Una delle grandi novità della politica estera dell'era Berlusconi, appare evidente all'osservatore sincero: dopo anni di soggezione ad altre potenze, dopo che per decenni siamo stati strattonati verso gli Usa, dagli uni (per necessità), verso l'Urss, dagli altri (per folle ideologia), finalmente l'Italia conta qualcosa.
Certamente questo accade perchè è finita la guerra fredda, ed inoltre per il decadere della potenza Usa, che non può più influenzare così fortemente il nostro paese.
Certamente a contribuire ad una maggior forza dell'Italia nel mondo, c'è anche l'effetto stabilità portato dal sistema bipolare.
Però non si può negare che a contribuire a questa innegabile crescita di importanza nel nostro paese, vi è anche la politica di Berlusconi, che ha deciso per primo di traghettare la Russia in Europa, in tutti i sensi, puntando sulla sua sintonia con Putin e facendo di tutto perchè l'orso russo non venisse emarginato da chi temeva il suo ritorno tra i grandi del mondo.
E' nata così una sintonia tra il premier italiano e Putin, che è umana e di affari, e che giova al rafforzamento di entrambi i paesi, benchè non piaccia alle potenze apolidi dell'energia.
Ma non c'è solo questo. In un incontro istituzionale con i nuovi cardinali Berlusconi ha ricordato che i suoi sforzi di collaborazione con la Russia aiutano un nuovo clima di sintonia religiosa, tra cattolici ed ortodossi.
Infatti, dopo decenni di "dialogo" con i protestanti, dialogo inutile e nocivo, perchè segnato dalla ansia di una contaminatio, e non di un vero confronto, Roma è finalmente tornata a guardare con più attenzione agli anglicani, da una parte, e agli ortodossi dall'altra. E viceversa.
In questa nuova collaborazione, spicca lo sforzo congiunto di Putin e di Berlusconi, che molto si è adoperato per favorire buoni rapporti anche a livello religioso, tra Vaticano e il patriarca Kirill.
Quanto a Putin, la sua attenzione alla rinascita della fede, come collante fondamentale di un popolo ridotto da decenni all'ateismo nichilista socialmente disastroso, è testimoniata da vari episodi.
Che al credente fanno sperare nel compimento della profezia di Fatima: dopo che la Russia ha sparso i suoi errori nel mondo, si convertirà.
Ne riporto uno, da Adianews del 7 dicembre:
"Mosca (AsiaNews) – Oltre 150 milioni di fedeli e circa 30mila chiese russo-ortodosse nel mondo celebrano oggi il Natale. A Mosca il Patriarca Kirill ha celebrato ieri notte, per la prima volta da quando è succeduto ad Alessio II, la tradizionale liturgia della Veglia nella cattedrale di Cristo Salvatore alla presenza di 4mila persone e del presidente della Federazione russa Dmitry Medvedev.
La Chiesa russo-ortodossa festeggia il Natale secondo il calendario giuliano. Questo è “in ritardo” di 13 giorni rispetto al gregoriano, adottato da cattolici, protestanti, alcuni ortodossi - come il Patriarcato ecumenico - e mondo laico. Il 7 gennaio in Russia segna la fine dell’astinenza da carne, dolci e alcolici, iniziata il 28 novembre, ed è festa nazionale. Si tratta di un giorno di massima allerta, dopo i recenti allarmi per attacchi terroristici in tutto il mondo: 8.500 i poliziotti sono dispiegati in tutta la capitale fino a stasera per garantire ordine e sicurezza.
Il Natale è anche un momento di incontro tra mondo laico e religioso. E, da cinque anni a questa parte, in modo crescente, anche tra potere politico e vertici ecclesiastici. Che non perdono l’occasione di ribadire alla nazione la collaborazione sempre più stretta che li lega, nel nome di una Russia forte e unita.
Quest’anno al consueto scambio di auguri e ringraziamenti con il Patriarcato di Mosca, il governo russo ha aggiunto anche un regalo di Natale “ad effetto”. Nel loro incontro il 5 gennaio presso il monastero di San Danilo a Mosca, il premier Vladimir Putin ha annunciato a Kirill di aver messo a disposizione una cifra pari a due miliardi di rubli (44 milioni di euro) per permettere il restauro dei luoghi sacri, monasteri e chiese distrutte nel secolo scorso dalla furia dell’ateismo di Stato. Il premier ha anche annunciato che, entro quest'anno, verrà restituito alla Chiesa il monastero di Novodievici a Mosca, uno dei più belli e importanti di tutto il Paese.
Putin ha poi elogiato la Chiesa che tanto fa “per l’educazione dei cittadini, in uno spirito di patriottismo e di amore per il proprio Paese. Trasmette l’amore per i valori spirituali e la storia”. Da parte sua, Kirill ha augurato a Putin “l’aiuto del Signore per l’alto incarico al quale Dio vi ha chiamato”. Nell’incontro con il capo della Casa Bianca (la sede del governo russo), il Patriarca ha elogiato il premier per la gestione della crisi economica, che in Russia si è fatta sentire più che altrove.
Anche nel suo messaggio di Natale rivolto alla comunità il giorno della Vigilia, Kirill si è soffermato sul concetto di “unità della Santa Russia”. Ripercorrendo i viaggi compiuti nel suo primo anno da Patriarca, spiega che è attraverso “la forza della fede di una società multinazionale, al di là delle differenze di origine etnica o status sociale”, che la Russia manterrà la “sua unità spirituale” nel mondo contemporaneo.
Ma i finanziamenti ai restauri dei luoghi cristiani e la restituzione delle proprietà confiscate alla Chiesa in epoca sovietica, sono solo l’ultimo dono del Cremlino al Patriarcato. Quest’anno, il ministero russo della Giustizia ha proposto emendamenti alla legge federale sulla “Libertà di coscienza e le organizzazioni religiose” che, se approvati, introdurranno forti restrizioni a comunità come quella degli evangelici. A questo si aggiunge l’ora di religione ortodossa nelle scuole, l’introduzione di cappellani militari pagati dallo Stato e la possibilità per il Patriarcato ortodosso di Mosca di visionare disegni di legge prima dell’esame alla Duma. Le leggi prima di essere approvate, dovranno ora essere benedette".