Oggi è Halloween. Una festa recente. A pensarci bene, non si sa bene cosa si festeggia. Un compleanno, un’anniversario, una ricorrenza, un avvenimento del passato, una speranza per il futuro? Infelice il nostro destino quando facciamo festa senza neppure sapere perché. L’incoscienza e la distrazione sono due mali terribili perché non ci rendono così inabili e infermi da non creare danno.
E non occorre disturbare nessuno o violare la libertà dell’altro (perché c’è un cortile privato, l’unico ammesso anche dai negatori della proprietà privata, nel quale, è possibile – dicono loro – ogni cosa. Basta non superare la staccionata della privata libertà del vicino). Il male è già dentro il non senso, la sgarbata e banale prepotenza di chi vive e agisce senza alcun senso. D’altra parte, cosa pretendere quando il più acclamato cantate italiano si affanna a cercare un senso, e non trovandolo, dice: “Non c’è”. E’ così che nascono feste come funghi o giornate mondiali delle più stravaganti realtà. C’è quella del gatto, della lentezza, quella del risparmio energetico, e poi c’è quella del gioco, del libro e del diritto d’autore patrocinata dall’Unesco, il 27 settembre si festeggia quella del turismo, della danza, quella della proprietà intellettuale, il 16 ottobre quella del pane e il giorno dopo, tocca alla giornata mondiale del rifiuto alla miseria, l’otto marzo quella del rene, il 9 dicembre quella del bambino lavoratore, il 15 gennaio quella del migrante e del rifugiato e poi mille altre giornate mondiali: del donatore, del diabete, del malato, del volontariato, del vegetarianesimo, del ricordo della Shoah, della giornata senza tabacco.
Su Internet ho scoperto decine e decine di altre giornate mondiali: il 4 aprile è la giornata mondiale contro le mine, il 12 aprile dei cosmonauti, il 22 della Terra, il 3 maggio della libertà di stampa e il 23 giugno, indovinate cosa si festeggia? La giornata mondiale dell’orgoglio pedofilo, il boyloveday international. Non c’è bisogno di invadere la libertà dell’altro per compiere il male. Basta distrarsi e non accorgersi che al posto dei santi, hanno messo qualcos’altro. E’ stato sufficiente, ad esempio, occupare uno di quei cortili, spesso angusti, recintati, ma indifesi: uno di quei piccoli reticolati di date e giorni della settimana che costituiscono, nel numero di trenta o trentuno, il calendario. Se poi, ci si mette una donna nuda, altro che distrazione. La trascuratezza di veder sostituito i nomi dei santi con il nome di feste americane, festività indù, giornate cosmiche dei calvi, viene ampiamente ricompensata con una certa avvedutezza. Oggi è la festa di Halloween. Ai miei studenti ho provato a spiegare che il motivo per cui si sta a casa, è ben altro. Sono i santi, ma per loro, al massimo c’è posto per sante, quello prete, sposato, con una divorziata che aspira, magari a diventare pretessa…Al posto della festa di Tutti i Santi e la giornata di commemorazione dei defunti, subentra la festa di Halloween.
E’ un amaro scherzetto di chi pian piano, addolcettandoci la vita, ci toglie l’unica cosa che rende sensata l’esistenza. Mi è capitato di leggere, ultimamente, un libro di Guareschi, l’ultima sua opera, data alle stampe dopo la sua morte. In un momento di sconforto, don Camillo si rivolge al Crocifisso e gli pone quella domanda che, in termini diversi, è sulla bocca dei semplici, di chi cioè senza troppi giri di parole, dice: “ma dove andiamo a finire?”. Quando mi capita me la cavo con una battuta, ma appena mi allontano mi accorgo di aver detto qualche bugia di troppo o quantomeno di aver ostentato una sicurezza e una fiducia che non riscontro, sinceramente, in me. “Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?” “No, Signore. (…) L'uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L'unica vera ricchezza che, in migliaia di secoli, aveva accumulato. Un giorno non lontano si ritroverà esattamente come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell'uomo sarà quello del bruto delle caverne. Signore, se questo è ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?” Il Cristo sorrise. “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l'asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. “Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. “Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d'ogni razza, d'ogni estrazione, d'ogni cultura.” Mi ha fatto bene incontrare queste righe. Quando leggo dei documenti della Chiesa o ascolto delle meravigliose prediche, non mi sento così persuaso come dopo che ho letto queste parole. Non sono Vangelo, ma per me le ha dette Cristo, sul serio. Domani festeggerò la festa di Tutti i Santi con più voglia e convinzione. E poi, anche il giorno seguente, quello in cui si ricorda la morte. Sì, la morte, non quella soltanto dei morti, ma anche quella che, mio malgrado, vorrà un giorno avvicinarsi, con più o meno intenzioni fraterne, a me. Domani mentre celebrerò la Messa dei Santi, penserò a Padre Pio. Gli vogliono rifare il processo di canonizzazione. Questa volta iscrivendolo nel registro degli inquisiti come filibustiere e millantatore. Non vorrei che stessero pensando di istituire, per il 23 settembre, una nuova giornata mondiale. Si renderebbe necessario così di scalzare il frate imbroglione e dare vita, chessò io, alla giornata mondiale degli omosessuali. Pensandoci bene, vuoi che non ci sia già. Mi auguro almeno che ne istituiscano una anche per i sacerdoti o per le suore di clausura. Sarei disposto, per una cosa così, a lasciare il via libera per il 23 ottobre, San Giovanni da Capestrano (non me ne voglia, anche a lui penserò domani). Ma a Padre Pio, onestamente, non vorrei rinunciare. Domani mi ricorderò anche dei martiri spagnoli. Sono molti per cui non mi ci metto a ricordarli uno a uno, ma mi basterà pronunciare per abbracciarli tutti, sperando di non essere sentito da qualche giovane dei centri sociali (o forse non sarebbe neppure una cattiva idea): “Viva Cristo Re”.
Mi sono riletto le parole del Santo Padre nell’angelus di domenica. “La contemporanea iscrizione nell'albo dei Beati di un così gran numero di Martiri dimostra che la suprema testimonianza del sangue non è un'eccezione riservata soltanto ad alcuni individui, ma un'eventualità realistica per l'intero Popolo cristiano. Si tratta, infatti, di uomini e donne diversi per età, vocazione e condizione sociale, che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. (…) Non tutti, certo, sono chiamati al martirio cruento. C’è però un "martirio" incruento, che non è meno significativo: è la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri. Questo martirio della vita ordinaria è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate del nostro tempo. È la pacifica battaglia dell'amore che ogni cristiano, come Paolo, deve instancabilmente combattere; la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna sino alla morte” Anche queste parole mi hanno fatto bene, come quelle di Guareschi, anche se queste, sono solo del Papa.