No alla legge razzista sull'omofobia
Di Caius (del 24/05/2011 @ 12:38:29, in Bioetica, linkato 1041 volte)

Si discute oggi alla camera la legge sulla cosiddetta omofobia, che prevede aggravanti in caso di reato nei confronti di un gay o di un bisessuale. Se questa legge passa, la legge non sarà più uguale per tutti: picchiare un eterosessuale costerà molto meno che picchiare un gay.

Insomma, una nuova forma di razzismo.

Non solo: si sta cercando di far passare, in questo modo, una legge che limiti la libertà di pensiero: dire che il matrimonio è solo tra uomo e donna, e che per questo una coppia di soli uomini o sole donne, non alleverebbe bene un bambino, diverrà discriminazione… in attesa di sbattere dentro tutti coloro che credono ancora nella norma.

Oggi, su L’Adige, tale Alexander Schuster, coordinatore presso l’Università di Udine del progetto europeo di contrasto all’omofobia (leggi: progetto europeo di distruzione della famiglia) , chiede appunto, “aggravanti per reati omofobici e transfobici”, e lo giustifica ricordando un dato conosciuto da sempre: “un giovane gay o bisessuale ha dalle 6 alle 16 volte più probabilità di porre termine alla sua vita rispetto ai coetanei” mediante suicidio.

Non viene neppure in mente, al personaggio, che questo dato tristissimo nasconda una verità di buon senso: che questi giovani non si suicidano per eventuali “discriminazioni”, ma perché infelici, in ragione della propria scelta, che non corrisponde alla natura umana, che cerca sempre la complementarietà, fisica e psicologica.

Come dimostra il caso di Mario Mieli, massimo ideologo gay italiano: coprofago, drogato, sostenitore della pedofilia e suicida a 31 anni (vedi Liberazione, 11 marzo 2008)

 

Guarda la testimonianza di Luca di Tolve, protagonista di "Luca era gay":

http://www.sentinelledelmattino.org/cafe-teologico-2010/gallery.html?videoid=12393086