Siccome martedì notte- complice l’ansia per l’ultimo esame universitario - faticavo ad addormentarmi, ho chiesto aiuto al massimo produttore mondiale di sonniferi: il televisore. Il tempo di imbattermi in qualche dibattito politico, mi son detto, e il gioco è fatto: si dorme alla grande. Puerile illusione. La brutta sorpresa m'è arrivata dalla trasmissione Matrix, dove una solare Maria Vittoria Brambilla e altri ospiti disquisivano, tanto per cambiare, dei diritti degli animali. Forte di un quarto di secolo di confidenza col tubo catodico, ho subito intuito che mi sarebbero toccati minuti di paura. Non mi sbagliavo.
L’inizio del delirio è venuto da un intervento audio di Fabrizio Rondolino, decisamente scandalizzato dal presidente Obama, reo d’aver ammazzato una mosca durante un’intervista tv. Un delitto che deve aver inquietato non poco il giornalista ex consigliere di D’Alema, giacché costui, parole sue, non considera gli animali “inferiori” all’uomo – non sia mai! – ma solo “diversi”, e, come tutti i “diversi” degni di questo titolo, meritevoli d’ogni tutela. Cresciuto in compagnia di cani, pesci rossi, tartarughine e criceti, non credo certo di poter essere considerato un nemico degli animali, anzi. A tutto, però, c’è un limite.
Con più di metà dell’umanità affamata, anziani abbandonati a loro stessi e neonati che muoiono di freddo– come ci ricorda il triste caso di cronaca di questi giorni, accaduto a Bologna – forse la difesa degli animali, comunque doverosa, non è certo la priorità assoluta. Anche perché la protezione della fauna, come spesso si ripete, non sottende necessariamente la protezione dell’uomo. Anzi, semmai è il contrario: spesso chi ha pietà per gli animali non ne ha alcuna per gli uomini. In tempi antichi, Plutarco non ebbe mai nulla da ridire sulla schiavitù – pratica assai diffusa, dalle sue parti – mentre tuonò senza pietà contro i cittadini facoltosi, colpevoli di mangiare carne animale: «Che crudeltà! E’ terribile vedere imbandite le mense dei ricchi, che usano i cuochi, professionisti o semplici cucinieri, come acconciatori di cadaveri».
Venendo al Novecento, non possiamo trascurare le leggi, indubbiamente eccellenti, fatte dai nazisti a tutela degli animali. E non fu un caso, se pensiamo al legame che univa il Führer all’amatissima Blondie, pastore tedesco che Hitler volle con sé anche nel bunker dove poi morì insieme ad Eva Braun. Friedrich Nietzsche, com’è noto, ebbe pietà per le pene d’un cavallo, ma non coltivò grande simpatia per gli esseri umani poco prestanti: «I deboli e in malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore gli uomini[…]. Che cos’è più dannoso di qualsiasi vizio? Agire pietosamente verso tutti i malriusciti e i deboli” (L’anticristo, Adelphi 1970, p.169).
Entusiasta animalista, guarda caso, è oggi il dottor Umberto Veronesi, promotore della legalizzazione di droghe leggere, eutanasia e fecondazione assistita da un lato, ma vegetariano e tenerissimo, dall’altro, con gli animali. Al punto che, nei suoi scritti, arriva anche a tessere le lodi dell’intelletto e della spiritualità degli elefanti: «Se gli elefanti di cui parlava Montaigne potessero parlare, sarebbero quasi come noi … Magari ci racconterebbero i contenuti delle loro preghiere[…] Probabilmente ne concluderebbero che non vi è alcuna ragione evolutiva che li induca necessariamente a credere» ( La libertà della vita, Raffaello Cortina Editore, 2006, p. 48).
Tra gli amanti degli animali c'è anche Zapatero, guida di un Paese, la Spagna, nel quale il 25 giugno 2008 il Parlamento ha approvato Gran Simios, un progetto con cui s’è deciso che i grandi primati - oranghi, gorilla, scimpanzé - hanno alcuni diritti umani. A detta preoccupazione per gli animali, purtroppo, non ne corrisponde altrettanta per gli esseri umani, se pensiamo che nella terra iberica, grazie ad una nuova legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, le donne di età superiore ai 16 anni potranno abortire entro le prime 14 settimane di gestazione senza fornire alcuna spiegazione. Si vede che un essere umano non ancora nato, da quelle parti – e non solo là, purtroppo -, conta meno di un pur rispettabile orango.
Di tutto questo, a Matrix, non credo si sia parlato. Dico non credo perché giulebbarsi nottetempo Maria Vittoria Brambilla e la sua retorica animalista, credetemi, è impresa per pochi. Per questo, dopo il primo quarto d’ora di trasmissione, sfiancato da fiumi di scemenze, ho impugnato il telecomando per porre fine al supplizio. Meno male che, da buon ingenuo, avevo acceso la televisione in cerca di qualcosa di rilassante e in grado di conciliare il sonno. Invece ho trovato un incubo. Lo stesso che vivo ogni volta che, al telegiornale, si parla di animali. L'ultima che ho sentito riguardava la necessità, dopo le feste natalizie, di mettere severamente a dieta i nostri quadrupedi per farli ritornare anch'essi in forma in vista delle sfilate primaverili. No comment. Fortuna che, avendo superato l’ultimo esame, non mi toccheranno, almeno per un po’, pensieri notturni. E starò lontano da certe strane trasmissioni.