Dietro l'omicidio della Butto...
Di Rassegna Stampa (del 06/01/2008 @ 16:31:53, in Attualitą, linkato 1158 volte)

So di andare controcorrente, ma sin dall’inizio ho avuto l’impressione che dietro l’omicidio di Benazir Bhutto non ci sia Al Qaida, per queste ragioni:

1) Al Qaida di solito non rivendica, ma preferisce tacere, sapendo che in questo modo si alimenta l’interesse per l’attentato terroristico compiuto e dunque se ne rafforza l’effetto.

2) Al Qaida ha perso gran parte della propria efficacia. Dopo l’11 settembre non è più un’organizzazione strutturata, ma un gruppo le cui capacità operative sono state ridotte e la Bhutto non era un obiettivo prioritario; semmai lo era Musharraf. 3) Raramente un’organizzazione terroristica smentisce la propria responsabilità. E’ successo in Spagna con l’Eta l’11 marzo, ora anche il leader taleban Baitullah Mehsud, considerato il luogotenente di al Qaida in Pakistan e ritenuto dal governo pakistano l’architetto dell’attentato che è costato la vita a Benazir Bhutto, ha negato ogni coinvolgimento nell’assassinio della ex premier. 4) Ai governi e ai servizi segreti di tutto il mondo fa comodo attribuire attentati ad Al Qaida, perché è un’attenuante straordinaria,rendendo il terrorismo un fenomeno mondiale, anziché nazionale. E allora chi è stato? E’ molto verosimile che il colpevole vada cercato in Pakistan e per ragioni politiche locali. Questa vicenda rappresenta purtroppo l’ennesimo fallimento della disastrosa Condolezza Rice: sono stati gli Stati Uniti a imporre il ritorno della Bhutto, la quale, poche settimane prima di morire, aveva rivelato in un’intervista a France 1 che i dispositivi per individuare la presenza di esplosivi nella folla non funzionavano. Uccidere la Bhutto era un’impresa facilissima. Possibile che la Cia non fosse in grado di prevenire offrendo un’adeguata protezione?

Marcello Foa, il Giornale