La Chiesa attaccata rimane bella
Ricevo questo articolo da don Massimo Pelliconi, di cui è uscito recentemnete un libro "Diventerete come dei" interamente dedicato a questioni di bioetica. Don Massimo scrive questo articolo per il giornale diocesano di Imola. Mi pare bello riproporlo per gli amici del sito perchè evidenzia un punto di vista spirituale poco valorizzato, ossia la bellezza della Chiesa, grazie e nonostante i suoi sacerdoti, la maggior parte dei quali, è meravigliosa per la dedizione gratuita al Regno di Dio.
"La maliziosa faziosità con la quale Santoro e il suo entourage hanno attaccato la Chiesa e il Papa è sotto gli occhi di tutti. Sono partiti da qualcosa di vero, per giungere a falsificare, a manipolare la realtà. Mentre andava in onda la trasmissione col sedicente documentario della Bbc, pensavo al Santo Padre, al grande dolore che deve aver provato nel vedersi accusato dell’inverosimile. Lui, il custode dell’ortodossia della fede e della morale, avrebbe in fondo lavorato, nascostamente, per insabbiare i crimini di pedofilia dei preti cattolici. Lui, che non ha esitato a denunciare davanti al mondo durante la Via Crucis del 2005, quando ancora non era Papa, «quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui». In realtà la lettera De delictis gravioribus, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 2001, quella presentata dalla Bbc come un documento segreto, fu subito pubblicata sul bollettino ufficiale della Santa Sede e figura sul sito Internet del Vaticano. E l’istruzione Crimen sollicitationis del 1962, emanata ben prima che alla Congregazione (l’allora sant’Uffizio) arrivasse il cardinal Ratzinger, non aveva assolutamente lo scopo di coprire gli abusi imponendo la segretezza col silenzio e dichiarando che «la pena per chi rompe il segreto è la scomunica immediata». La verità è l’esatto contrario: il paragrafo 16 impone alla vittima degli abusi di «denunciarli entro un mese» e il successivo estende l’obbligo di denuncia a qualunque fedele cattolico che abbia «notizia certa» degli abusi. Il paragrafo 18, poi, precisa che chi non ottempera all’obbligo di denuncia dei paragrafi 16 e 17 «incorre nella scomunica». È dunque scomunicato non chi denuncia gli abusi, ma, al contrario, chi non li denuncia! Si potrebbe andare avanti, ma ciò che mi preme riaffermare è che la Chiesa sotto attacco non cessa di rimanere bella.
La Chiesa è bella per i suoi martiri che, oggi come ieri, non esitano versare il proprio sangue. È bella per la stragrande maggioranza dei suoi ministri, uomini affascinati da Cristo, che hanno accolto l’invito a seguirlo per essere inviati come pescatori di uomini. È bella per i suoi consacrati, gente che ha rinunciato a molto, per possedere tutto. La Chiesa è bella per le migliaia di iniziative missionarie capaci di raggiungere i dimenticati del mondo. È bella per i tanti campi scuola e le estate ragazzi che educano i giovani all’amicizia gioiosa e alla fede in Dio, sottraendoli alla noia di giornate vuote, liberandoli dall’assuefazione causata dai contenuti squallidi di televisione e computer. La Chiesa è bella perché è una compagnia sempre riformanda – come la definì Ratzinger – continuamente protesa a misurarsi con il Vangelo, bella perché abitata da persone deboli che non hanno paura di chiamare le loro miserie per nome confessando i loro peccati. La Chiesa è bella per questo e per molto, molto di più. Ma è soprattutto bella perché è Madre, convocata, vivificata dallo Spirito. Non importa quanto fango le viene gettato addosso da fuori e da dentro. Lei rimane bella nonostante le nefandezze di qualcuno che non avrebbe mai dovuto diventare prete e che deve essere smascherato, processato, immobilizzato. La Chiesa è bella, ne sono certo, per questo l’ho scelta come casa nella quale abitare.
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