Adolescenza, servizi, istituzioni
Di Pierini Alessandro (del 12/06/2007 @ 18:01:44, in Cultura e società, linkato 1102 volte)
Il mondo giovanile incontra sempre più difficoltà a difendere e rivendicare la propria specificità e la propria valenza a livello sociale. Da tempo l’adolescenza non è più un'area protetta, ma un terreno aperto ad incursioni di ogni tipo, e a fronte di questa vulnerabilità, rimane la fascia d’età meno garantita da parte dei servizi. Mancano interventi preventivi specificamente orientati alla popolazione adolescenziale, nonostante questa esprima da sempre bisogni specifici. L'adolescenza rimane una zona franca per il sistema scolastico, che tra le varie tipologie di servizi è quella che soffre maggiormente di una crisi strutturale irrisolta e che rimane un' agenzia molto carente, per generale riconoscimento, sotto l'aspetto didattico, e nella cui valenza educativa nessuno obiettivamente confida. I servizi socio-sanitari non prendono nella dovuta considerazione l' età adolescenziale come problema in sè, se non nei casi di patologia o devianza conclamati: spesso gli operatori preferiscono intervenire a danno avvenuto, forse in virtù di una sorta di moratoria interventiva o forse in attesa dell'acquisizione di ruolo da parte dell' adolescente. Le agenzie politico-culturali, per parte loro, continuano a considerare l'adolescente un consumatore-spettatore, in un mondo in cui la cultura della devianza risulta molto più remunerativa dell'educazione al conformismo. Ma le strutture demandate e le agenzie di socializzazione sono deficitarie soprattutto sotto l’aspetto comunicativo, a causa della moltiplicazione, confusione e contraddittorietà dei messaggi e dei codici. Un esempio: il Ministro per gli Affari sociali, nel giro di un mese ha auspicato la legalizzazione della droga in virtù della sua pericolosità, poi si è fatta paladina dell'innocuità di certe sostanze, e nel frattempo ha annunciato che invierà i NAS nelle scuole a controllare il giro di spinelli. Possiamo solo immaginare quali effetti perversi provochi un messaggio al tempo stesso ambiguo e collusivo nei confronti di un comportamento deviante, in special modo se questo messaggio proviene da una fonte istituzionale.