L’alleanza tra Islam di Stato e Kemalismo sciovinista minaccia i Cristiani turchi
Dopo l'assassinio di tre Cristiani a Malatya nel sudest della Turchia, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha lanciato un appello affinché non si continui a ignorare le crescenti tendenze anti-cristiane in Turchia. Da decenni il nazionalismo radicale di stampo kemalista dominante nelle fila governative turche usa a proprio vantaggio l'Islam sunnita per impedire la democratizzazione del paese. In questo modo il sentire nazionalista esclude di fatto i Cristiani dall'appartenenza alla popolazione turca. Il fenomeno si estende anche al di fuori della frontiere turche. In Germania, ad esempio, l'Unione tedesco-turco-islamica con più di 500 moschee sottostà al presidio statale turco per le questioni religiose di Ankara e da questo gli imam ricevono anche le linee guida per le prediche del venerdì, tanto da chiedersi se si tratta di vera libertà di religione.
In Turchia la percentuale di popolazione di religione cristiana è scesa dal 25% allo 0,1%. La popolazione cristiana ha subito il genocidio del 1913-1922 e in seguito è stata vittima dello cosiddetto "scambio di popolazione", che di fatto è stato una feroce persecuzione di Armeni e di Cristiani assiro-aramaici e greco-ortodossi, e i cui culmini sono stati la "Notte dei cristalli di Istanbul (1955) e la crisi di Cipro (1974).
- Fino ad oggi le Chiese cattolica ed evangelica in Turchia non sono legalmente riconosciute e non possono quindi formare associazioni religiose con uno status di diritto. Le messe vengono per lo più celebrate in appartamenti privati e la costruzione di chiese solitamente è permessa unicamente nelle zone di richiamo turistico.
- Il patriarca ortodosso residente a Istanbul/Costantinopoli, capo spirituale di oltre 250 milioni di Cristiani ortodossi, è riconosciuto in Turchia unicamente come guida spirituale dei circa 3.000 Greco-ortodossi che ancora vivono in Turchia.
- I permessi di soggiorno e di lavoro solitamente vengono negati ai sacerdoti che non sono cittadini turchi.
- Nonostante l'articolo 40 dell'accordo di Losanna preveda il diritto dei non-Musulmani a possedere della terra, la Turchia vietava fino al 2002 ai membri di minoranze religiose di acquistare un immobile e in numerosi casi si sono verificati espropri.
Secondo le stime dell'APM, in Turchia vivono oggi 60.000 Cristiani di diverse correnti di nazionalità armena, circa 3.000 Greco-Ortodossi a Istanbul, 2.000 Siriaco-Ortodossi a Tur Abdin (nel sudest del paese) e altri 3.000 circa nella regione attorno a Istanbul, 3.000 Siriaco-unionisti e circa 10.000 Cristiani cattolici e evangelici prevalentemente non di cittadinanza turca.
Cristiani, Kurdi e Kurdi cristiani
Secono l'APM non è un caso che l'ultimo fatto di sangue sia avvenuto nella regione kurda attorno a Malatya. Negli ultimi 20 anni sempre più Kurdi sono passati al Cristianesimo. In Turchia si parla di circa 1.000 Kurdi convertiti al Cristianesimo. La violenza nazionalista ha infatti preso di mira anche una casa editrice che aveva tradotto e pubblicato la Bibbia in Kurdo. Dal punto di vista del nazionalismo radicale, il binomio Kurdo-Cristiano è particolarmente pericoloso poiché unisce l'infiltrazione religiosa con l'attentato all'unità dello stato. Da questa prospettiva non è quindi strano che dopo la persecuzione e la discriminazione degli Armeni e dei Cristiani assiro-aramaici e greco-ortodossi anche i Kurdi convertiti al Cristianesimo si trovino in una situazione di particolare difficoltà. (fonte: Associazione per i Popoli Minacciati c.s. 19-4-07)
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