Pisapia e De Magistris: è questo il cambiamento che vogliamo?
Molti vedono nell'avvento di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli un segno del cambiamento. Non so se si tratti davvero di questo, ma se anche lo fosse la direzione lascia molto perplessi: unioni civili (coppie gay), registro del testamento biologico (alias eutanasia passiva) sono solo alcune delle idee che bollono in pentola. Ecco cosa pensano alcuni componenti dei consigli comunali che si insedieranno (da Avvenire del 2 giugno 2011)
Alcuni dei nuovi governi cittadini
emersi dal recente voto
amministrativo annoverano tra le
loro file personaggi che in
campagna elettorale non hanno
nascosto la loro ben precisa idea di
«libertà» e «laicità». A Torino, nella lista del
Pd, è stato eletto il ginecologo radicale
Silvio Viale, che sulle battaglie su pillola del
giorno dopo, Ru486 e testamento
biologico ha basato una pluriennale attività
politica. Nel 2001 Viale, oggi presidente dei
Radicali italiani, si candidò alla carica di
primo cittadino del capoluogo piemontese:
«pillole in libertà» il suo slogan.
Negli anni successivi Viale, deus ex
machina dell’introduzione in Italia della
Ru486, da lui sperimentata all’Ospedale
Sant’Anna di Torino, è salito alla ribalta per
numerose azioni dimostrative: dalla
distribuzione di ricette per la pillola del
giorno dopo all’uscita delle scuole fino alla
«lezione di eutanasia» al Liceo torinese
Einstein. «L’obiettivo è rendere la
contraccezione di emergenza (in realtà dai
provati effetti abortivi, ndr.) disponibile a
tutte le donne senza essere costrette a
un’affannosa rincorsa della prescrizione»,
affermò Viale sulla pillola del giorno dopo.
Al Liceo Einstein fu invece proiettato un
video svizzero che documentava la morte
procurata di una malata terminale. Viale è membro di Exit Italia e in piena campagna
elettorale ha depositato il proprio
testamento biologico al Comune di Torino,
specificando di non voler essere sottoposto
a alimentazione e idratazione «in caso di
malattia o lesione traumatica cerebrale
invalidante e irreversibile».
A Milano Marco Cappato, radicale di
lungo corso e segretario
dell’Associazione Luca Coscioni,
siederà in Consiglio comunale per la Lista
Bonino-Pannella. Cappato ha
ripetutamente affermato che l’impegno
primario dei Radicali è per una legge voluta
dalla «maggioranza degli italiani», quella
per la legalizzazione dell’eutanasia.
«Puntiamo a moltiplicare il numero dei
Comuni che si mettono al servizio del
diritto dei cittadini all’autodeterminazione» ha dichiarato l’anno scorso Cappato, dopo
che Torino si era munita del registro dei
testamenti biologici.
Ma nel capoluogo lombardo Cappato non
è il solo a rappresentare la cultura dei
"nuovi diritti". Marilisa D’Amico, ordinario
di Diritto costituzionale all’Università di
Milano ed eletta per il Pd, da sempre è in
prima fila per le battaglie su fecondazione
assistita e aborto, contro la legge 40 e ogni
possibile restrizione alla 194. Dichiara
infatti di aver fatto «dichiarare
incostituzionale uno dei limiti
irragionevoli della legge 40» e ottenuto
«l’annullamento delle linee guida della
Regione Lombardia che volevano
modificare la legge 194», abbassando i
limiti gestazionali oltre i quali diviene
impossibile abortire. La D’Amico faceva parte del gruppo di lavoro «La città dei
diritti», impegnato per sostenere Pisapia,
che ha prodotto un documento in cui tra i
punti essenziali figurano l’istituzione del
registro delle «dichiarazioni di ultima
volontà» per coloro che vogliono scegliere
da soli «come terminare la propria vita con
dignità» e quello delle unioni civili per le
coppie gay. In Consiglio comunale a Milano siederà
anche Anita Sonego, della lista Sinistra
per Pisapia, fondatrice di «Soggettività
lesbica» e attivista del movimento Lgbt.
Proprio al movimento era rivolto l’appello
a votare Pisapia contro il centrodestra
«omotransfobico». Infine, a Napoli, è lo stesso sindaco eletto,
Luigi de Magistris, ad aver reso manifesto
il suo pensiero quanto a vita e famiglia.
In una recente intervista a L’Espresso, poi
parzialmente messa a punto, de Magistris
aveva dichiarato il proprio sostegno al
biotestamento. Nel programma, inoltre, è
prevista l’istituzione del registro delle
unioni civili. Nel 2009, a proposito di
aborto, l’esponente dell’Idv definì la Ru486
uno «strumento per rendere migliore
l’esistenza di una donna». Non rimane
dunque che seguire con attenzione l’attività
di questi (e altri) neo-eletti.
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