Da Eluana al mondo nuovo di Huxley, ai cultori della morte e dello sterminio di massa.
Di Francesco Agnoli (del 03/01/2009 @ 18:49:52, in Eutanasia, linkato 2884 volte)

C'è chi crede che la battaglia per Eluana sia circoscritta al caso Eluana: che si apra e si chiuda con il suo caso, o casi analoghi, e basta. In verità a chi solo minimamente osservi il panorama culturale pro eutanasia in Italia e nel mondo, non sfugge che le cose non stanno così. Occorrerebbe conoscere un po' la storia dei movimenti malthusiani: movimenti che da duecento anni si battono per l'eliminazione dei difettosi e degli inutili, tramite aborto ed eutanasia. Costoro sono convinti, ad esempio, che siamo troppi sulla Terra e che il numero giusto sarebbe due miliardi di persone. Gli altri andrebbero gentilmente eliminati. Qualcuno ricorderà il principe Filippo d'Edimburgo, famoso patrono della massoneria inglese, quando disse che avrebbe voluto reincarnarsi in un virus dell'aids per sterminare le troppe persone che stanno sulla terra. Filippo d'Edimburgo non è propriamente un illustre sconosciuto, bensì il marito della regina d'Inghilterra e uno dei fondatori del WWF. Proprio in ambiente ecologista vi sono innumerevoli gruppi estremisti che predicano la necessità di ridurre l'umanità, perchè gli uomini sarebbero il “cancro del pianeta”.

Si ricordi il famoso club di Roma finanziato dagli Agnelli, che negli anni sessanta e oltre pubblicizzò le cifre sulla futura catastrofe: a breve saremmo troppi sulla Terra, urlava, occorre eliminare un po' di gente. Il direttore del Club, Aurelio Peccei, era grande amico di Marco Pannella...Una delle motivazioni con cui Fortuna appoggiò la legge sull'aborto in Italia era che a breve il nostro paese sarebbe scoppiato, a causa dei troppi figli...Chi studia la storia del Novecento, sa che molti intellettuali sponsorizzarono la I guerra proprio in nome del malthusianesimo: siamo troppi e la guerra elimina qualcuno di quelli che vivono solo perchè sono nati... Oggi esistono la Chiesa dell'eutanasia, Zero People Growth, il Movimento per l'estinzione dell'umanità, e altri gruppi, che si battono per gli stessi scopi: gas the humans, è uno dei loro slogan. Un altro: Ucciditi, prima di uccidere il pianeta. Certo, si dirà, sono pochi pazzi. Però in Italia chi ha unificato il movimento pro eutanasia e chi lo guida sono Veronesi e i radicali. Quale è la loro ideologia? Veronesi dice apertamente che a cinquanta o sessant'anni bisognerebbe togliersi di mezzo, come gli elefanti che se ne vanno a morire da soli...poco importa che lui ne abbia più di ottanta. Ora Veronesi non è un signor nessuno: è un ex ministro, capolista del Pd, destinato a tornare ministro della salute se il pd avesse vinto, depositario dei più importanti progetti di legge sull'eutanasia... E accanto a lui i radicali, i quali hanno una associazione, rientro Dolce, che si batte per la strage della popolazione moldiale. Sono loro i depositari degli altri progetti di legge. Sono loro, con Veronesi, su tutti i giornali, a menare le danze: se non fosse così, sarebbe certo più facile paralare di accanimento terapeutico ecc. Cosa vogliono? Lo hanno detto in cinese: ora Eluana, poi l'eutanasia gratis, di stato, per chiunque la voglia, anche per giovani, depressi... Del resto anche la loro battaglia sulle droghe è chiara: liberalizzare prima le droghe leggere, poi le pesanti ...

Conosco un ex leader radicale, cacciato dal partito perchè si è sposato e ha avuto un figlio...Conoscete un dirigente radicale sposato e con un figlio? Tra i radicali avere un figlio è reato...Quanti sono in Parlamento: una marea, ben mimetizzati, soprattutto a sinistra, ma anche a destra...Il loro sponsor è il famosissimo speculatore George Soros... Per concludere questi brevi cenni ricordo al lettera di Pannella a Beppe Grillo, in cui lodava gli omicidi forzati fatti dal governo in Cina...Ricordate quando Luigi Manconi faceva il gioco dell'oca trasformato in gioco dell'aborto (torna indietro di due casella e abortisci tuo figlio)? Erano glia anni in cui i radicali promuovevano l'idea che fosse lo stato a dover stabilire, anche in Italia, quanti figli potessero avere le famiglie...

Lettera di Pannella: Caro Grillo, tu conosci quanto mi siano propri ispirazioni, obiettivi, urgenze che proponi e che tanta presa di coscienza, di dibattito e di consenso stanno suscitando; a cominciare dalle fonti rinnovabili per andare alla riduzione degli sprechi, al far tesoro della spazzatura che sommerge e inquina il mondo, alla promozione ed alla tutela dei produttori indipendenti. Scusami ma non ce l’ho fatta, con i casini nei quali sono stato impegnato, diciamo totalmente, a scriverti prima sul tuo documento sulle risorse energetiche. Comunque non tutti i mali vengono per nuocere, il documento è utile, prezioso, ma (mi) urge anche “altro”. Beppe, “quanto, cosa, come consumiamo – e produciamo” è il problema che con e grazie a te si può sperare ora di affrontare; per tentare di tappare le falle aperte da decenni di politiche energetiche sciagurate, dove il petrolio è stata la benzina della corruzione dei partiti e degli Stati, della creazione e del mantenimento di dittature sanguinarie. Ma alla base, all’origine di tutto, dobbiamo chiederci e sapere: tutto questo per chi è, di chi è? Insomma “Quanti siamo?” “Energia”, per chi? Quanti? per 3, 6, 9, e via crescendo, miliardi di “persone”, di consumatori?

Se il nazicomunismo cinese non avesse stabilito da generazioni di nazisticamente impedire la natalità, sterminando con la forza dello Stato feti e neonati, e genitori “colpevoli”, a che punto di già non saremmo*? Se non imbocchiamo subito la strada di un “rientro dolce” della popolazione del pianeta da 6 miliardi di persone più o meno alla metà nell’arco di 4 o 5 generazioni, di un secolo, continueremo ad esser travolti dallo tsumani natalista, che ha visto alleati nei decenni precedenti sia i poteri fondamentalisti clericali, Vaticano in testa, sia il Potere dell’Impero sovietico e quelli fascisti, nazisti, totalitari di ogni tipo, che hanno imposto e impongono all’umanità di procreare, di moltiplicarsi bestialmente, irresponsabilmente, condannando centinaia di milioni di bambini a morire di fame, stenti, guerre… Insomma, una energica, immediata politica demografica di “rientro dolce” mi appare come coessenziale per realizzare politiche di risparmio energetico e di investimento sulle fonti rinnovabili per il futuro del nostro paese il documento sulle risorse energetiche. Lo ripeto: fascismo, nazismo, comunismo stalinista, fondamentalismi vaticani, talebani, e quelli nazionalisti e razzisti hanno rilanciato in questi giorni dissennate politiche nataliste. Oggi, in questi giorni, in Italia i programmi elettorali, i congressi dei partiti recitano un dogma comune: la “difesa della famiglia”.

E per “famiglia” intendono la riproduzione continua, intensificata, statalmente incentivata, con milioni di mancia ad ogni bebé, sovvenzioni e detassazioni alla famiglie più numerose… Non una voce si alza contro, a parte i… soliti… Radicali? Rosa nel Pugno? Margherita e Udc, Mastella e Lega trainano possenti, a rimorchio F.I. e in ginocchio perfino i DS, “Verdi” e Comunisti “distratti”. La famiglia? Quale? Quali diritti sociali, “etici”, politici per i suoi “costitutori”, donne e uomini di ogni latitudine, colore, opinione, religione? Beppe: anche tu hai l’età per ricordare - siamo ancora in tanti - ma stiamo per essere travolti se gli “altri”, i “giovani” non sanno: “Dio, Patria, Famiglia”. La “bomba” non è quella “nucleare”, se non in termini di rischio, di pericolo. Ma la “bomba demografica” deflagra da più di un secolo e sul suo cammino distrugge tutto: natura, umanità, pianeta, appesta il mondo e i suoi dintorni. Lanciamo anche questo SOS, questo MayDay? Io sono pronto, da tempo a dare una mano, e di più. Dai tempi del Club di Roma, quando proponemmo Aurelio Peccei (e chi sarà mai?) a Presidente del Consiglio… "

 

Aggiungo, stimolato da Bernardo, le considerazioni che facevo a suo tempo su Aldous Huxley e la cultura della morte. Nel lontano 1932, si noti bene la data, Aldous Huxley, figlio di un famosissimo biologo e fratello del premio Nobel per la scienza, descrive nel suo romanzo “Il Mondo Nuovo” (Brave New World) la società del futuro, quella che egli crede potrà essere la società del futuro. Un’opera che godrà di fama immensa, un testo capitale della letteratura inglese, accanto e simile a “1984” di Orwell. Descrive un mondo i cui abitanti sono rigidamente controllati, manipolati, soggiogati dal potere in ogni aspetto della loro vita. La riproduzione stessa è sottoposta ad un controllo centralizzato, gli ovuli fecondati in vitro vengono conservati artificialmente. La nascita è quindi anonima (non esiste più la famiglia), e può essere plurigemina, con la capacità di ottenere fino a novantasei gemelli identici da un solo uovo. Le conoscenze genetiche permettono di studiare la riproduzione a tavolino e di creare caste di uomini superiori, fisicamente e intellettualmente, e, agendo sulla ossigenazione del cervello durante il processo di sviluppo dell’embrione, di uomini inferiori, , pronti ad obbedire ed eseguire i lavori più umili. Il numero dei cittadini è fisso.

L’intensità demografica viene controllata attraverso: la sterilizzazione forzata di un numero consistente di donne; -le cosiddette “cinture malthusiane”, contenenti mezzi contraccettivi; -un “centro di aborti” la cui attività appare alacre, visto che la castità è considerata una perversione -una sorta di eutanasia e di altri provvedimenti analoghi. La base ideologica è fornita dalla educazione sessuale nelle scuole, che elimina ogni “tentazione” alla famiglia promuovendo rapporti precoci, occasionali e continui.

Sulla tematica del controllo demografico Huxley ritorna in “Brave New World Revisited” del 1958, dimostrando che la distopia, il mondo da incubo descritto nel precedente romanzo, non gli appare come tale in tutti gli aspetti: “Nel mondo nuovo della mia favola era ben risolto il problema del rapporto fra popolazione umana e risorse naturali. S’era calcolato il numero ideale per la popolazione del mondo e si provvedeva a contenerlo entro quel limite... Ma nel mondo vero contemporaneo non si è risolto il problema della popolazione”. Il problema del sovrappopolamento, scrive Huxley, è capitale, la popolazione attuale, due miliardi e ottocentomila persone nel 1958, eccessiva, e non esistono “l’intelligenza e la volontà che quasi mai ritroviamo nel formicaio di analfabeti che popolano il mondo”, per attuare “il controllo delle nascite”. “Forse non è impossibile la gestazione in vitro come non è impossibile il controllo centralizzato della riproduzione; ma è chiaro che per molti anni a venire la nostra rimarrà una specie vivipara, che si riproduce a casaccio”, laddove invece la dittatura del nuovo mondo sarà forse eccessiva, ma efficace. “Il nostro sregolato capriccio non solo tende a sovrappopolare il pianeta, ma anche, sicuramente, a darci una maggioranza di uomini di qualità biologicamente inferiore”. È evidente che l’Huxley sta dalla parte del grande dittatore; è evidente il suo disprezzo per l’umanità “formicaio di analfabeti”, che si riproduce “a casaccio”, secondo uno “sregolato capriccio”; che abbisognerebbe quindi di un “ordine”, di un controllo dall’alto, dell’intelligenza superiore, imposta con la violenza, con l’inganno, con la tecnologia, di uomini “illuminati” come lui. Al fondo vi è la teoria darwiniana della selezione naturale che Aldous eredita dal padre e dal fratello, e che lo porta, pur fra molte ambiguità, a chiedersi, in “Brave New World Revisited”, in un capitolo intitolato “Qualità, quantità, moralità”, se i “mezzi buoni” dell’igiene e della medicina, portando alla salvezza di persone che altrimenti potrebbero morire, non raggiungano in fondo un “fine cattivo”, un male quale è il sovrappopolamento e “la progressiva contaminazione del fondo genetico a cui dovranno attingere i membri della nostra specie... Ogni progresso della medicina- continua- sarà frustrato da un corrispondente aumento del tasso di sopravvivenza degli individui che dalla nascita portano con sé una qualche insufficienza genetica... E che dire degli organismi insufficienti per condizioni congenite, che la medicina e i servizi sociali oggi salvano e lasciano proliferare?” Il pensiero sul sovrappopolamento è sostanzialmente lo stesso espresso dal famoso filosofo e teorico del controllo delle nascite, Bertrand Russell: ”Se una peste nera potesse diffondersi in tutto il mondo una volta durante l’arco di ciascuna generazione, i sopravvissuti potrebbero procreare liberamente senza riempire troppo il mondo... Questo stato di cose potrebbe essere spiacevole, e allora? Le persone di grande levatura intellettuale sono indifferenti alla felicità, specialmente a quella degli altri” (“The impact of Science Upon Society”, New York, Simon and Schuster, 1953, pag. 104).

Analoga anche l’opinione di Jacques Cousteau, pubblicata, se ne capirà più avanti l’importanza, sul “Corriere dell’UNESCO” del 1991: “Un tempo grazie alle epidemie la natura compensava gli eccessi di natalità con gli eccessi di mortalità. Vogliamo eliminare le sofferenze? L’idea è bella, ma non può rivelarsi positiva nel lungo termine. C’è da temere di compromettere l’avvenire della nostra specie”. Sul controllo demografico Huxley torna anche nell’ultimo capitolo, dove si arriva ad auspicare l’invenzione della pillola: “La pillola non è stata ancora inventata. Quando e se la inventeremo, come si potrà distribuirla alle centinaia di milioni di madri in potenza le quali dovranno ingerirla se vogliamo ridurre il tasso di natalità della nostra stirpe?”

Ma chi era Aldous Huxley? È forse un profeta un uomo che nel 1932 parla di cose che erano ben lungi dal venire, anzi neppure immaginabili ai più, e che oggi invece sono o si stanno realizzando: la legittimazione dell’aborto, l’educazione sessuale nelle scuole, la fecondazione in vitro, la clonazione (i “96 gemelli identici che lavorano a 96 macchine identiche”; “Dopo il caso della pecora Dolly gli scienziati tentano di duplicare un uomo. Usa, tentativo di clonazione umana”, Il Giornale 3.12.97), la pillola abortiva, gli anticoncezionali, la sterilizzazione forzata, gli esperimenti eugenetici e disgenetici? E ancora la droga di stato, surrogato di “felicità” nel quale la razza inferiore trova sfogo alle sue frustrazioni, la diffusione della cremazione, i messaggi subliminali visivi... tutti ingredienti previsti del “Brave New World”? E perché cose che appaiono dittatoriali, disumane, ignobili sono per lui auspicabili e si stanno sempre più realizzando? L’eugenismo razzista, che sarà proprio del nazismo, come pure l’aborto, la sperimentazione sugli uomini e la sterilizzazione forzata, ha nel fratello di Aldous un teorico fondamentale e un precursore. Sir Julian Huxley, infatti, negli anni Venti è stato uno dei fondatori della Società Eugenetica Britannica. Il 6 settembre 1962, a nome del Comitato per la legalizzazione della sterilizzazione eugenetica, scriveva: “ Gli argomenti a favore della sterilizzazione di certe classi di genti anormali o deficienti mi sembrano schiaccianti” (“L’Italia settimanale” 22.3.95).

Ma soprattutto Julian Huxley è il primo direttore generale dell’UNESCO, il cervello dell’ONU. La sua attività e filosofia è ben espressa in un suo opuscolo (“UNESCO: its purpose and its philosophy” Ed. M.B. Schnapper, 2153 Florida Avenue, Washington D.C., 1948), in cui si fanno proposte estremamente simili a ciò che succede nel romanzo di Aldous. Per cui appare evidente che lo “Stato Mondiale” unificato, senza nazioni, senza più lingue, tradizioni diverse, senza cristianesimo e con tutti gli errori sopra elencati, descritto in “Brave New World”, coincide col progetto del fratello, che è poi quello dell’ONU, UNESCO...

Tanto più che anche Aldous ebbe un ruolo importante in organizzazioni onusiane, quali ad esempio la F.A.O. o il “Centro studi sulla persona umana”. Ma vediamo le somiglianze. - Aldous parla di Stato Mondiale unificato; Julian, nell’opuscolo sopra citato, auspica il “trasferimento della piena sovranità da nazioni separate a una organizzazione mondiale”, cioè l’ONU. - Aldous parla di governo elitario, retto da appartenenti alla razza geneticamente pianificata come superiore dallo stato; Julian scrive che la democrazia tende per sua natura alla “promozione della mediocrità” e “un animale dieci volte più pesante di un elefante sarebbe biologicamente estremamente inefficiente, proprio come un comitato di duecento membri sarebbe socialmente estremamente inefficiente” (pag. 16). - Aldous parla di una “cultura” completamente omogeneizzata, di fine del cristianesimo, e delle varie tradizioni, culture, lingue; Julian afferma per l’UNESCO il “compito di unificare the world-mind”, di “unificazione nelle cose della mente”: “speciale attenzione dovrà essere dedicata dall’UNESCO al problema della costruzione di un pool unificato della tradizione per l’umanità nel suo insieme” (pag. 18). Per questo bisognerà anche eliminare i personaggi “pericolosi”, come Bernardo in “Brave New World”: “Certi tipi di uomini dovrebbero essere esclusi dal ricoprire determinate posizioni: ... l’astenico cristianizzato, fanatico, esageratamente zelante, succube di una morale eccessivamente rigida...; tali persone dovranno essere stralciate da taluni incarichi, come essere arbitri di costumi, magistrati, insegnanti, né vi sarà posto per loro nella amministrazione” (pag. 22).

Anche il controllo demografico, che abbiamo visto stare tanto a cuore ad Aldous, è preso in esame da Julian negli stessi termini, e in un capitolo dallo stesso titolo “Qualità e quantità”, che abbiamo già trovato anche in Aldous: “C’è infatti - scrive Julian - una densità della popolazione umana ottimale, e di tutta la popolazione del mondo” (pag. 16), oltre la quale non si deve andare. “La applicazione della scienza medica può aumentare il numero degli esseri umani in una data area ma abbassare la loro qualità o le loro opportunità di godere della vita: se così succede non va bene”. Si vuole stabilire, come per Aldous così pure per Julian, quante persone debbano vivere sul nostro pianeta, quante vadano eliminate, dove la medicina debba fermarsi! Il principe Filippo di Edimburgo, cofondatore, proprio insieme a Julian Huxley, del WWF, altra associazione legata all’ONU, ebbe ad affermare, l’otto agosto 1988: “Se rinascessi mi piacerebbe essere un virus letale, per contribuire a risolvere il problema dell’eccesso di popolazione” (“Avvenire” 12.8.1990).

E Aurelio Peccei, fondatore ed ex presidente del “Club di Roma”, potente associazione internazionale vicinissima agli ambienti onusiani e al principe Filippo, nel suo “Cento pagine per l’avvenire” (Mondadori, Milano 1981), scrive: “Cos’è l’Homo Sapiens? Il capolavoro della natura o un refuso sfuggito al controllo della selezione immediata?... Salvo gli insetti, sono rare le specie che si moltiplicano in modo così selvaggio e cieco; una proliferazione che non si può definire che cancerosa”. In un’intervista a “la Repubblica” del 31.12.1980 afferma: “Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come i vermi sulla carogna... E questi vecchi che ci sono in più? Dobbiamo rivalutare la morte!”.

Ritorna alla mente quanto scriveva un autore studiato nei nostri licei e università italiane, Italo Svevo, a conclusione del suo celeberrimo romanzo “La coscienza di Zeno”(1919): “L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio.Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze (scoperte mediche ?nda.). V’è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande ricchezza...nel numero degli uomini. Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. Chi ci guarirà dalla mancanza d’aria e di spazio? Solamente al pensarci soffoco! Ma non è questo, non è questo soltanto... La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare...Forse attraverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute...un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile....Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più malato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto dove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà una esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.” Svevo era un freudiano; nel suo già citato opuscolo J.Huxley scrive, a pag.36, che è compito dell’UNESCO applicare Freud all’educazione. Sarebbe troppo lungo qui descrivere l’ideologia di costui. Basti dire che suoi epigoni furono W.Reich e D.Cooper (autore de “La morte della famiglia”, Einaudi 1972), sostenitori dell’incesto, della omosessualità, nocività della famiglia... e che Svevo, rifacendosi alle dottrine di Freud, fa dire a Zeno Cosini, a pag. 451 del citato romanzo: “..sarei guarito ancora meglio quando fosse finita la mia rieducazione in seguito alla quale mi sarei abituato a considerare quelle cose, il desiderio di uccidere il padre e di baciare (non si intende, chiaramente, in modo normale nda.) la propria madre, come cose innocentissime...”.

 In un documento dell’ONU del 1972, intitolato “Measures, polices and programmes affecting fertility, with particular reference to national family planning. Programmes” (United Nations, New York, 1972), si affermano alcuni obiettivi, e sono sempre gli stessi di “Brave New World” di A. Huxley, del 1932: - diffondere gli anticoncezionali (Oggi la pillola abortiva RU 486,definita da molti “pesticida umano” pieno di devastanti effetti collaterali, viene propagandata dall’OMS, agenzia dell’ONU, che in Italia ne ha sostenuto la sperimentazione “su gestanti che abbiano in grembo creature malformate”(Il Giornale 6/4/90), considerando donne e bambini alla stregua delle cavie ). - “promozione di matrimoni tardivi e modelli di famiglia ridotti”; - sterilizzazione chirurgica forzata di donne del terzo mondo (“Sì sono stata sterilizzata. Ma soltanto dopo l’operazione ho capito davvero cosa voleva dire. È come avere perso un parente o come se fosse morta una parte di me.” Solange Oliveira è una delle 25 milioni di donne brasiliane fra i 15 e i 54 anni sterilizzate a loro insaputa dalla metà degli anni ‘70 ad oggi nel corso di una gigantesca operazione di pianificazione familiare promossa dall’UNFPA, agenzia dell’ONU per la popolazione, e dalla CIA (vedi “Famiglia Cristiana” N. 38/1991 e “L’Adige” del 4.8.1991); - promuovere l’aborto come “unico metodo di largo impiego per il birth control (= controllo delle nascite)”.(“Risulta infatti chiaramente dal rapporto dell’UNFPA che l’ONU dedica il 65% dei suoi fondi destinati a fini sanitari non per curare le malattie delle popolazioni più povere, ma a diffondere campagne per la prevenzione anticoncezionale e per la sterilizzazione” vedi “Corrispondenza Romana” 25.5.1988. Per questo “gli scaffali degli ambulatori in Africa come in Asia sono pieni di contraccettivi mentre mancano le medicine basilari, dai disinfettanti agli antibiotici : è ciò che è accaduto in India durante la recente pestilenza”, (“L’Italia settimanale”22/3/95.) È poi risaputo che anche in Italia la legittimazione dell’aborto è stata favorita dall’ONU, con le solite argomentazioni, tanto più grottesche in quanto il nostro è ormai un paese di vecchi, ansimante e morente. Il grande artefice infatti di quella famigerata legge, Loris Fortuna, giungeva ad inserire, nelle buone ragioni per introdurla, un ipotetico e fantasioso sovrappopolamento: “7 miliardi (!?) gli individui che popoleranno la terra nel 2000 ... ipotizzabile come evento futuro, ma non incerto, la catastrofe”.

Ma tutto ciò ha una qualche “giustificazione”? Falsamente ci raccontano che il mondo è sovraffollato e che la povertà del terzo mondo dipende appunto dalla esuberanza numerica. Innanzi tutto infatti il birth control è attuato, anche se con mezzi meno violenti, nell’Occidente ormai vecchio e in perenne denatalità. In secondo luogo basta qualsiasi atlante geografico per rendersi conto che la ricca Europa e il Giappone hanno una densità demografica molto più alta di quella dell’Africa, dell’Asia o dell’America latina: il benessere materiale non dipende dunque da essa. In terzo luogo è sotto gli occhi di tutti il fatto che la CEE costringe i paesi aderenti a limitare la produzione di determinati generi alimentari: è recente la notizia che l’Italia ha dovuto pagare oltre tremila miliardi di multa per aver prodotto più latte di quello da essa stabilito. In quest’ottica folle in Europa i contadini che possiedono latifondi di date dimensioni e che coltivano particolari prodotti ricevono sussidi per non lavorare la terra; gli allevatori di vacche da latte ottengono premi per la macellazione delle stesse; tonnellate di pomodori e di agrumi vengono macerati per ragioni di “politica di mercato” ed altre simili amenità... tutto al fine di contenere la produzione. Non è il cibo che manca. Non è eccessiva la popolazione: numerosi scienziati sostengono che le cifre dei demografi dell’ONU sono volutamente gonfiate e che comunque la Terra potrebbe ospitare parecchie volte la popolazione attuale. Lo stesso John Caldwell, presidente dell’“International Union for the Scientific Study of Population”, la massima organizzazione mondiale di demografi, afferma: “Il tasso di fertilità nel mondo è in declino già da tempo e penso che la popolazione del pianeta finirà per assestarsi attorno agli 11 miliardi nel 2100, per poi calare lentamente, tornando ai livelli di oggi nel giro di due o tre secoli” (“La Stampa” 7.9.1994). Perché allora l’ONU fornisce cifre considerevolmente più alte? “Alcuni demografi neomalthusiani, con forti sovvenzioni da parte del centro Rockefeller e dell’Oms (organismo dell’ONU, N.d.R.) si sono fermati alle previsioni fatte anni fa e non si sono accorti dei progressi ottenuti in questi ultimi decenni dall’agricoltura” per cui “mentre nel 1880 un ettaro di terreno rendeva 900 Kg di cereali, nel 1930 ne rendeva 4200 Kg.” (“Avvenire” 27.12.1990). Demografi incapaci dunque, meglio, asserviti. Il mito dell’esplosione demografica si regge infatti sul principio “contate e moltiplicateli”. L’ultimo esempio, dopo che si è scoperto che per la Cina e l’India si sono denunciati 200 milioni di abitanti in più di quelli esistenti, è dato dalla Nigeria: secondo Population Reference Bureau, una delle agenzie che fanno il gioco dell’ONU, alla metà del 1991 i nigeriani erano 122.500.000. Paul e Ann Ehrlich, altri assoldati dall’ONU, indicavano 115.000.000 nel 1989 con la previsione astronomica di 530 milioni nel 2050. L’“Enciclopedia Britannica” faceva di più: dichiarava che la Nigeria nel 1990 contava 119.812.000 abitanti (non si capisce da quali calcoli “porta a porta” salti fuori tanta e minuta precisione). Ma il 20 marzo 1992 arriva una informazione certa e definitiva: il risultato del censimento fatto da 800.000 rilevatori, a frontiere chiuse, sotto il controllo di osservatori delle Nazioni Unite è di 88 milioni (“Avvenire” 11.6.1992), circa trenta in meno di quelli dichiarati. Uno dei veri scopi dei programmi di pianificazione familiare è svelato da un documento emesso nel 1974 dal National Security Council di Washington.

 Questo scritto, cui collaborarono George Bush e Brent Scowcroft, allora responsabile della sicurezza alla Casa Bianca, e che propone la sterilizzazione forzata di abitanti dell’America latina, è significativamente intitolato “Implicazioni della crescita della popolazione mondiale per la sicurezza e gli INTERESSI esterni degli Stati Uniti” (“Famiglia cristiana” n.38-1991) Tutelare dunque gli interessi dei potenti: questo è lo scopo principale; altrimenti non vedremmo scendere in campo, accanto e con l’ONU, i più potenti banchieri del mondo, i Rockefeller, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e mamma America. Ci si chiede, a questo punto, come mai l’UNICEF, ramificazione dell’ONU, chieda insistentemente soldi in tutto il mondo per attuare “la riduzione di un terzo della mortalità tra i bambini al di sotto dei 5 anni” e “la riduzione della mortalità materna”. Non è appunto questo che condannano Aldous e Julian Huxley, Jean Cousteau, Filippo di Edimburgo e Aurelio Peccei quando combattono il sovrappopolamento, la “proliferazione cancerosa”, la sopravvivenza di esseri di “qualità biologicamente inferiori” di cui sarebbe stato meglio sterilizzare le madri; la medicina e l’igiene come “mezzi buoni” che raggiungono “fini cattivi”; la negatività di una “scienza medica (che) può aumentare il numero degli esseri umani in una data area, ma abbassare la loro qualità”...? Cosa manca, oggi, alla realizzazione del mondo da incubo, grigio, disumano, immorale, descritto da Aldous Huxley nel 1932? In gran parte dell’Occidente nulla: l’educazione sessuale nelle scuole e la legalizzazione della droga (Huxley ne era un assiduo sperimentatore e ne scrisse due opere apologetiche, “Le porte della percezione”, 1954, e “Paradiso e Inferno”, 1956) sono ormai tristi realtà pressoché ovunque. Nella nostra Italia, ormai, quasi nulla. Il dibattito sulla legalizzazione e la depenalizzazione delle droghe leggere è in realtà un finto dibattito. Troppo schiacciante è l’alleanza fra il neo-comunismo governativo e il grande capitalismo dello speculatore George Soros, l’amico dei banchieri Rothschild.

Il “Corriere Economia”, inserto del “Corriere della Sera” del 20.10.1997 - dopo aver riportato le cifre astronomiche da lui guadagnate speculando sulla sterlina inglese, sulla lira italiana, sulle valute asiatiche, e i feroci attacchi rivoltigli dal Presidente della Bielorussia, della Croazia e della Malaysia - ci riferisce le cifre delle sue donazioni di 25 miliardi a enti antiproibizionisti, 1,7 miliardi per la distribuzione di siringhe ai drogati, 1,7 miliardi per la liberalizzazione della marijuana. Di lui si dice, continua l’articolo, che sia  il “prossimo segretario generale dell’ONU”. Pochi mezzi hanno invece coloro che lottano contro il suo progetto, che sono poi quelli che vivono il problema droga ogni giorno, ogni momento della loro vita dedicata al recupero dei tossicodipendenti: Andrea Muccioli e le comunità legate a “San Patrignano”, la comunità Incontro di don Gelmini, gli ambienti legati a don Benzi e don Mazzi, Rainbow, associazione nazionale di lotta alla droga... Fra i loro avversari, compagni di strada di Soros, qui in Italia, troviamo una parte del mondo catto-comunista, i centri sociali, Pannella, Rifondazione Comunista, Verdi, Pds, insomma il grosso del partitone governativo, gli stessi che pochi anni fa manifestavano nelle piazze italiane per ottenere la ratifica della legge del più forte. “L’utero è mio e lo gestisco io”, “anch’io ho abortito” - gridavano - spiegando il loro “diritto” ad eliminare i nascituri, definiti “parassiti”, “clandestini”, “grumi di sangue”...

Gli stessi che plaudono al presidente Clinton e alla sua politica abortista grazie a cui esiste oggi in America un nuovo tipo di aborto: “La tecnica consiste nel far nascere il bambino fino a un certo punto. L’ostetrico lo fa scendere, intatto, fino a quando la testa non esce dal grembo della madre. A questo punto inserisce un paio di forbici nel cranio, lo apre, allarga il buco e il cervello viene succhiato fuori. In questa maniera la testina si riduce e può essere estratta”. (“Il Giornale” 18.1.1997). deputato)