Povero Lord Brummel, si starà rivoltando nella tomba. Ha dedicato la vita ad inseguire l’eleganza e a spiegare al mondo che lo stile è l’esatto contrario dell’eccentricità e quelli del Council of Fashion Designers of America, il gotha dello stile, centosettanta anni dopo la sua morte che combinano? Premiano Stefani Joanne Angelina Germanotta, al secolo Lady Gaga, quale icona di stile. Lady Gaga, cioè una che sa certamente tutto tranne che cosa sia lo stile, e che nulla fa, evidentemente, per correggersi. Intendiamoci: il suo mestiere di star lo fa alla grande. Vende milioni di dischi, i suoi video su You Tube sono stati visti da 800 milioni di persone e su Facebook ha più fan di Obama. Il punto è che Lady Germanotta, successo musicale a parte, non è che abbia gran che da insegnare, anzi. E, badate, non lo dicono i soliti moralisti, ma la sua stessa biografia di donna piena di guai, una che farebbe la fortuna di qualsiasi psicologo e che invece, purtroppo, è già l'idola di chissà quanti giovani.
Pochi cenni possono rendere l’idea. Prima del successo viveva in un mini appartamento nel quale era solita drogarsi e dove, parole sue, era così fatta che non vedeva gli scarafaggi sotto i piedi e tirava strisce di coca stese sopra la Bibbia. Poi è diventata la celebrità che sappiamo, ma il “gusto” è rimasto quello di un tempo. Lo testimoniano i suoi video - nei quali non mancano immagini di rosari inghiottiti, scene hot, funerali - e le sue deliranti dichiarazioni. Come quando spiegò come vive i sentimenti:«Sono sempre sola, anche quando ho una relazione […] Ho questa strana idea che, se vado a letto con qualcuno, si prenderà la creatività dalla mia vagina» (Vanity Fair, 5/1/2011). Secondo quanto rivelato da El Mundo, presto la Nostra lancerà un profumo che saprà di sangue e liquido seminale. Per realizzarla, Lady Gaga ha detto di aver dovuto catturare l’essenza del profumo dopo aver praticato del sesso, mentre il sangue, «un componente fondamentale» della nuova creazione, viene dalle sue mestruazioni. E questa sarebbe un’icona di stile? Chiamate la neuro.
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