Brevi appunti su amore e fidanzamento
Ieri sera si è svolto il primo dei quattro incontri organizzati dal Movimento per la Vita giovani sul tema: E' ancora possibile nel 2010 un "amore per sempre"? Dibattito su fidanzamento e amore, e a parlare c'era Padre Stefano, un frate carmelitano che segue molte coppie, prima e durante il matrimonio.
Riporto qui le cose principali che sono state dette nel corso della serata, sperando, in tale modo, di stimolarvi a partecipare al prossimo incontro, lunedì 15 febbraio sempre alle 20.30 in Santa Maria Maggiore: parlerà Francesco Agnoli e la serata avrà un taglio più esperienziale piuttosto che teologioco-didattico, come invece è stato ieri sera.
La prima serata era stata volutamente pensata come più didascalica, per capire un po' meglio l'argomento di cui andavamo a trattare. Ovviamente Padre Stefano ha preso a fondamento del suo discorso la Bibbia, un testo antico di 2000 anni ma che riesce con straordinaria attualità a parlare a tutti noi.
Il punto di partenza è la Creazione: nella Bibbia vi sono due passi in cui essa è riportata e lo è in due modi diversi. Il primo è quello a tutti più noto, dove si dice che Dio creò tutto in sei giorni e il settimo riposò; il secondo è quando si riporta che l'uomo è stato creato dal fango (da "luto et limo", dirà San Paolo) e poi grazie al "soffio vitale" è stato elevato ad una statura nettamente superiore rispetto a tutti gli altri animali. Le due creazioni qui riportate, però, non sono affatto in contrasto l'una con l'altra, bensì si compensano e si integrano a vicenda. L'uomo è stato generato ad immagine e somiglianza di Dio e "uomo e donna li creò"; la donna, infatti, è stata creata successivamente rispetto ad Adamo, in un momento in cui egli dormiva (e quindi non era presente) e fuoriuscendo non dai piedi o dalla testa dell'uomo, ma dalle sue costole: questo fatto denota una totale parità tra i due esseri.
Dopo questa piccola introduzione, Padre Stefano ha fatto un'altra divagazione per sottolineare come natura (che deriva dal latino nascor) e cultura non sono affatto due termini antitetici, anzi.
A questo punto si è entrati nel vivo del discorso, tramite un'esemplificazione che, a noi montanari, risulta molto chiara.
Dunque: si può affermare che il processo che porta all'"amore per sempre" non è affatto un blocco monolitico, ma è un percorso costituito da varie fasi.
• Per prima cosa abbiamo l'INNAMORAMENTO. Esso è come una teleferica che ci porta dritti alla vetta della montagna, in un lasso di tempo che può variare, ma che comunque è di breve durata.
• Una volta arrivati in cima alla montagna, la fase dell'innamoramento - durante la quale non si vedono i difetti dell'altro, tutto sembra perfetto, si pensa che solo l'altro ci può rendere felici etc. - finisce: a questo punto si ruzzola giù dalla montagna e si ritorna al punto di partenza, ai piedi del monte.
• Quando si è ai piedi della montagna vi sono due alternative possibili, due modi di comportarsi:
- modo A: chiamato da Padre Stefano "GARANZIA DELLA LAVATRICE". E' la classica fase in cui si dice "va bene finché dura, dopo di che è finita". Questo ragionamento è però deficitario perché non abbiamo a che fare con un oggetto (la lavatrice) che possiamo portare a riparare se ha qualche difetto o non funziona come vorremmo, bensì con una persona.
- modo B: è la soluzione più impegnativa perchè implica una bella fatica, bisogna ri-scalare (questa volta senza prendere la teleferica!) la montagna per ritornare sulla vetta. Questa camminata può essere a tratti più erta e a tratti quasi pianeggiante, in dei punti più faticosa per la donna, che viene tirata su con una corda dall'uomo, e a momenti più impegnativa per quest'ultimo che viene confortato dalla donna: a tratti, però, si riesce a procedere assieme, magari anche di corsa!
Le sole condizioni perchè questa scalata sia possibile, tuttavia, sono una piena condivisione della fatica e una comune volontà di distruggere tutti i ponticelli che si trovano lungo il percorso una volta che li si è attraversati: è un modo simbolico per dire "non possiamo più tornare indietro, ormai".
• Quando si arriva al matrimonio non si è ancora sulla vetta. Infatti, quando ci si sposa la formula non è "ti sposo PERCHE' ti amo", bensì "ricevo te/prendo te per AMARTI": il processo non è ancora compiuto, anzi, è con il matrimonio e la piena condivisione che il vero amore si realizza perché è lì che la coppia "diventa una cosa sola in Cristo".
Per concludere questo breve riassunto, mi sembra importante riportare un ultimo concetto evidenziato da Padre Stefano.
Nella frase "mi sono innamorato di te", il perno è l'IO parlante: "io ho innamorato me stesso di te". Questa è, ovviamente, una cosa perfettamente normale perché l'uomo è, di per sé, intimamente egocentrico (ma non per questo egoista). Nella fase dell'amore, invece, quando si arriva a dire con piena consapevolezza "ti voglio bene", il centro non siamo più noi, bensì l'altro: ecco, quando si ama una persona completamente si antepone il suo bene al proprio, si è pronti a donarsi completamente a lei: un po' (scusate il paragone azzardato) come Dio ha donato suo Figlio per noi; Dio, cioè Colui che ci ha amati per primo "di un amore eterno" (Geremia 31,3), nonostante il nostro nulla.
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