— Che Pio XII sia stato «indulgente con il nazismo» e «insensibile» di fronte alla Shoah è una «leggenda nera» di «totale inconsistenza»: l'ha affermato ieri il cardinale Tarcisio Bertone, che ha indicato nella disputa sulla questione palestinese e nella propaganda sovietica i terreni di coltura di quella «leggenda», sorta sul finire degli anni '40 del secolo scorso. Il segretario di Stato vaticano ha definito «grande», «fruttuoso» ed «eroico» il pontificato di papa Pacelli. Ha sostenuto che è «anacronistico» e «fuori luogo» accusarlo di essere restato in «silenzio» di fronte alla persecuzione degli ebrei, della quale ha «parlato più volte scegliendo un profilo prudente» e contro la quale soprattutto ha «agito» promuovendo una «enorme opera di carità» a protezione dei perseguitati, cercando anche di arruolare ebrei romani nelle forze di sicurezza del Vaticano nel tentativo di salvarli dalla furia nazista.
Il cardinale ha parlato nella Sala della Protomoteca in Campidoglio intervenendo con Bruno Vespa, Andrea Riccardi e Francesco Margotta Broglio alla presentazione del volume di Andrea Tornelli, Pio XII. Eugenio Pacelli un uomo sul trono di Pietro (Mondatori, 661 pagine, 24 euro). Il cardinale ha definito «corposa e documentata» la biografia realizzata da Tornelli, che «attingendo a molti inediti ci restituisce la grandezza e la completezza della figura di Pio XII».
La «leggenda nera» — ha sostenuto il cardinale — pretende di «ridurre il pontificato pacelliano ai presunti silenzi», oscurando lo «straordinario magistero» che lo caratterizza e che fa di papa Pacelli un «precursore del Vaticano II». Seguendo e lodando l'impostazione del volume di Tornelli, Bertone ha ricordato come Pio XII abbia «aperto» ad innovazioni in molti campi della vita della Chiesa, con una prima riforma della Settimana Santa, autorizzando l'uso del «metodo storico-critico» nello studio della Scrittura, prendendo in considerazione «pur con cautela» la teoria evoluzionistica, dando «più spazio alle donne rispetto agli uomini» nella proclamazione di santi e beati.
Sulla genesi della leggenda antipacelliana, il segretario di Stato vaticano ha detto che essa trova le prime formulazioni tra il 1946 e il 1949, in voci polemiche provenienti dal mondo ebraico e da quello sovietico. Le polemiche a matrice ebraica e medio- orientale prendono corpo in particolare a seguito di un discorso di Pio XII al delegati del Supremo comitato arabo per la Palestina, che fu — ha detto Bertone — «un appello a favore dei palestinesi in quel momento». Per gli attacchi provenienti dal mondo sovietico ha citato un discorso fortemente antipacelliano tenuto il 27 agosto del 1949 da «un metropolita russo ortodosso molto legato a Stalin».
E' da tali frangenti — secondo Bertone — che «inizia a prendere corpo una incomprensibile accusa al papa per non essere intervenuto come avrebbe dovuto a favore degli ebrei», mentre fino ad allora erano state «abbondanti» le espressioni ebraiche «di gratitudine e di stima» per l'operato di Pio XII durante la guerra.
In aggiunta a quanto già si conosceva, per il segretario di Stato vaticano sono significativi — tra gli apporti conoscitivi del lavoro di Tornelli — «alcuni giudizi netti di monsignor Pacelli sul nascente movimento nazionalsocialista» e soprattutto — negli anni del pontificato — la documentazione del «grande e grave dramma interiore vissuto dal pontefice durante il periodo della guerra circa l'atteggiamento da tenere di fronte alla persecuzione nazista».
«I papi — ha detto Bertone — non parlano pensando a precostituirsi un'immagine favorevole per i posteri». Il cardinale ha paragonato la «prudenza» delle denuncie di Pio XII a quella che in seguito caratterizzerà gli accenni di Paolo VI alle persecuzioni dei regimi comunisti. Una prudenza dettata dalla necessità di evitare «l'aggravamento della persecuzione».
Quanto agli archivi vaticani ancora non consultabili, il cardinale è parso invitare degli sponsor a farsi avanti, assicurando che da parte della Santa Sede vi è la più ampia disponibilità a mettere a disposizione la «sterminata documentazione» che riguarda la «carità» esercitata in tempo di guerra: «Magari fosse possibile, con l'aiuto di qualche benemerita fondazione, catalogare in tempi brevi queste carte!». Come esempio «positivo» di «disponibilità a comprendere» la figura e l'opera di Pio XII Bertone ha citato il «recente cambio di atteggiamento» della Fondazione israeliana Yad Vashem, che si è detta interessata a «riconsiderare storicamente» la propria valutazione di quel pontificato, che una «didascalia» del Museo della Shoah fino a oggi presenta «da un punto di vista polemico».(Corriere della sera, 6/6/2007)
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