Giuda e la Maddalena, riprende l'attivitą di Libertą e persona.
Di Francesco Agnoli (del 16/10/2007 @ 15:18:33, in Libertą e Persona, linkato 1262 volte)

Il 19 ottobre riprende l'attività culturale dell'associazione "Libertà e persona", con un incontro che avrà come protagonisti Marco Fasol e Rosanna Ghedina, presso i Salesiani di Trento, alle ore 20.30.

Il titolo dell'incontro, "Tra codici e inchieste, il vero volto di Giuda e della Maddalena", allude chiaramente alla volontà degli organizzatori di fare le pulci alle visoni distorte, filologicamente e storicamente, introdotte dal celebre romanzo "Il codice da Vinci" e dall'Inchiesta su Gesù di Augias e Pesce. Fasol e Ghedina non sono né romanzieri, come Dan Brown, né, come Augias, giornalisti in cerca di sensazionalismo e di originalità ad ogni costo. Sono due studiosi, attenti, scrupolosi, dotati dei mezzi necessari per fare ricerca. In particolare Marco Fasol è da poco autore di un testo, "I vangeli di Giuda" (Fede & Cultura) che si presenta come una analisi approfondita del valore documentale dei quattro Vangeli canonici, e un esame altrettanto scientifico e asettico, di quelli apocrifi. Marco Fasol ha voluto fare proprio questo, spiegare al grande pubblico, in maniera semplice ma precisa, quali sono i fondamenti storici, filosofici, linguistici e filologici da cui possiamo dedurre l'autenticità dei Vangeli canonici, cioè dei testi di gran lunga più testimoniati dell'antichità. Ha così preso in esame canonici ed apocrifi spiegandoci, per gli uni e per gli altri, il numero di codici rimasti, l'antichità degli stessi, il contesto storico e culturale in cui sono stati prodotti e la loro conformità ad esso, il linguaggio adottato e la concatenazione esplicativa degli eventi.

Discernimento: questa poterebbe essere la parole chiave di questa parte dell'opera. Accanto a queste considerazioni, Fasol ha poi preso in esame, in particolare, il Vangelo di Giuda, lanciato l'anno scorso da National Geographic, Sky e dalla stampa, con grande clamore, come si fosse trattato di una rivelazione sconvolgente e rivoluzionaria. In realtà questo testo viene riportato, con grande facilità, al contesto delle eresie gnostiche del II-III secolo dopo Cristo: vi appartiene evidentemente per il profondo dualismo che lo caratterizza e per la difficoltà di colui che lo ha scritto nel credere in un Dio fattosi uomo, incarnatosi, per di più, nel ventre di una semplice donna. Gli gnostici infatti professavano un rigoroso dualismo anima-corpo, disprezzando quest'ultimo come una terribile prigione: disprezzavano, di conseguenza, il Dio Creatore, sostenendo la necessità di opporsi alle sue leggi morali.

Nel Vangelo di Giuda quest'ultimo non è il discepolo che tradisce per una libera adesione al male, ma l'apostolo cui Cristo ha rivelato il vero sapere, unica fonte di salvezza, e cioè che non è veramente "uomo", e che il suo corpo è solo un "rivestimento", un involucro apparente, fasullo. "L'uomo esteriore, carnale, deve essere sacrificato, perché lo spirito di Gesù possa tornare al Pleroma divino, alla perfezione celeste", evadendo dalla prigione di questa vita: Giuda diviene così colui che col suo "buon" tradimento permette a Gesù di separarsi dal mondo, dalla materia cattiva, per ricongiungersi "con il Dio perfetto trascendente".

Nell'ultima parte di quest'aureo libretto di cui parlerà al pubblico trentino, Fasol affronta e smentisce, sempre con gli strumenti della critica storica e filologica, le pesanti e banali insinuazioni di Augias e Pesce, mettendo in luce l'assenza di qualsiasi serietà nell'analisi di un giornalista che non conosce, in "buona fede", come dice lui stesso all'inizio, le fonti, e che liquida Gesù come un mago seduttore, e coloro che gli credettero come esaltati, in preda a visioni isteriche, allucinazioni ed esperienze psichedeliche. Il cristianesimo, conclude Fasol, non è nato da "manipolazioni", "rifacimenti", occultamento di testi scomodi ma veri, come vorrebbe un dilettante allo sbaraglio come Augias: è fondato invece su un avvenimento che ha cambiato la storia, e che è testimoniato nel modo più limpido, e storicamente attendibile possibile (infinitamente più di Virgilio, Cesare o tantissimi altri personaggi dell'antichità). I Vangeli apocrifi, invece, sono tutti vangeli di Giuda, cioè vangeli traditori: come dimostra il fatto che sono molto tardivi e che sono attestati in pochissimi esemplari, spesso solo uno o due; che hanno un sottofondo lessicale e filosofico neoplatonico, senza alcun riferimento all'aramaico o all'ebraico; che non presentano nessun aggancio con le tradizioni culturali e istituzionali della Giudea del I secolo e mancano di qualsiasi narrazione esplicativa degli eventi.

L'altra relatrice della serata, Rosanna Ghedina, è la direttrice di un trimestrale culturale, Alfa e Omega, oltre che una appassionata studiosa della figura di Maria Maddalena. Rosanna Raffaelli Ghedina ha voluto restituirci la vera storia della peccatrice, di colei "che si era persa nell'amore, ed è proprio nell'amore che si è salvata e santificata": lo ha fatto ripercorrendo le orme della santa, viaggiando e facendo ricerche per tre anni, attingendo a preziosi manoscritti nella Certosa di Lucca, ripercorrendo tutto il suo cammino, spirituale e fisico, sino alla Provenza, dove Maddalena evangelizzò e si ritirò in un eremo per 33 anni, pregando e facendo penitenza. Ne viene fuori un ritratto vivace della donna a cui nel Medioevo furono dedicate tantissime case per prostitute, e che era nella realtà una bella ragazza, di nobile famiglia, spigliata e "peccatrice posseduta da tutti i vizi", che non esercitava, però, il mestiere della meretrice. Convertitasi dopo l'incontro con Gesù, la Maddalena viene ammessa tra i discepoli, pur essendo donna, ed è poi presente ai piedi della croce; diffonde la notizia della Resurrezione, su incarico di Cristo, che la rapisce in "divino colloquio" con Lui al momento della sua ascensione al cielo. Una vita privilegiata, un amore totale, in una creatura che aveva tanto peccato, ma anche tanto amato. Una santa che per don Divo Barsotti, l'ultimo mistico del Novecento, a cui la Ghedina fa spesso riferimento, "viene prima degli apostoli, in quanto è simbolo di tutta la Chiesa, la sposa di Cristo, la redenta. E' la sposa infedele, l'umanità, che Dio chiama alla sua intimità…incarna la riconciliazione dell'umanità peccatrice con Dio. Per questo il Risorto le appare per primo dopo la Vergine. E' lei il simbolo della Chiesa con la quale si stabilisce la Nuova Alleanza, la Misericordia". Maddalena è grande, per la Chiesa, e sta accanto-dopo la Vergine, che non ha peccato, perché rappresenta la grandezza della Grazia, la forza del pentimento, la possibilità dell'uomo di intraprendere un cammino di redenzione, che lo porti dall'infimo delle bassezze carnali, alle vette dello spirito; dalla miseria della superbia e dell'orgoglio alla generosità dell'amore totale e della completa fiducia.