Diceva Hitler che le grandi masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola: parole sante, anche se firmate dal diavolo. Grande bugia è comunque una definizione eufemistica per quella panzana globale – si perdoni la ripetizione – del global warming denunciato da Al Gore e compagnia, panzana che in troppi hanno supinamente fatto propria, forse abbagliati da quel sigillo farsesco che da tempo sono i premi Nobel. Per la verità, a smentire il teorema global warming ci hanno già pensato - ripetute volte con ripetuto successo - scienziati che non abbisognano certo di presentazioni, ma verso i quali le grandi masse evocate da Hitler, forse per pigrizia, hanno riservato ben poca attenzione. Così, per sbugiardare la combriccola di Al Gore, s’è fatto avanti il diretto interessato, e cioè il clima, peraltro nel più evidente dei modi: con nevicate da record, roba che non si vedeva da anni, e che ha lasciato piacevolmente ammutoliti quegli albergatori e quelle comunità montane che del turismo invernale fanno il loro pane. Non è la prima volta - e non sarà l’ultima - che le ideologie vengono fatte a pezzi dai fatti. E purtroppo non è nemmeno la prima volta che, tra i fatti chiamati a deporre dalla realtà, si contano vittime: dall’inizio dell’inverno, riferiscono le cronache, solo in Italia sono 12 le persone spente dal freddo, e anche questo è un triste record del quale, quando avrà tempo, potrebbe darci qualche spiegazione quel politico, oggi cinquantenne e pensionato, che andava in giro dicendo che il nostro Paese presenta innalzamenti di temperature quattro volte più alti del resto del mondo.
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