Carlo Acutis, il sapore del sale
Di Lorenzo Bertocchi (del 19/06/2009 @ 11:57:51, in Religione, linkato 1461 volte)

“The Passion”, il film che nel 2004 ha proposto una rappresentazione delle ultime ore di Gesù Cristo nel mondo, è stato l’occasione – al di là dei pregiudizi - per immergersi in modo molto realistico in quei drammatici momenti.
Ancora oggi è possibile fare esperienza di quel sacrificio, ritornare sul Calvario e addirittura cibarsi del Suo Corpo e bere del Suo Sangue, tutto si riassume nella S.Messa e nel pane e nel vino eucaristici (Papa Paolo VI Professione di Fede del 30-6-1968: la S.Messa “è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari”). Le radici dell’Eucaristia sono nella Chiesa primitiva, infatti, “erano assidui ogni giorno nello spezzare il Pane” (Atti 2,46) e diverse sono le testimonianze in tal senso dei Padri della Chiesa, come ad esempio quella risalente al 150 d.C. offerta da S.Giustino sulla reale presenza del Corpo e Sangue di Gesù nel pane e nel vino consacrati (Cap. 66 – Apologia Prima).
L’attacco alla S.Messa ha le sue radici nel protestantesimo, emblematica è la famosa affermazione di Lutero: “Triumphata Missa, puto nos totum papam triumphare” (Contra Henricum), in pratica soppressa la Messa, liquidato il Papato. Ci sono però mille e più ragioni che ribadiscono con estrema chiarezza la verità del Sacrificio Eucaristico della S.Messa, tuttavia più delle parole può l’esempio della santità.
Il 12 ottobre 2009 saranno trascorsi tre anni dalla morte improvvisa (leucemia fulminante) del giovane Carlo Acutis (1991-2006) la cui spiritualità si è veramente alimentata dell’Eucaristia. Leggendo la sua biografia (Eucaristia. La mia autostrada per il cielo – N. Gori, Ed. Paoline 2007) emerge la figura di un ragazzo “normale” che però aveva fatto un incontro straordinario, incontro che ogni giorno si sforzava di vivere concretamente.
Bella la testimonianza del domestico di casa Acutis, l’induista Rajesh, che tra l’altro si è fatto battezzare cristiano: “Carlo diceva che sarei stato più felice se mi fossi avvicinato a Gesù e spesso mi istruiva utilizzando la Bibbia, il Catechismo della Chiesa Cattolica e le storie dei Santi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, Carlo lo conosceva quasi a memoria e lo spiegava in un modo talmente brillante che era riuscito a entusiasmarmi sull’importanza dei sacramenti”.
La sua devozione per l’Eucaristia è bellissima, frequentava la S.Messa quotidianamente e diceva: “Molta gente secondo me non comprende veramente fino in fondo il valore della S.Messa perché se si rendesse conto delle grande fortuna che il Signore ci ha dato donandosi come nostro cibo e bevanda nell’Ostia Santa, andrebbe tutti i giorni in Chiesa per partecipare ai frutti del Sacrificio celebrato e rinuncerebbe a tante cose superflue”.
Il suo padre spirituale scrive: “Carlo era particolarmente sensibile nel capire se i sacerdoti celebravano la Messa in modo devoto e quando si accorgeva che erano poco immedesimati nella Celebrazione Eucaristica si rattristava; più di una volta mi ha detto che essendo i sacerdoti le mani tese di Cristo, il Signore lo devono testimoniare con entusiasmo…devono essere modelli luminosi e non ripetitori automatici di un rito liturgico in cui non mettono il proprio cuore e da cui non traspare la propria fede in Dio”. Carlo così parlava della Consacrazione: “Chi più di un Dio, che si offre a Dio, può intercedere per noi?
La sua opera di apostolato è testimoniata da molti suoi compagni di scuola, amici o persone che in qualche modo sono entrate in contatto con lui, diverse volte spiega loro il mistero eucaristico utilizzando i racconti dei più importanti miracoli eucaristici, in particolare quello di Lanciano; grande appassionato di informatica contribuisce a creare un bellissimo sito web proprio sul tema (www.miracolieucaristici.org).
Il Rosario scorreva nelle sue mani ogni giorno, grande la sua devozione alla Madonna di Fatima, arriva anche a dare una sua interpretazione del Terzo Segreto, frequenta più volte Assisi dove ora riposano le sue spoglie mortali, ama La Verna, nella sua vita spirituale e anche nel suo apostolato ha sempre ben presenti i Novissimi: “Se veramente le anime corrono il rischio di dannarsi, come in effetti molti Santi hanno testimoniato e anche le apparizioni di Fatima hanno confermato, mi chiedo il motivo per cui oggi non si parli quasi mai dell’Inferno”.
Le varie testimonianze su di lui sono unanimi in particolare per quanto riguarda la sua fedeltà alla Chiesa e al Papa, attivo in Parrocchia, non ha mai nascosto la sua scelta di Fede, sempre rispettoso delle posizioni altrui, non rinunciava mai alla chiarezza dei suoi principi. Molto legato alla figura del Pontefice, egli ha spesso difeso le posizioni della Chiesa sia dottrinali, che morali e non di rado si è trovato di fronte persone contrarie al Magistero. La sua malattia durerà il breve spazio di 10 giorni, poco prima di essere ricoverato i genitori si sentono dire da Lui: “Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Cielo”. 
 
Caro Carlo, scusami se ti ho tirato in ballo, ma mi pare che ormai solo la santità cristallina possa evitare che il sale perda tutto il sapore. Soffro tanto a dover leggere interviste di grandi personalità della Chiesa che propongono il “dubbio” come status di maturità nella Fede, libri scritti a due o quattro mani che, invece, di illuminare confondono le idee, cose da cattolici adulti. Io, come molti altri, resto colpito dalle tue parole che arrivano al cuore e stimolano la ragione ad andare oltre sé, mi guardo intorno e vedo tanta sete di autenticità, molto meno di “dubbi” che fanno tanto “churc intellectuals”, ma alla fine favoriscono il “fai da te”, l’opinione personale. Il “fai da te” è una gran cosa per l’hobbistica, ma parlando di “salvezza eterna” non riesco proprio a capire come possa aiutare le persone. “Venite alla comunione, fratelli miei, venite da Gesù. Venite a vivere di Lui per poter vivere con Lui…E’ vero che non ne siete degni, ma ne avete bisogno” (Curato d’Ars). Ora pro nobis Carlo.