Dopo l’azione criminale del signor Tartaglia ai danni di un uomo che è anche il premier del paese, molti membri dell’opposizione hanno subito affermato che la colpa è di Berlusconi e del clima d’odio da lui creato.
Chi scrive la pensa diversamente, sia perché ricorda la profluvie di libri, libelli e gesti di intolleranza sorti a partire dal 1994, quando un governo legittimo fu fatto cadere per via giudiziaria, sia perché dalla storia ha appreso che non esiste forza più abile a demonizzare l’avversario e a gestire la propaganda, insieme ai nazionalsocialisti, dei comunisti e degli ex comunisti. Pur essendo dovunque minoranza, infatti, i seguaci della ideologia di morte più terribile della storia, sono riusciti con la violenza e l’astuzia ad impadronirsi del potere in molti paesi, per poi coprirli di campi di concentramento per i loro avversari, ma anche per i loro stessi seguaci. Il comunismo cinese, cambogiano, nepalese, birmano e cubano attuali dovrebbero insegnare qualcosa! Qualcosa dovremmo imparare anche ogni volta che vediamo cosa il comunismo ha prodotto per i romeni, gli albanesi, gli slavi…
E’ vero, a scuola di queste cose non si parla mai. Potenza, ancora una volta di certa propaganda. Ci siamo mai chiesti perché i nostri programmi di storia siano ingolfati dal nazismo, mostro orribile, ma limitato nel tempo e nello spazio, e pochissime pagine siano dedicate sui testi della scuola dell’obbligo all’alleanza tra nazisti e comunisti del 1939 e soprattutto al comunismo europeo e mondiale in generale, cioè ad un fenomeno estesissimo e duraturo? Perché tutto conoscono cosa è la Gestapo, ma la maggioro parte dei nostri ragazzi non sa neppure dell’esistenza della Stasi, che pure è finita l’altro ieri? Perché nessuno ignora cosa siano stati i lager, mentre i più non saprebbero dire se i gulag sono campi di concentramento e spezie per la polenta? L’abilità è certamente di coloro che non si vergognavano a dichiararsi comunisti sino al 1989, cioè alla caduta del muro di Berlino, e che cambiarono il nome del loro partito solo in quell’occasione, quando orami era chiaro a tutti che la Repubblica democratica tedesca, nonostante il nome, era non una democrazia ma un inferno!
Quanto all’Italia non sono lontani gli anni del dopoguerra, quando, come ci ha raccontato Giampaolo Pansa, i comunisti italiani, sperando di fare entrare il nostro paese nel Paradiso sovietico, si diedero ad ammazzare allegramente non solo fascisti, ma anche antifascisti che avevano però il difetto di non essere comunisti: cattolici, monarchici, liberali ecc… Non sono tanto lontani neppure i tempi in cui l’Espresso e i sanguinari di Lotta Continua, incitando all’eliminazione dell’innocente Calabresi, scatenarono gli anni di piombo, ben raccontati in “Il Piombo e il silenzio. Le vittime del terrorismo in Italia. 1967-2003” (San Paolo). Del resto le periodiche incursioni delle rinate Br, con l’omicidio D’Antona e l’omicidio Biagi, e le violenze abituali degli anarchici, sono lì a ricordarci che un’Italia violenta esiste ancora, ed è sempre quella di un tempo. Qualcuno altrimenti dovrebbe spiegare come mai nel nostro paese il premier Berlusconi non possa girare liberamente, senza il pericolo di una statuetta sul volto, o di un cavalletto in testa, mentre Prodi poteva farlo tranquillamente senza correre alcun rischio: forse perché la violenza politica “levatrice della storia”, come voleva Marx, appartiene, appunto, ad un certa cultura, e non è stata ancora rinnegata?
I fatti attuali portano altre conferme: dopo il Tartaglia day, infatti, e l’esultanza pubblica di molte persone, il capo del comunisti italiani Paolo Ferrero, un tipo che rimpiange la falce e il martello e vive ancora sognando di potercela impiantare sulla testa a tutti, ha paragonato il premier ad un pedofilo, precisamente al “mostro di Marcinelle”. In nome del fatto che è meglio abbassare i toni.... Contemporaneamente su Repubblica, Franco Cordero, lo ha paragonato a Hitler, lo ha definito “affarista ignorante, Caimano, criminofilo, guastatore dell’ordinamento”…e ha pensato bene di offendere anche oltre metà del popolo italiano spiegando che chi lo ha votato è “un popolo credulo, obbediente, adorante”. Senza neppure immaginare che invece, tra coloro che lo hanno votato, vi sono molti che non necessariamente lo “adorano”, ma che lo ritengono infinitamente migliore di tanti suoi velenosissimi avversari.
Infine, per non fare indigestione, perché altrimenti ce ne sarebbero altri, un altro pronunciamento “nobile”, quello di Sabina Guzzanti, espressione becera di un certo mondo volgare e intollerante, che sul suo sito, più o meno “scherzando”, ha scritto che “l’unica mossa per salvare la partita è far uccidere Berlusconi…”. Poi dicono che Tartaglia è lo psicolabile…E Cordero, Ferrero, Guzzanti? E tutti quelli che sono convinti che sia lui, in verità, la longa manus dietro tutte le iniquità del mondo, dalla morte di Giulio Cesare in poi?