E’ vero: siamo il Paese di Dante e dell’analfabetismo, della culla del diritto e dell’agonia della giustizia, delle prime università della storia e delle facoltà dei baroni, del risparmio privato e del debito pubblico, delle rivoluzioni improvvise e delle riforme che non arrivano mai, della nazionale vittoriosa del 2006 e di quella inguardabile del 2010. Il Paese dei grandi artisti e di coloro che si credono tali, della dieta mediterranea e dei cenoni, della Ferrari e della Duna, della grande beneficenza e dell’evasione fiscale, degli cattolici di poca fede e degli atei devoti, dei razionalisti e dei cartomanti, dei falsi invalidi e dei veri eroi, della criminalità organizzata e dei soldati uccisi in missione. Da noi convivono eccellenze e miserie, trionfi e fallimenti, la grande crisi economica e l’immensa speranza umana. La patria della contraddizione, ecco cosa siamo. Ma nonostante questo, anzi forse proprio per questo, un gran bel Paese. Una nazione con una storia controversa, ma la cui gente, oggi come ieri, può raccontare molte storie. E spesso sono bellissime.
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