di Federico Catani
Il discorso pronunciato dal cardinale Angelo Bagnasco a Todi avrà senz’altro deluso molti. Ha deluso il Corriere della Sera, La Repubblica, il Pd e sicuramente anche gran parte dei partecipanti al convegno organizzato nella cittadina umbra. Tutti speravano nell’annuncio di una nuova “Cosa bianca”, un grande contenitore dei cattolici italiani che, come la vecchia Dc, si schierasse al centro guardando però a sinistra.
Il Corsera ha preso molto a cuore l’argomento, tanto da dedicare pagine su pagine all’incontro di Todi, come ha scritto Socci (vedi qui e qui). Il direttore Ferruccio De Bortoli auspicava una sconfessione dell’era ruiniana, con l’accantonamento dei valori non negoziabili, per imbracciare invece la strada dell’impegno sociale, focalizzando l’attenzione sulle questioni economiche, che non dividono come quelle bioetiche. Gli ambienti vicini al Corriere vogliono insomma una Chiesa italiana più conciliante, più accomodante, più incline alla subalternità culturale.
Anche la corazzata di De Benedetti, ossessionata dall’antiberlusconismo, credeva di trovare nel mondo cattolico un utile alleato per abbattere l’odiato tiranno. E infatti ha tentato in tutti i modi di manipolare il discorso del presidente della Cei in funzione antigovernativa.
Quanto al Pd, se davvero sperava di potersi alleare con un nuovo partito di centro per vincere le elezioni e ottenere la maggioranza, sarà rimasto con l’amaro in bocca. Da sempre il mondo di sinistra vuole cooptare i cattolici cercando di diluirli al suo interno, annacquando il loro pensiero e mettendo tra parentesi le questioni etiche. E grazie alla complicità dei Romano Prodi e delle Rosy Bindi c’è spesso riuscito.
E veniamo infine a coloro che hanno partecipato al seminario di Todi. Sia prima, sia dopo l’incontro tutti si sono affrettati a smentire le indiscrezioni sulla riedizione della Democrazia cristiana. Eppure io resto convinto che questo sogno c’era e c’è ancora. Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Lo stesso vaticanista Sandro Magister, sempre equilibrato e ben informato, ha fatto capire che un grande deluso è l’influente Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, onnipresente e paladino di un cattolicesimo buonista e moderatista. Tuttavia, al momento la “Cosa bianca” è accantonata.
Ma cosa ha detto di preciso il cardinale Bagnasco? Ha ribadito quella che è sempre stata la linea del suo predecessore Camillo Ruini: niente partito unico, nessuna riesumazione della Dc, ma azione di lobbying. E priorità assoluta alla bioetica, alla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e alla libertà di educazione: valori questi senza i quali non è possibile dedicarsi a tutto il resto. Valori imprescindibili, che stanno alla base di tutti gli altri e per questo sono stati definiti da Benedetto XVI “non negoziabili”. E oggi, a mio modesto avviso, questi valori possono essere tutelati solo da una coalizione di centrodestra, solo da un grande partito come il Pdl, che certamente ha bisogno di un rilancio e di una ristrutturazione. Qui, più che una “Cosa bianca” occorrerebbe rilanciare un nuovo Patto Gentiloni: eleggere quei deputati che possono garantire il rispetto di alcuni principi fondamentali per la Chiesa. Anche perché, signori miei, guardiamoci negli occhi. Politici cattolici nel vero senso della parola se ne vedono pochi e quelli che si professano tali spesso lasciano a desiderare. Conviene allora trattare con gli atei devoti, i teocon o come si chiamano, sui quali si può fare un certo affidamento. Il problema della formazione di una classe dirigente autenticamente fedele al magistero ecclesiastico è importante.
Anche per questo un appunto al cardinal Bagnasco e all’episcopato italiano in generale è necessario. Sono d’accordissimo sulla centralità dei temi etici, perché effettivamente sono gli unici che fanno la differenza tra visioni politiche in questo XXI secolo. Ma siamo sicuri che i modi utilizzati finora per difendere i valori non negoziabili sono stati idonei? Se oggi un vescovo non chiama l’aborto con il suo nome, ovvero omicidio e non lotta per l’abrogazione della 194, come si può difendere la vita nascente? Se la Cei sostiene il disegno di legge sulle Dat, che in pratica, come riconosciuto pressoché dal solo Comitato Verità e Vita, introduce l’eutanasia in Italia, è possibile essere incisivi nella salvaguardia della vita morente? Se un quotidiano come Avvenire si dimostra entusiasta della legge 40 e tutto sommato strizza l’occhio alla fecondazione artificiale, come si può combattere seriamente la manipolazione genetica? Il mondo cattolico, specie quello ufficiale e istituzionale, checché se ne dica, è in preda al torpore e succube di una mentalità minimalista e tendente al compromesso e ad un compromesso al ribasso.
Occorre una svolta. Non solo nuovi politici cattolici, ma anche nuovi vescovi e preti veramente cattolici.
(campariedemaistre.blogspot.com)