Al nostro Premier piacciono – e parecchio – le donne. Non è certo uno scoop: era ancora l'aprile del ’94 quando, dalle colonne del quotidiano La Stampa, il romano Filippo Ceccarelli tuonava indignato:”Se l'è portate a letto tutte – ma tutte, dico tut-te! - le più famose attrici” (La Stampa, 29/4/94). Nota bene: Berlusconi era arrivato da Palazzo Chigi da appena un mese e la campagna moralistica – quella per cui si può nicchiare su aborto, fecondazione assistita, suicidio assistito, diagnosi pre-impianto, preservativi nelle scuole, eutanasia, adozioni gay, uteri in affitto, legalizzazione delle droghe, stanze del buco, ma ci si deve stracciare le vesti sulla condotta sessuale del Cavaliere - era già avviata. Ora, se si esclude l’incremento delle vendite di taluni quotidiani, a che cosa sia servita cotanta indignazione rimane un mistero.
Ecco perché, dopo quasi vent’anni, forse, è il caso che a sinistra se ne facciano una ragione. Il cosiddetto caso Noemi e la triste parabola di Patrizia d’Addario, per stare ai gossip più recenti, non hanno insegnato nulla? Cosa deve ancora succedere perché l’opposizione abbandoni la camera da letto per tornare a fare il proprio dovere alla Camera? Ammesso e non concesso che il Governo italiano sia davvero agonizzante come dicono, l’opposizione ridotta a plotone moralistico, diciamolo, fa davvero pena. Già dimenticate le imprese notturne di Sircana e Marrazzo? E poi viene il dubbio che dietro tanto fastidio verso certi festini, in fondo, ci sia solo invidia. Ma ce li vedreste Bersani, Di Pietro o Vendola in festa circondati da donne giovani e sensuali?
Il primo le annoierebbe a morte, il secondo, memore dei bei tempi in cui bazzicava al Cepu, potrebbe al massimo offrire loro qualche ripetizione di diritto penale, mentre il terzo, di quelle giovani, non saprebbe proprio che farsene. Battute a parte, cari antiberlusconiani, vi conviene dare retta a Tony Blair: il solo modo per battere Berlusconi è tornare sul terreno politico, dimostrare, se ne siete capaci, che Alfano, Maroni e Tremonti, Sacconi sono, nella migliore ipotesi, degli inetti. Questo, ovviamente, è solo un consiglio; potete benissimo, se credete, insistere con la tiritera delle notti di Arcore, di Ruby e del bunga bunga. E se proprio vi appassiona la rettitudine sessuale, chiedete al Governatore della Puglia se pensa ancora che non sia “facile affrontare un tema come quello della pedofilia […] cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti” (La Repubblica, 19/3/1985), oppure se si è chiarito le idee.