Battista sempre pił scorretto
Pigi Battista è, a mio avviso, una delle poche penne interessanti del Corriere della Sera, altrimenti giornale istituzionale, noioso e politicamente corretto. Se poi si considera che è moderatamente detestato da Marco Travaglio, ti viene naturale averlo in simpatia. Ebbene, oggi Battista approfitta della sua rubrica per ricordarci proprio i rischi del politically correct, ideologia che con «le sue dolciastre ovvietà […]dilaga a sinistra e a destra». Per rendersi esplicito, fornisce alcuni esempi, anche se non tutti egualmente convincenti; del resto, è normale: se Battista avesse compreso fino in fondo cosa sia il politically correct, lo avrebbero cacciato da un pezzo da Via Solferino. Però l’intervento è coraggioso, perché osa puntare il dito contro la vera ideologia del nostro tempo, nonché legittimo erede del relativismo culturale. Infatti, come il relativismo aggredisce il pensiero, il politically correct se la prende col linguaggio, attento che dalla bocca di ciascuno non escano – non sia mai! - parole di buon senso, che vengono immediatamente liquidate come retrive oscenità. Così relativismo e politically correct lavorano in coppia, come padre e figlio. Finora Battista è parzialmente sulle tracce di uno solo dei due componenti della banda. Ma è già sulla buona strada. Speriamo allora insista, nelle sue scorrette indagini, fino a quando non scoprirà dov’è tenuto nascosto l’ostaggio: la verità.
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