Venerdì 26 gennaio si è tenuta a Milano la prima giornata della scuola di formazione politica organizzata dalla Fondazione Europa Civiltà e promossa fra gli altri da Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento Europeo e Roberto Formigoni, pres. della Regione Lombardia. Alcuni dei soci fondatori di Libertà e Persona hanno partecipato all’iniziativa. La scuola si svilupperà nell’arco di sei mesi. Fra i relatori, Giuseppe Pisanu, Oscar Giannino, José Maria Aznar, Franco Frattini, Mario Mauro, Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi. Verranno trattati argomenti di scienza, politica, economia, bioetica, relazioni internazionali, welfare, integrazione europea e istruzione. Ma veniamo al dettaglio della giornata. Sono le 16:30, Formigoni entra nella sala accompagnato dagli applausi; circa 350 le persone che da varie regioni d’Italia si sono iscritte alla scuola di formazione politica. Formigoni entra subito nel cuore della questione. “Quali sono le ragioni per fare politica? La politica non è una teoria, è un’attività pratica. La scuola, è concepita in questo modo.” “Ma perché una scuola? Perché c’è bisogno di più persone che facciano politica nel modo giusto. C’è bisogno di più gente tecnicamente preparata ed appassionata.” Cita don Gnocchi: “Per noi educare non è cacciare idee nella testa dei giovani, ma tirarle fuori. Suscitare delle libertà” e continua, “La politica ha bisogno di protagonisti, non di stampini.” Parla del potere e cita Guardini e Giussani, dice che il potere, o tende a ridurre la realtà umana al proprio scopo, quindi è una volontà di dominio sugli uomini, oppure è un servizio all’uomo. In questo secondo caso il politico è autorizzato a ricercarlo e perseguirlo. Il problema non è il potere, ma il modo in cui lo si utilizza. Se lo si ricerca per imporre la propria idea, la propria volontà di dominio sugli altri, la propria concezione di società, allora il potere esterna tutto il suo lato negativo, ma se, invece, viene inteso come possibilità di influire poco o tanto affinché la società cambi in meglio, allora c’è bisogno di uomini che ricerchino un potere esercitato così. Chiarisce poi il significato di alcune parole chiave per un politico. Parlando di “laicità”, dice che la prima cosa che viene richiesta ad un cristiano che fa politica è dirsi laico. Concorda con laicità della politica e stato laico, cioè che non sposi nessuna cultura o religione o ideologia, ma laicità non significa indifferenza rispetto alle posizioni culturali. Essere laici in Italia significa avere una posizione diversa rispetto al cristianesimo, che non in uno stato laico in Cina. Perché il peso del cristianesimo in Italia è enormemente più forte rispetto alla Cina. Parla di “bene comune” come di qualcosa che costruiscono i cittadini, non la politica. Non è il compito della politica perché presupporrebbe che la sfera della politica è privilegiata rispetto a quella della società civile. La politica deve creare l’insieme delle condizioni che consentano alle comunità di creare il bene comune. Parla di “compromesso” e dice che la politica che si esprime in grandi ideali misura la sua capacità mostrando di saper arrivare ogni volta al miglior compromesso. Cita l’allora cardinale Ratzinger, quando dice che “Il politico deve essere sobrio ed attuare ciò che è possibile. Non è suo compito realizzare l’impossibile.” Quindi non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale di ogni politico. E’ inutile avere belle teorie e principi ma non riuscire a realizzarli. Il rischio è avere degli ideali che siano la caricatura dell’ideologia. Parla di compromesso come derivazione latina di "cum promittere" cioè promettere insieme e rimettersi al giudizio di un arbitro (cioè il popolo). Dice che è giusto rinunciare, se e quando è necessario, almeno in parte alle proprie opinioni a favore del bene di tutti. Tante volte infatti l’invocazione dei grandi ideali è solo moralismo. La politica deve fare il possibile. Meglio ottenere di meno piuttosto che cercare l’infinito e non ottenere nulla. Questo è il compromesso nobile, che non è il quieto vivere per accontentare tutti, ma la ricerca di soluzioni concrete, le migliori possibili anche se non perfette. Parla di molte altre cose, Formigoni, e l’interesse dei partecipanti è costante durante tutto il corso del pomeriggio. Si riprende il 23 febbraio con il tema "Sussidiarietà e liberismo". Interverranno Giuseppe Pisanu, Alberto Quadrio Curzio, Oscar Giannino e Romano Colozzi. Non mancherò di tenervi aggiornati.
Luca Trainotti