Sarkozy ha poco da ridere
Sarkozy fa bene a ridere. Uno statista del suo calibro se lo può permettere.
Prendiamo la guerra in Libia. Il suo gran consigliere è stato quel filosofastro scoppiato di B. Henry Levi.
Gli intenti, forse risalire nei sondaggi, nutrire un po' la grandeur francese, e penetrare nella distrubuzione del petrolio libico. Ma il tutto è stato presentato come guerra umanitaria, per la democrazia.
Risultato? i ribelli vincitori, con le bombe nato, proclamano l'islamizzazione della Libia e tanto per cominciare rivogliono la poligamia. Grazie, Sarkozy.
Fa bene Ferrara, oggi, a organizzare una sonora risata davanti all'ambasciata francese. Riporto l'incipit dell'articolo in cui lancia l'inziativa:
"Sarkozy ha dato il «la». Ma il primo a ridere di Berlusconi è Berlusconi, perché è un italiano sorridente e non un gallo cupo e ipercinetico. Però i banchieri e gli investitori e i risparmiatori francesi non ridono. Hanno in pancia oltre 400 miliardi di titoli italiani, il debito è puntualmente onorato, il Paese emittente ha un differenziale positivo tra entrate e uscite (avanzo primario), il patrimonio pubblico e il risparmio privato italiani sono imbattibili, l’indice di disoccupazione è migliore di quello francese, la capacità esportatrice competitiva. Le nostre banche si sono tenute relativamente fuori dalla turbolenza greca e dal contagio, quelle francesi ci sono entrate con tutte le scarpe e scoppiano di titoli semi insolventi. Corporativismi e freni alla crescita sono di casa da noi e da loro. Non so se l’ultima risata, quella che conta, sarà dei donneurs de leçons ".
|