APPELLO
In un momento di progressiva precarizzazione della vita umana, consideriamo essenziale sostenere la famiglia intesa quale comunità naturale fondata sul matrimonio. Riconosciamo altresì la necessità e il dovere da parte delle istituzioni pubbliche di garantire i diritti inalienabili dei singoli cittadini in quanto persone, senza alcuna pregiudiziale relativa al sesso, alla razza o alla religione. Riteniamo che le istituzioni siano chiamate ad armonizzare i diritti individuali con le esigenze della comunità. Perciò rigettiamo un’idea di libertà che non tenga adeguatamente conto delle comunità naturali ove la persona si realizza, la prima delle quali è la famiglia. Siamo inoltre convinti che il riconoscimento pubblico del rapporto uomo-donna così come concepito dal diritto matrimoniale vigente, rappresenti la forma giuridica da cui sono meglio tutelati i singoli, gli eventuali figli, la coesione e la stabilità stessa del corpo sociale. Occorre evidenziare che oggi il diritto privato offre gli strumenti legali, laddove si ravvisi l’esigenza di superare eventuali discriminazioni patite da singoli individui, per risolvere i problemi senza mettere per questo in discussione la centralità della famiglia. Sottoporre ad un’apposita disciplina statale modalità di unione temporanee fra due persone, tende inevitabilmente a promuovere forme di convivenza precarie, incoraggiando così la disaffezione nei confronti della famiglia. Non si possono poi sottovalutare le ripercussioni negative che una simile legge avrebbe sia sull’insufficiente tasso di natalità del Paese, sia per l’ulteriore indebolimento della responsabilità educativa degli adulti verso le nuove generazioni. Infine, di fronte alle complesse questioni da cui è attraversata oggi la società italiana, la vicenda delle unioni di fatto appare obbiettivamente sovraesposta rispetto alla limitata consistenza del fenomeno. Si tratta di evitare che preconcetti di tipo ideologico ne ostacolino una serena valutazione. Da questo punto di vista non possiamo che manifestare la nostra contrarietà alle pressioni esercitate da quanti auspicano e sollecitano attraverso i mass media, anche nella nostra Regione, la rapida approvazione del decreto governativo sui Dico, sia perché è sbagliato affrontare sbrigativamente una questione delicata come questa, sia in quanto la priorità e l’urgenza vanno piuttosto accordate a nuove politiche di sostegno alla famiglia. Sono questi gli argomenti che ci spingono a dichiarare pubblicamente il nostro “no” alla proposta di legge in materia di convivenze, e a ribadire al tempo stesso il nostro “sì” all’introduzione, anche a livello provinciale, di misure più adeguate per favorire la scelta del matrimonio e incentivare la stabilità dei nuclei familiari. Per le stesse ragioni invitiamo tutti a sottoscrivere questo appello.
Il direttivo di Libertà e Persona
Marco Luscia
Paolo Zanlucchi
Luca Trainotti
Francesco Agnoli
Giuliano Rigoni
n.b. per sottoscrivere l'appello è necessario scrivere nel commento: Nome cognome città e/o professione ed indicare l'inidirizzo e-mail.
Per evitare confusione in questo post si possono mettere solo le adesioni all'appello, inserendo i dati sopra descritti ed al limite un breve commento. Sotto trovate un altro post dove è possibile inserire commenti in merito.
Vedi l'intervento del Vescovo Luigi Bressan
|