I «fedeli» di don Corrado
Signorile com’è, Corrado Augias non ha ancora querelato nessuno, anche se avrebbe tutte le ragioni per farlo. Il perché lo ha scritto a chiare lettere domenica scorsa:«Ricevo continuamente lettere di fedeli cattolici che mi onorano confidandomi i loro turbamenti religiosi» (la Repubblica, 3/7/2011, p.24). Pazzesco. Uno si aspetterebbe che i «fedeli cattolici» che inviano «continuamente lettere» ad un giornalista autore di libri anticristiani fino quasi a molestarlo, lo facciano per auspicarne la conversione o, tutt’al più, per protestare contro la sua produzione editoriale. Macché: i «fedeli cattolici» scrivono ad Augias per confidargli «i loro turbamenti religiosi». Diavolo d’un Corrado, sei contento? A forza di scrivere sul cristianesimo, ora passi per un curato di campagna. A questo punto non ci sono dubbi che i tuoi abituali corrispondenti abbiano «turbamenti religiosi», ma che siano «fedeli cattolici» - sia detto col massimo rispetto - è già più incerto. Decisamente incerto.
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