Del come una libreria laica sia in realtà una libreria anti-cattolica. Un giro alla Libreria Ubik di corso 3 Novembre a Trento
Lo confesso: a volte, benché sempre più di rado col progredire dell’età e dell’assennatezza, cedo alla tentazione di fare una capatina in quell’alienante e impersonale supermercato del libro che è la Libreria Ubik (ex Rizzoli) di corso 3 Novembre a Trento. L’ho fatto anche recentemente, traendo dalla breve visita tra gli affollati quanto anodini scaffali un insegnamento che non reputo del tutto inutile condividere con i lettori di questo sito.
La nostra è una società sempre più clericalizzata, dove i preti dettano legge e in cui è negato alla cultura laica uno spazio di espressione libero da «ingerenze» e «censure». Questo l’ossessionante leit-motiv che dalle cattedre universitarie alla rubrica di letterine dell’Adige viene da qualche tempo ripetuto.
Parrebbe trattarsi di un problema di scottante attualità. Perché non dare un’occhiata, allora, a puro scopo di verifica, proprio nel settore Attualità della nostra Libreria Ubik? Che le cose stiano davvero nei termini predetti, un mero elenco dei volumi offerti alla sete di sapere del pubblico potrà confermarlo o smentirlo.
Ignoriamo dunque copertine e titoli a sfondo sessuale campeggianti in vetrina, scendiamo le scale, viriamo a sinistra e concentriamoci sul settore preso in esame.
Et voilà un elenco significativo dei volumi messi in evidenza dai responsabili della Libreria Ubik nel settore Attualità, addì 10 o 12 giugno 2008 circa:
Richard Dawkins, L’illusione di Dio. Le ragioni per non credere, Mondadori;
Sam Harris, Lettera a una nazione cristiana (con prefazione di Richard Dawkins), Nuovi Mondi (dal retro di copertina: «Ateismo è una parola che non dovrebbe esistere. Nessuno ha bisogno di qualificarsi come non-astrologo o non-alchimista»);
Christopher Hitchens, Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa, Einaudi (dello stesso autore è presente anche l’indispensabile Consigli a un giovane ribelle, sempre Einaudi);
Tony Braschi, Il libro nero del Vaticano, Edizioni Libreria Croce;
Jacopo Fo - Sergio Tomat - Laura Malucelli, Il libro nero del cristianesimo. Duemila anni di crimini in nome di Dio, Nuovi Mondi;
(immancabile) Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), Longanesi;
Michel Onfray, Trattato di Ateologia, Fazi (del grande ateologo Onfray è presente nella sezione Filosofia praticamente l’opera omnia);
Telmo Pievani, Creazione senza Dio, Einaudi;
Hemant Metha, Ho venduto l’anima su E-Bay. La religione agli occhi di un ateo, Baldini Castoldi Dalai.
Ohibò! Nessuna traccia è dato ravvisare, almeno tra i libri posti in evidenza, dell’arrembante offensiva culturale clerico-fascista lamentata ad ogni piè sospinto da intellettuali, politici e giornalisti del Bel Paese. Già, poiché l’unico titolo lontanamente riconducibile a una prospettiva cattolica (dico lontanamente) è nientepopodimenoché Enzo Bianchi, La differenza cristiana, Einaudi. Si direbbe piuttosto che, se offensiva esiste, questa sia condotta in direzione esattamente contraria.
Ma diamo velocemente una scorsa ai libri riposti negli scaffali. Tra essi, nessuna traccia dei soliti, onnipresenti autoracci cattointegralisti e fanatistoidi. Invece, in tema religioso, ecco che abbiamo:
Ferruccio Pinotti, Opus Dei segreta. Frusta, cilicio e alta finanza: per la prima volta parlano i testimoni, Rizzoli;
Carlo Falconi, Il pentagono vaticano, Kaos Edizioni;
Francesco Remotti, Contro natura. Una lettera al Papa, Laterza;
Carlo Augusto Viano, Laici in ginocchio, Laterza.
Questi laici non si direbbero davvero «in ginocchio», come recita il titolo di Viano citato. Anzi, sembrerebbero padroni incontrastati della più grande e frequentata libreria di Trento. Ma sorge un ultimo dubbio: che i cristianacci fondamentalisti e retrivi si celino nel settore Religione? Proseguiamo lungo il corridoio e rendiamoci conto della situazione.
Fatti pochi passi, la situazione è che il settore Religione è stato inopinatamente collocato accanto al settore Esoterismo. Forse i commessi della Ubik pensano che le due materie abbiano qualcosa in comune. E in effetti, frugando nel settore Religione, pare proprio così: vi si trova infatti, quasi esclusivamente, materiale su Cabala, Talmud, testi gnostici, vangeli apocrifi. Inevitabile la presenza del cosiddetto Vangelo di Giuda nell’edizione della massonica National Geographic Society. Non fanno difetto, certamente, testi di interesse più propriamente religioso (su tutti l’interessante L’eros nell’ebraismo), ma facendosi largo tra l’Inchiesta su Gesù di Augias e Pesce e titoli come Gesù Profeta Rivoluzionario o Gesù non l’ha mai detto non è dato constatare una particolare ricchezza di materiale serio. Non sono assenti, nemmeno qui, vari libri di Enzo Bianchi (un titolo per dare l’idea: Dio, dove sei?, Rizzoli), qualche librone di Hans Küng, alcuni indispensabili testi della Kaos Edizioni e uno del fantateologo Vito Mancuso, personaggio peraltro molto amato dalle signore-bene. Libri cattolici? Le Ipotesi su Gesù di Messori (meno male), l’autobiografia del Card. Biffi, qualche volumetto di Socci e della principessa Borghese. Almeno per quantità, nulla di preoccupante.
Se a qualcuno è negato uno spazio di espressione, alla Ubik (e non solo) non è certo al mondo laico.
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