Corrado Augias è un giornalista che da tempo scrive di filologia evangelica, religione, scienza… Sempre propone tesi peregrine, ideologiche, non suffragate dai fatti. Con lo stesso nemico, ogni volta: la Chiesa e Cristo.
Recentemente Augias si è cimentato in uno spettacolo su Giordano Bruno, eterno mito del mondo massonico, ateo e anticristiano, che ha cercato di fare di questo oscuro e inquietante mago del XVI secolo, autore del De magia, del De vinculis (sugli incantamenti) e di altri trattati esoterici, il simbolo del pensiero razionale represso dalla Chiesa.
Lo spettacolo, intitolato retoricamente “Le fiamme e la ragione”, è tratto dal libro omonimo in cui Corrado Augias, così scrive una rivista che presenta lo spettacolo, “propone una delle pagine più tragiche del pensiero scientifico e culturale del nostro paese, l'assassinio mediante condanna al rogo di Giordano Bruno, uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale.
Togliendo la vita all' uomo la Chiesa di Roma sacrifica anche un intero mondo scientifico. Ad oltre quattrocento anni dalla sua morte, ascoltare il pensiero di Giordano Bruno attraverso le parole di un fuoriclasse della cultura italiana (sic), e il commento introduttivo di Gustavo Zagrebelsky, è un momento di riflessione imprescindibile per atei, agnostici e cattolici sui rispettivi compiti da assolvere in uno stato laico e civile”.
Ebbene, per chi volesse conoscere i fatti, secondo la lettura dei testi bruniani, e l’interpretazione di studiosi serissimi e specializzati, come F. Yates, Paolo Rossi e Matteo d’Amico, può farlo qui:
http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=129
e qui:
http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=1605
Per chi avesse meno tempo, basti questa citazione, tratta dal celeberrimo studioso di storia delle religioni (non un dilettante allo sbaraglio come Augias) Mircea Eliade: “Se Giordano Bruno accolse con tanto entusiasmo le scoperte di Copernico, fu anche perché riteneva che l’eliocentrismo avesse un profondo significato religioso e magico; quando si trovava in Inghilterra Bruno profetizzò il ritorno imminente della religione magica degli antichi Egizi quale veniva descritta nell’Asclepius.
In effetti Giordano Bruno si sente superiore a Copernico dato che, mentre quest’ultimo non intendeva la sua stessa teoria se non in senso matematico, dal canto suo Bruno poteva interpretare lo schema copernicano come il geroglifico dei misteri divini” (Mircea Eliade, "Storia delle credenze e delle idee religiose", Bur, vol.III, p. 279).
In altre parole, lungi dall’essere razionale e scientifico, lungi dall’essere un “genio”, Giordano Bruno era uno dei tanti maghi del Cinquecento che credeva nell’oroscopo e nel determinismo delle stelle, e che vide nell’eliocentrismo non una dottrina scientifica, un fatto astronomico, ma la conferma della sua visione magica, astrologica, che contemplava una eliolatria animista di stampo egizio.
Bruno disprezzava Copernico ritenendo che non avesse capito proprio nulla della sua "scoperta (allora non ancora dimostrata), non traendo da essa alcuna conclusione religiosa, nè di segno contrario alla sua (Copernico era un canonico cattolico), nè in favore del panteismo eliolatrico egizio!
In sintesi: per Eliade,Yates, Rossi, d’Amico… e per Bruno stesso, che si riteneva destinato dalle stelle a “rinnovare il mondo”, e che credeva nelle formule magiche e negli incantamenti, come dichiara in alcune sue opere, Giordano Bruno era un mago. Per Augias, invece, Bruno era uno scienziato e un pensatore razionale, addirittura un genio della scienza!