L'unica parola
Di Marco Luscia (del 11/02/2010 @ 15:07:26, in attualitą, linkato 977 volte)

La mia alunna chiede: “ perché nei vangeli troviamo così poco di Maria? Era forse maschilista Dio? E poi, Maria non parla!” Credo la risposta a queste domande sia al contempo semplice e difficile. Semplice per chi un pochino ha cominciato a camminare con Dio e a confrontarsi con la sua logica disarmante;difficile per tutti coloro che invece si pongono davanti al mistero infinito del cristianesimo con animo distaccato, indagatore, pretenzioso nei confronti di Dio.

Per comprendere dobbiamo pertanto mettere da parte la nostra presunzione e lasciarci interpellare da questa straordinaria donna. Maria non ha bisogno di presentare se stessa, di mostrarsi, di apparire, di accreditarsi agli occhi dei potenti del suo tempo. Questi, solo e sempre uomini, non conoscono l’umile ragazza di Nazaret, essi si circondano di donne profumate, seducenti, disponibili. Maria, suo malgrado, è trascinata sul proscenio della storia e del tempo; ma non interviene quando quel figlio misterioso si annuncia nel suo grembo e quando se ne va a predicare ramingo, senza casa e senza cose. Maria tace, ma è sempre presente, durante la passione, ai piedi della croce, nel cuore della prima comunità cristiana dispersa e terrorizzata per la morte del Maestro.

Maria tace ma è una colonna che regge un peso insopportabile. Però c’è in lei una parola, una sola parola, una sillaba che dal principio- l’incontro con l’angelo- rende possibile l’impossibile. Il sì di Maria è semplice monosillabo, uno dei primi sulle labbra dei fanciulli, il suono che inaugura l’entrata del Dio, di Gesù Cristo. Allora la parola di Maria introduce la salvezza nel mondo, semplice accoglienza in una sillaba, l’opposto della babele delle lingue di biblica memoria. Quella parola si ripercuote lungo i secoli, rimbalza lungo le vie del mondo, è una voce che canta nelle opere dei santi e dei martiri, nella fatica dei giusti e di tutti i semplici che hanno creduto. Altro a Dio non serviva; a Dio bastava un sì da una creatura ed un sì è stato. Possibile che così poco possa così tanto? Se un sì è un soffio d’amore vero, allora tutto è possibile.

Se potessimo percorre a ritroso ogni storia personale, ogni tragedia, ogni delitto, ogni guerra, ogni tradimento; se potessimo ricostruire passo dopo passo tutte le vie del male, di ogni male, grande e piccolo, cosa troveremmo? Credo che sempre e inevitabilmente troveremmo un no! E da esso prendere forma un gesto di violenza. Parafrasando liberamente l’incipit di Giovanni potremmo dire: “ In principio fu il sì”. Il sì di Maria non fu una parola di conoscenza ma piuttosto di obbedienza, uno schiaffo all’idea che tutto possa essere spiegato e perciò dominato, manipolato, reso utile. Quel sì fu un porre fra parentesi tutti gli apparati critici dei biblisti di professione, quelli che ci dicono cosa realmente Dio pensa e vuole; quel sì, fu un no al fondamentalismo che prende la parola di Dio alla lettera, e al fondamentalismo che decreta quale debba essere l’interpretazione autentica. Due posizioni entrambe venate di presunzione, perciò critiche verso ogni chiesa ed istituzione. Maria è conosciuta dall’Altissimo, la sua fu un’esperienza di passiva accoglienza che rese possibile l’impensato. Che Dio prendesse un corpo, che si facesse uomo, che soffrisse e morisse. Ogni parola che sgorghi dalla bocca dell’eterno è semplice e infinita, potremmo dire con Emily Dickinson: “ Molti dicono che una parola è morta quando è detta, io invece dico ch’essa comincia a vivere proprio in quel giorno”. Noi pensiamo che la parola viva solo se è vera, cioè se è una parola d’amore. Il nostro è un tempo di parole morte, supponenti, persuasive, interessate, pronte a colpire l’uomo e la natura. Ma la parola vera- i poeti lo sanno- è una parola “disinteressata”, come il sì di un bambino, una parola che si radica nel mistero infinito dell’amore e della gratuità. Una parola che prima sale e poi scende dalla croce. Una parola la cui radice risiede oltre l’uomo e i suoi limiti. Quando il verbo dell’eterno riverbera nella purezza delle “parole umane innocenti”, allora tutto si fa essenziale, semplice, come quel sì di Maria che non abbisogna di spiegazione alcuna.