Il decalogo ignorato
Di Federico Catani (del 09/11/2011 @ 11:26:52, in Religione, linkato 1427 volte)
Nella puntata delle Iene del 26 ottobre scorso è andato in onda un servizio a dir poco inquietante. Un’inviata del programma di Italia1, non certo raccomandabile per decoro e rispetto dei valori cristiani, ha messo in evidenza l’ignoranza di molti sacerdoti riguardo i Dieci Comandamenti. I preti intervistati hanno fatto una pessima figura di fronte ai telespettatori. Ben pochi ricordavano in ordine il Decalogo, così come rivelato da Dio a Mosè sul Sinai.

Qualcuno è arrivato addirittura a criticare le due tavole della Legge perché espresse sotto forma di divieti e a negarne persino l’importanza, perché ciò che conta sarebbe unicamente l’amore. E l’amore a Dio e al prossimo è senza dubbio il messaggio principale dei Comandamenti, ma è quantomeno ardito biasimare il Creatore per aver dato all’uomo dieci precetti. Sempre da parte di un sacerdote non è mancata poi una frecciatina all’insegnamento della Chiesa circa il sesto comandamento, su cui si insisterebbe troppo, in maniera quasi ossessiva.

Che conclusioni trarne? Lo spettacolo è stato certamente desolante. Il servizio ha rivelato non solo l’ignoranza delle nozioni base del Catechismo, che da bambini tutti dovrebbero imparare, ma anche la superficialità con cui si trascura il valore della stessa legge naturale. Da sempre infatti la Chiesa insegna che i Comandamenti sono incisi nel cuore di ogni uomo. Se nemmeno i sacerdoti ricordano a memoria il Decalogo, non è difficile immaginare il tipo di insegnamento impartito ai bambini e ai ragazzi nelle parrocchie di tutto il mondo e il livello di formazione ricevuto nei seminari moderni. Il cardinale Ratzinger un tempo ebbe a dire che tolto il Catechismo di San Pio X c’è stato lo sfascio della catechesi.

 Ebbene, il servizio televisivo in questione sta a dimostrare che non si segue più, se mai lo si sia fatto, nemmeno il Catechismo del 1992. Di qui la vera e propria necessità di un Anno della Fede, così come annunciato da papa Benedetto XVI per il 2012, cinquantesimo anniversario dell’apertura di quel Concilio Vaticano II che, forse, qualche problema ha causato nella preparazione dottrinale dei cattolici degli ultimi decenni.