Don Cristelli e i preti del dissenso, a Trento.
Di Francesco Agnoli (del 12/01/2008 @ 09:32:32, in Bioetica, linkato 3009 volte)

A Trento ci siamo abituati...da anni ormai una pattuglia di preti e di frati progressisti, vive contestando la Chiesa, cui dice di appartenere, per sposare le comode posizioni del mondo. Li abbiamo visti, questi preti disobbedienti, osteggiare in ogni modo il buon vecchio vescovo Sartori; li vediamo, ora, smarcarsi ogni volta, con una forte dose di superbia, dalla linea di Ruini e di Benedetto XVI.

Per carità, una certa libertà di giudizio, è propria del cristiano: ma l'opposizione dura, insistente, continua, a verità fondamentali della nostra fede, stupisce, scandalizza, disorienta. Un semplice richiamo del vescovo Bressan ha recentemente visto la reazione spropositata di padre Butterini, non col suo vescovo, in privato, ma sui giornali, contro il suo vescovo. Un modo di fare che farebbe inorridire il più normale degli impiegati, in lite col suo datore di lavoro. E' sempre dai giornali che i Butterini, i Cristelli e diversi altri si schierano di volta in volta contro la posizione della Chiesa sulla legge 40, sui Dico, sul motu proprio, sulla revisione della 194, sulla teologia...su tutto. Ma se la Chiesa non gli piace per nulla, perchè ci stanno? Liberi di fare le valigie...di stare dove si trovano bene...

 L'ultimo scandalo, per il sottoscrito, è l'ennesimo articolo di don Vittorio Cristelli, già allontanato dal vescovo Sartori dalla direzione di Vita Trentina, ritornato poi allo stesso giornale in veste di opinionista (non di prete, nè di cattolico, a leggere i suoi articoli; anche qui, che obbedienza!). Riflettendo sulla moratoria contro l'aborto, Cristelli, come recita il titolo del suo articolo, parla di "rischio inutile". Livia Turco, Walter Veltroni, Giuseppe Caldarola, Stella Fabiani, per fare solo alcuni nomi di importanti personalità del PD, hanno ritenuto opportuno accogliere l'invito di tanti a ripensare, almeno un poco, una legge sull'aborto che permette di abortire anche 5 o 6 volte di seguito, come se l'aborto fosse un metodo anticoncezionale; che permette di abortire, nei primi tre mesi, come ebbe a dire Giuliano Amato, perchè si sta scrivendo un libro e non si vuole interromperlo; perchè il bambino, forse, ha il labbro leporino o due ditine dei piedi attaccate; che permette di abortire un feto già perfettamente formato, magari anche solo perchè non è del sesso desiderato, sempre, anche senza alcuna vera motivazione!

Ebbene, di fronte a questo orrore, a questo omicido orrendo, come lo ha definito anche il Vaticano II, Cristelli, dopo qualche affermazione di principio giusta, ma cui sembra non voler dare alcun peso, spiega che "è possibile anche per i cattolici scegliere il male minore. E l'aborto medicalmente assistito appare un male minore rispetto agli aborti clandestini". Dopo aver detto questo, Cristelli vuole soffermarsi su un "lato positivo provocato dalla legge": la nascita dei centri di aiuto alla vita. Si notino anzitutto l'espressione ipocrita e vergognosa: "aborto medicalmente assistito", dove il medico che aspira e fa a pezzetti il feto, diviene persona che assiste, si intende, il paziente! Si noti anche l'idea, ripetuta diverse volte nel corso dell'articolo, per cui l'aborto legalizzato sarebbe migliore perchè avrebbe sconfitto l'aborto clandestino! Ma cosa legge don Cristelli? Ma perchè scrive se non sa nulla dell'argomento di cui sta parlando? Vada presso un Cav, visto che dice di stimarli, ma forse lo fa solo per difendere la 194, e chieda loro qualche dato. Chieda loro se il bambino ucciso clandestinamente soffre di più di quello ucciso in clinica o se la donna che abortisce in ospedale non soffre della sindrome post abortiva (la avrà mai sentita nominare il nostro?).

I dati, per intanto, glieli fornisco io! La storia degli aborti clandestini è una ridicola menzogna, già raccontata mille volte, tra gli altri, dal dottor Nathanson, colui che portò l'aborto in Usa. Ha scritto Nathanson, in mille occasioni, che per ottenere al legalizzazione dell'aborto nel suo paese, lui e i suoi compagni raccontarono a tutti che gli aborti in Usa erano un milione, mentre in realtà non superavano i 100.000! Evidentemente sapeva bene che se l'opinione pubblica avesse conosciuto la vera cifra, non avrebbe spinto per la legalizzaione, ma semmai per aiuti, sussidi, interventi dello Stato a difesa della maternità! Invece, ingigantendo enormemente il numero degli aborti clandestini, si faceva credere alla gente che il problema fosse insolubile altrimenti e ormai endemico. La stessa, cosa, anzi molto peggio, hanno fatto gli abortisti indigeni. Come ho scritto due anni fa sul Foglio, senza mai essere smentito da nessuno, già nel 1971 "il Psi presentò al Senato una proposta per l'introduzione dell'aborto legale, libero, e gratuito, affermando che vi erano in Italia tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui, e che circa 20.000 donne all'anno morivano a causa di questi interventi. Nel successivo progetto di legge, sempre socialista, presentato alla Camera il 15/10/'71, il numero degli aborti annui rimaneva stabile, mentre quello delle donne morte per pratiche abortive clandestine saliva, chissà come, a 25.000. Tali cifre venivano riprese come attendibili da tantissimi giornali ("Corriere della sera" del 10/9/'76: da 1,5 a 3 milioni di aborti clandestini l'anno; "Il Giorno" del 7/9/'72: da 3 a 4 milioni l'anno…). Anche sotto la pressione di questi presunti dati nacque la 194, che legalizzò l'aborto. Se le cifre suddette fossero state vere, una volta divenuto lecito e gratuito, l'aborto si sarebbe dovuto diffondere ancor più. Invece nel 1979 quelli legali furono ufficialmente, né 1, né 4 milioni, ma 187.752! ".

Come fecero gli abortisti italiani a parlare di milioni di aborti clandestini, quando gli abortisti americani parlavano di un milione, mentendo, per un paese almeno 4 volte più popoloso? Come fecero a mentire così clamorosamente, quando l'unico studio serio fu quello del professor Colombo, demografo dell'Università di Padova, coadiuvato dai professori di statistica della stessa università, Franco Bonarini e Fiorenzo Rossi, che al termine del suo "La diffusione degli aborti illegali in Italia" ipotizzava per il nostro paese come cifra massima, i 100.000 aborti clandestini? Certo, se le letture di Cristelli sono sempre state le fonti abortiste, sull'Espresso del 9 aprile del 1967 avrebbe potuto apprendere che gli aborti clandestini erano 600.000 all'anno nella sola provincia di Milano e 4 milioni all'anno in Italia!

Possiamo ancora accettare queste menzogne e questo modo di affrontare i problemi? Può fare questo un sacerdote che scrive sul settimanale diocesano? E quando parla degli aborti clandestini, non dovrebbe ricordare che con la legge 194, che ha reso l'aborto qualcosa di culturalmente "normale" e "giusto", gli aborti clandestini esistono ancora in tutto il paese, determinando la morte di feti anche di otto o nove mesi? Basti un esempio per tutti, la celebre "clinica degli orrori" di Roma. Nel marzo del 2000 i giornali annunciarono, per il vero senza grande partecipazione, che in una clinica romana per aborti “i pezzi più grandi del feto venivano bruciati, mentre il resto veniva gettato nel water o nel lavabo”, in una sorta di “lavandino tritatutto”. Erano aborti anche forzati, di donne costrette ad abortire, di feti a sette, otto e nove mesi! Ma tutto questo, a Cristelli e compagnia, sembra secondario: il problema è che "la proposta di moratoria non diventi argomento coagulante di un fondamentalismo che ritiene di dover tradurre, sena mediazione, la morale cattolcia in legge civile e penale". Ma cosa c'entra la morale cattolica? Bobbio, Pasolini, Abbagnano, Baldassarre erano laici, contro l'aborto: ne ha mai sentito parlare? Infine un'ultima domanda: perchè non appoggiare, per una volta, un politico locale come Morandini, che si è limitato a chiedere un aiuto economico per le mamme che altrimenti abortirebbero per motivi economici?

Perchè, se tanto ama i Cav, invece di spendere l'articolo per una appassionata difesa della 194, non ha chiesto un aiuto a codesti Cav, che pur aiutando le donne sono in buon aparte ignorati dalla nostra ricca e sperperatrice amministrazione? Perchè nessuna proposta sulla prevenzione dell'aborto, almeno? Perchè, se per lui il problema sta tutto e solo nel clandestino o meno, non chiedere che la 194 rimetta pene serie per gli aborti clandestini, dal momento che ha depenalizzato anche quelli? Perchè...?