Dopo aver deciso di abbattere l’attuale civica casa di riposo di via S. Giovanni Bosco, nel cuore della città, il Comune di Trento sta per trasferire in modo definitivo una parte degli anziani ospiti, soprattutto quelli non autosufficienti, nell'ex Ospedalino situato – ma meglio sarebbe dire arrampicato – in cima ad un ripido e stretto vicolo il cui nome è non a caso “via della Collina” (ma data la salita il termine collina è eufemistico).
La nuova Rsa risulterà così inevitabilmente una gabbia dorata, dalla quale gli anziani, proprio perché non autosufficienti, non potranno uscire per scendere in città e ancor meno per risalire se non in automobile o con un mezzo pubblico.
Oggi, da soli o accompagnati, essi possono concedersi agevolmente una passeggiata o un giro in carrozzella in centro, sentendosi partecipi della città e integrati nella vita urbana.
A questo loro isolamento (lo spazio per un po' di verde all'esterno della nuova struttura è del tutto insufficiente) si aggiungerà il grave disagio arrecato ai numerosi familiari abituati a recarsi anche due o più volte al giorno in visita agli anziani, senza contare il problema dei continui spostamenti su e giù per la viuzza del personale assistenziale e sanitario e dei volontari costretti a raggiungere, sicuramente non a piedi, la nuova sede, con prevedibili ripercussioni sull’inquinamento già oggi oltre i limiti. Infatti il traffico lungo via della Collina, già intenso, aumenterà ulteriormente in futuro con i nuovi residence che sorgeranno poco sopra, al punto da rendere allucinante la prospettiva che ad esso si aggiunga anche quello prodotto dal nuovo ricovero (si pensi anche ai furgoni e ai camion per le forniture quotidiane).
A nulla è valso il reiterato tentativo di indurre l’amministrazione di Trento a riconsiderare questa scelta, promosso fin dalla primavera del 2004 da un gruppo spontaneo di cittadini battezzatosi “Comitato al centro gli anziani”, formato da parenti degli ospiti della casa di riposo, associazioni e semplici cittadini, che preferendo non limitarsi alla protesta, aveva anche proposto al Comune e alla Provincia, raccogliendo a tal fine oltre 10mila firme in pochi mesi, due soluzioni ragionevoli:
a) da un lato la ristrutturazione e l’ammodernamento dell’attuale casa di riposo che si trova in una posizione ideale per favorire il necessario rapporto di integrazione fra anziani e città;
b) dall’altro una diversa destinazione d’uso della rinnovata struttura di via della Collina, più adatta ad accogliere altri servizi sanitari e assistenziali (essendo già attrezzata da questo punto di vista potrebbe ad esempio ospitare un convalescenziario nel quale ricoverare, per periodi di tempo limitati, pazienti dimessi dall’ospedale e bisognosi di un periodo di riposo e cura prima di rientrare a casa e malati in gravi condizioni per dare sollievo alle famiglie).
E non sono nemmeno servite le iniziative realizzate l’anno scorso – manifestazioni pubbliche di vario tipo, interventi in consiglio comunale, articoli apparsi sulla stampa locale – sollecitate dal comitato e attuate anche da esponenti e organizzazioni di diversa e opposta estrazione politica, per convincere il governo di centro-sinistra della città (Sindaco è il diessino Alberto Pacher) a non relegare in una struttura tanto infelice e inadeguata gli anziani ospiti della casa di riposo.
Per tutta risposta l’amministrazione ha ribadito la volontà di procedere al trasferimento degli anziani in collina garantendo l’offerta di bus navetta per il collegamento con la città che oltre a non risolvere il problema risulterebbero comunque insufficienti, oltre ad improbabili allargamenti di via della Collina, arrivando nei giorni scorsi ad ipotizzare addirittura un fantascientifico ascensore.
Per denunciare un progetto contrario al più elementare buon senso e al rispetto di soggetti deboli come gli anziani ospiti della casa di riposo, i quali non sono in grado di opporsi da soli ad una decisione presentata dall’amministrazione come inevitabile, non resterebbe a questo punto che una puntata di Striscia la notizia.
Il titolo del servizio televisivo potrebbe essere: Trento, la città che espelle i suoi anziani. Un caso di eutanasia sociale.
Gian Burrasca