T. Scandroglio, "La legge naturale" (Fede & Cultura)
Di Mattia Tanel (del 18/04/2008 @ 20:06:01, in Segnalazioni librarie, linkato 2205 volte)
La Chiesa italiana richiama sempre più spesso i politici cattolici, ma anche i semplici fedeli come tutti noi, al dovere di promuovere comportamenti e provvedimenti pubblici improntati al rispetto della «legge naturale». In quanto inscritta nel cuore di ogni uomo e derivabile dalla sua stessa natura razionale, la legge naturale non costituisce affatto un dogma di fede: si tratta, al contrario, di un’istanza riconoscibile con la sola ragione, e dunque strettamente vincolante anche per i non cattolici. Di qui l’invito pressante, anzi l’obbligo formulato dalle gerarchie ecclesiastiche, di valorizzarla e sostenerla con forza anche a livello di discorso pubblico. Si pone, però, un problema: quanti, tra gli stessi cattolici, sono a conoscenza del processo di fondazione razionale che conduce alla specificazione dei vari obblighi inerenti alla legge naturale? È lecito pensare che siano molto pochi. Per porre rimedio a questa situazione, un giovane studioso di filosofia del diritto come Tommaso Scandroglio ha recentemente pubblicato un agilissimo volumetto dal titolo La legge naturale. Un ritratto (Fede & Cultura). In esso si espone in modo molto semplice e con dovizia di esempi la dottrina tradizionale classico-cristiana sul diritto naturale, rifacendosi in particolare alle cristalline argomentazioni del doctor communis, San Tommaso d’Aquino. Scandroglio semplifica e chiarisce ad uso di chiunque i concetti di «legge eterna» (di cui la legge naturale è «partecipazione nella creatura razionale»), «coscienza», «precetto morale», «diritto positivo» e molti altri ancora, fornendo uno strumento utilissimo alla battaglia culturale in cui ogni cattolico si trova oggi impegnato. In assenza di una fondazione complessiva, infatti, le singole argomentazioni morali (circa l’aborto o l’omosessualità, ma anche l’obbligo o meno di pagare le tasse…) rischiano di cadere nel vuoto di presupposti non condivisi, o intravisti solo a stento dai nostri interlocutori e persino da noi stessi. È dunque altamente consigliabile la lettura di questo libricino, il cui merito principale è forse quello di ricordarci che lo scopo della morale non è quello di «tarpare le ali» all’uomo, ma quello di condurlo alla plenitudo essendi, alla piena realizzazione della sua natura: in altre parole, alla felicità. Prefazione di Mario Palmaro.

Cfr. http://www.fedecultura.com/2007/10/la-legge-naturale-tommaso-scandroglio.html