La rivelazione biblico-evangelica
Come si è visto in riferimento alla concezione del ‘Logos’, l’annuncio cristiano ha influenzato profondamente la storia del pensiero filosofico ed in modo particolare l’antropologia e la teologia. Già l’Antico Testamento aveva offerto elementi importanti alla domanda di verità metafisica dell’uomo, ma aveva potuto farsi sentire poco al di fuori del popolo ebraico. Con l’avvento di Cristo si verifica invece un movimento missionario che in pochi secoli si diffonderà per tutto il mondo, mettendosi a confronto con innumerevoli situazioni esistenziali e culturali. Non va tuttavia dimenticato l’apporto già in se stesso rivoluzionario offerto dall’esperienza dell’Alleanza tra il popolo di Israele e Dio. Esso può essere sintetizzato nei seguenti punti:
- il monoteismo assoluto e reale, con la conseguente concezione fortemente unitaria dell’essere; - la coincidenza tra Dio e l’essere (“Io-Sono”) inteso nel suo livello ultimo e assoluto, con la conseguente eliminazione sia del panteismo (coincidenza tra l’essere contingente e la divinità) che della separazione tra Dio e l’uomo; - la concezione dell’uomo come “immagine e somiglianza di Dio”, per le sue caratteristiche di soggettività, coscienza, volontà, libertà, intelligenza, amore; - la concezione della vita come rapporto con Dio attraverso la realtà umana in cui Lui abita, cioè il popolo riunito nell’Alleanza con Dio: l’uomo è invitato sempre a cercare Dio, nella certezza che egli risponderà alla sua domanda; - l’uomo è peccatore, avendo rotto per sua libera iniziativa l’amicizia con Dio: deve dunque chiedere umilmente il dono della salvezza, attenderlo e cooperare alla sua venuta.
Con Cristo questa concezione della realtà non viene abolita, ma portata a compimento. La novità può essere sintetizzata in questi punti:
- il monoteismo rimane assoluto e reale, ma assume il volto della Trinità che rivela l’unico Dio come realtà comunionale, caratterizzata dall’essere infinito, dall’intelligenza infinita e dall’amore infinito; - Dio, con tutta la sua realtà personale, si fa uomo, manifestando apertamente il suo volto, il suo amore, il suo disegno, la sua parola e offrendo agli uomini la sua amicizia; - Dio in Cristo compie sulla croce il sacrificio che redime l’uomo dal male e con la Resurrezione inaugura la nuova creazione: in tal modo l’universo viene liberato dal non-senso della sofferenza e della morte, trasformati in strumenti di redenzione; la vita diventa dono di sé, carità, resa possibile dal dono dello Spirito di Dio stesso; - la persona umana, acquista un valore infinito, sia per la sua restaurata somiglianza con Dio, sia per l’ingresso della natura umana nella realtà divina: ogni uomo diventa ‘fratello’ di Dio stesso; - lo strumento fondamentale della redenzione permanente dell’uomo diventa la Chiesa: una realtà comunitaria in cui Cristo stesso si identifica, e attraverso la quale si rende già presente e sperimentabile il destino finale dell’umanità; - il destino dell’uomo è la partecipazione piena alla vita di Dio, in cui tutta l’umanità è portata a formare una sola cosa in Dio e in cui tutta la creazione viene portata a compimento.
Tutto ciò non si lascia ridurre a nessuna filosofia umana, ma nello stesso tempo è la verità più corrispondente alla domanda di verità del filosofo e dell’uomo in genere. La storia del pensiero occidentale non potrà più prescindere da questo annuncio. L’antropologia, di cui si sta tentando qui di seguire il cammino, ne resterà profondamente segnata: la concezione greca dell’anima immortale verrà valorizzata e potenziata, mentre verrà recuperato il valore della corporeità. L’uomo si presenta non più solamente come un essere dotato di conoscenze soprasensibili, ma come creatura nuova, abitata dallo Spirito di Dio e da Lui dotata di una energia sconosciuta all’uomo naturale. A dimostrare queste verità superiori alle forze della ragione umana è l’esperienza, che mostra all’osservatore attento quanto sia reale ed efficace l’energia proveniente dall’Altro che opera nell’uomo che lo accoglie. L’uomo quindi può percepire e riconoscere i fatti attraverso cui si documenta la verità conosciuta.
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