Noe', Paolo VI e il "fumo di Satana"
Di Rassegna Stampa (del 05/08/2011 @ 08:00:00, in Religione, linkato 1272 volte)
di Gianluca Barile

Addio al Cardinale che rivelò: “Papa Montini si riferiva alla deriva liturgica del post-Concilio quando denunciò la presenza del Maligno nella Chiesa”

E’ stato il Maestro delle Cerimonie Litrurgiche di ben tre Papi: Paolo VI (di cui non fu solo collaboratore ma anche amico e confidente), Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Domenica 24 Luglio, il Cardinale Virgilio Noè ha rimesso l’anima a Dio alla veneranda età di 89 anni. Quando si è diffusa la voce della sua dipartita, in molti hanno pensato che, con questo anziano porporato, fosse andato via un testimone privilegiato della storia recente della Chiesa. Non entreremo nel merito della riforma liturgica di Bugnini che egli accompagnò e sviluppò su indicazione di Paolo VI (malgrado si dica che ne sia stato uno degli ispiratori). La nostra visione di liturgia è troppo diversa per poter esprimere un giudizio sereno e super partes in materia. Ma va dato atto alla memoria del Cardinale Noè di aver finalmente rivelato, in un’intervista rilasciata al collega Bruno Volpe per il quotidiano ‘Petrus’ da me diretto dal 2007 alla primavera di questo 2011, a cosa si riferisse Paolo VI quando parlò, in una indimenticabile catechesi pubblica, del fumo di Satana entrato nella Chiesa. E la rivelazione fu sconvolgente: Montini considerò opera del Maligno la deriva liturgica seguita al Concilio Vaticano II.

Il defunto Cardinale Noè
Una sorta di ‘mea culpa’ del Pontefice bresciano, sia pure indiretto, che aveva eccessivamente sottovalutato, forse, i rischi a cui sarebbe andata incontro la Chiesa con la riforma liturgica voluta da lui stesso. Ma ecco cosa dichiarò testualmente il Cardinale Noè: “Per Satana, Papa Montini intendeva classificare tutti quei sacerdoti o vescovi e Cardinali che non rendevano culto al Signore, mal celebrando la Santa Messa a causa di una errata interpretazione e applicazione del Concilio Vaticano II. Parlò di fumo di Satana perchè sosteneva che quei preti che della Santa Messa facevano paglia in nome della creatività, in realtà erano posseduti dalla vanagloria e dalla superbia del Maligno. Dunque, il fumo di Satana altro non era che la mentalità che voleva stravolgere i canoni tradizionali e liturgici della cerimonia Eucaristica. (…) Lui (Paolo VI) condannava le smanie di protagonismo e il delirio di onnipotenza che seguirono, a livello liturgico, il Concilio. La Messa è una cerimonia sacra, ripeteva spesso, tutto deve essere preparato e studiato adeguatamente rispettando i canoni, nessuno è ‘dominus’ della Messa. Spiacevolmente, in molti, dopo il Vaticano II, non lo hanno capito, e Paolo VI ne soffrì, ritenendo il fenomeno un attacco del demonio”.