E così, dopo un lungo dibattere, il ddl Gelmini per la riforma dell’università è stato approvato dal Senato con 161 voti a favore, 98 contro e 6 astenuti. Dunque, ora che la legge c’è stiamo a vedere quello che di buono ne verrà.
Quel che è certo è che il clima mistificatorio di questi giorni non aiuta.
Se si leggono i giornali o si guarda un Tg, l’idea che ci si può fare è che
tutti gli studenti sono contrari a questa riforma che, dicono, “taglia le gambe al sapere”. Quando però si entra in una biblioteca qualsiasi di una città qualsiasi, la realtà che balza agli occhi è un’altra. Gli universitari chini sui libri a studiare sono moltissimi anche in questi giorni pre-natalizi, al contrario dei pochi ragazzi dei centri sociali che manifestano nelle strade e nelle piazze. Sarà che gennaio è per antonomasia il mese della sessione d’esame, sarà che non tutti si interessano di politica, sarà che alcuni puntano solo a finire l’università il più in fretta possibile, sarà che in biblioteca si possono fare degli incontri interessanti… chissà.
Quel che preme è però evidenziare che in Italia c’è una nutrita compagine di studenti che si sta formando per dare un futuro al nostro Paese. Ragazzi che studiano con serietà e passione e che non sfruttano gli anni dell’università come un “parcheggio”, bensì che fanno di tutto per non andare fuori corso e per laurearsi il prima possibile, per non pesare sulle finanze familiari più del dovuto. Giovani che sognano di svolgere il lavoro per cui si stanno preparando, e che magari ne fanno anche alcuni saltuari durante il percorso universitario, o per reale necessità o semplicemente perché essere – almeno in parte – economicamente autonomi è una piccola soddisfazione. Ventenni che si impegnano in campo culturale e che sfruttano ogni momento utile, in fila al Presidio didattico o durante uno spostamento in autobus, per leggere un buon libro.
Questi giovani, però, numericamente consistenti ma “colpevoli” di essere troppo silenziosi, non vengono notati dai
mass-media: per loro, in questi giorni gli studenti sono
tutti a manifestare o a supplicare Napolitano di non firmare il testo della riforma.
Mariastella Gelmini, in seguito all’approvazione del ddl che porta il suo nome, ha dichiarato: “Credo che oggi sia una bella giornata per il Paese e per l'università italiana perché viene archiviata definitivamente la cultura falsamente egualitaria del '68 e comincia una nuova stagione all'insegna della responsabilità, del merito, del 'no' agli sprechi, a parentopoli e ai vari casi di baronie”.
Noi non possiamo far altro che augurarci che questi auspici trovino reale attuazione, perché è innegabile che – parlando in quanto studentessa universitaria, e quindi con cognizione di causa – qualcosa nell’ambito dell’istruzione universitaria andava fatto.
Diamo tempo al tempo.