occasione, minacciarono tuoni e fulmini, chiesero a padre Albino il permesso di intervenire per ribaltare l'iniqua decisione.

Ma padre Albino, sempre, li fermò, in nome dell'obbedienza. Obbedisco, diceva, perchè ho promesso di farlo, perchè la Chiesa non vivrebbe un anno se non sottomettessimo la nostra volontà, costi quello che costi... Per questo padre Albino soffriva, per i tanti disubbedienti che vedeva sempre più numerosi, nella Chiesa e nel suo ordine: disubbedienti ai superiori e infedeli al depositum fidei. Nell'ultimo anno i malanni di padre Albino si sono aggravati. Un amico, che era andato recentemete a trovarlo, mi disse: E' sempre più magro e consumato, sembra che il velo che lo separa dal Cielo si stia assottigliando sempre di più, e che lui aspetti ormai solo di ricevere la corona promessa. Sul suo santino c'è scritto: “Laudato sie, mi Signore, per Sora nostra Morte corporale”. Al Padre eterno, Albino, si è presentato sicuramente con la sua fierezza e la sua fede granitica, e so che per qualcosa lo avrà anche sgridato: “quando non capisco perchè il Signore permette certe cose, mi arrabbio con lui... e prego...”. Buon eterno riposo, padre Albino.